Il mondo del cinema italiano si trova oggi in lutto per la scomparsa di Alvaro Vitali, attore e comico romano che si è spento nel tardo pomeriggio di martedì 24 giugno 2025 all’età di 75 anni presso un ospedale della Capitale, dove era ricoverato da due settimane a causa di una broncopolmonite recidiva. La conferma del decesso è arrivata dall’ex moglie Stefania Corona, che ha seguito da vicino le condizioni dell’attore durante il ricovero ospedaliero.
Nato a Roma il 3 febbraio 1950 in una famiglia della piccola borghesia – il padre era titolare di una piccola impresa edile mentre la madre gestiva un piccolo stabilimento della Titanus sulla Tiburtina – Vitali trascorse un’infanzia difficile caratterizzata dai frequenti litigi con la madre. All’età di otto anni andò a vivere dalla nonna, dove rimase fino al trentaduesimo anno di età, un periodo che segnò profondamente la sua formazione personale e artistica. Dopo aver concluso la terza media abbandonò gli studi e intraprese il mestiere di elettricista, lavoro che svolgeva quando il destino gli riservava l’incontro che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
La svolta professionale arrivò nel 1969 quando Federico Fellini lo scoprì durante un provino, decidendo di includerlo nel cast del suo capolavoro “Fellini Satyricon” con una piccola parte che rappresentò il suo esordio cinematografico. Il maestro riminese, colpito dalle potenzialità espressive del giovane romano, lo volle successivamente in altre sue opere di grande prestigio, tra cui “I clowns” del 1971, “Roma” del 1972 – dove interpretava un ballerino di tip-tap d’avanspettacolo – e “Amarcord” del 1973, affiancando Ciccio Ingrassia. In questo periodo collaborò anche con Alberto Sordi nel film “Polvere di stelle” del 1973, condividendo il set con Monica Vitti e consolidando la sua presenza nel cinema d’autore italiano.
Tuttavia, la vera consacrazione popolare di Vitali arrivò con la commedia sexy all’italiana, genere cinematografico che dominò il box office nazionale tra gli anni Settanta e Ottanta. Dopo aver interpretato “La poliziotta” del 1974, diretto da Steno con Mariangela Melato e Renato Pozzetto, Vitali venne notato dal produttore Luciano Martino grazie a una memorabile gag con la pistola, episodio che segnò l’inizio della sua collaborazione con la Dania Film. Durante questo periodo interpretò numerose pellicole del filone erotico-comico, spesso al fianco di protagonisti come Lino Banfi, Edwige Fenech e Renzo Montagnani, diventando uno dei volti più riconoscibili di questo genere cinematografico.
Il personaggio che rese Vitali immortale nell’immaginario collettivo italiano fu Pierino, il monello birichino protagonista di una serie di film cult che segnarono un’epoca del cinema popolare nazionale. Il primo capitolo della saga, “Pierino contro tutti” del 1981, diretto da Marino Girolami, introdusse al pubblico questo personaggio irriverente che divenne rapidamente un fenomeno di costume. Il successo commerciale straordinario del film portò alla realizzazione di numerosi sequel, tra cui “Pierino colpisce ancora” del 1982, sempre per la regia di Girolami, e “Pierino medico della S.A.U.B.” del 1981, diretto da Giuliano Carnimeo. La serie continuò con vari spin-off dove Vitali propose personaggi similari come “Gian Burrasca”, “Giggi il bullo” e “Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento”, consolidando la sua immagine di interprete della comicità popolare italiana.
La parabola artistica di Vitali subì una battuta d’arresto con il declino della commedia sexy all’italiana verso la fine degli anni Ottanta. Il tentativo di rilancio con “Pierino torna a scuola” del 1990, diretto da Mariano Laurenti, si rivelò un fallimento commerciale che segnò sostanzialmente la fine della sua carriera cinematografica di primo piano. Con il tramonto delle commedie sexy, il telefono dell’attore smise di squillare e Vitali scomparve dalle scene per quasi un decennio, attraversando un periodo di oblio professionale che mise a dura prova la sua stabilità economica e psicologica.
Il rilancio televisivo arrivò grazie a Striscia la notizia, che negli anni Duemila decise di sfruttare la somiglianza fisica tra Vitali e Jean Todt, allora direttore della Scuderia Ferrari. Antonio Ricci pensò di affiancare l’attore romano all’imitatore Dario Ballantini, che interpretava Luca Cordero di Montezemolo, creando un duo comico che riscosse notevole successo presso il pubblico del programma di Canale 5. Sempre nel contesto di “Striscia la notizia”, Vitali interpretò altri personaggi come la madre dell’avvocato Giulia Bongiorno e la principessa Marina Ricolfi Doria di Savoia, dimostrando ancora una volta le sue doti di caratterista.
Nel corso della sua lunga carriera, che si è estesa per oltre cinquant’anni, Vitali ha recitato in oltre 150 film, lasciando un segno indelebile nella storia del cinema popolare italiano. Oltre all’attività cinematografica e televisiva, l’attore si dedicò anche al teatro, girando l’Italia con spettacoli che lo videro spesso accompagnato dalla moglie Stefania Corona. Nel 2006 partecipò anche alla terza edizione del reality show “La fattoria”, esperienza che dovette abbandonare prematuramente a causa dei problemi di asma di cui soffriva da tempo.
La vita privata di Vitali fu caratterizzata da due matrimoni e dalla nascita di un solo figlio, Ennio, nato dalla prima unione e divenuto avvocato a Vercelli. Nel 1997 conobbe Stefania Corona, cantautrice e musicista, in una sala di registrazione dove lei stava incidendo un brano. Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, i due si sposarono nel 2006, dando vita anche a una collaborazione professionale che li portò a girare teatri e piazze di tutta Italia con i loro spettacoli. Il matrimonio, durato ventisette anni, attraversò momenti difficili, inclusi due infarti e un ictus che colpirono l’attore, durante i quali Stefania gli rimase accanto supportandolo sia dal punto di vista personale che professionale.
Nel 2025, pochi mesi prima della morte, la coppia si separò dopo che Stefania si innamorò di Antonio, l’autista che accompagnava i due durante le tournée teatrali. La vicenda assunse i contorni di una vera e propria telenovela quando Vitali, tramite una lettera pubblicata sulla rivista “DiPiù”, tentò un disperato appello alla moglie chiedendole una seconda possibilità nonostante il tradimento. Nella missiva, l’attore scriveva: “Proviamo a tornare insieme. Io ti devo molto e sono pronto a passare sopra al tuo errore di percorso. Non buttiamo via tutto. Sarò più presente sotto ogni punto di vista. Tu sei stato la mia roccia su cui mi sono più volte aggrappato. Sei crudele ma ti amo ancora”. La risposta di Stefania Corona, arrivata il giorno stesso della morte dell’attore durante un’intervista a “La volta buona” su Rai1, fu secca: “No, grazie”.
La scomparsa di Alvaro Vitali rappresenta la fine di un’epoca per il cinema italiano, portando via con sé uno dei volti più popolari e riconoscibili della commedia nazionale. Il personaggio di Pierino, con la sua irriverenza e la sua capacità di far sorridere intere generazioni di spettatori, rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo come simbolo di un periodo irripetibile del cinema popolare italiano. Nonostante le difficoltà personali e professionali che segnarono gli ultimi anni della sua vita, Vitali lascia un’eredità artistica significativa, testimoniata da una filmografia ricchissima che attraversa oltre mezzo secolo di storia cinematografica nazionale, dalla collaborazione con maestri come Federico Fellini e Alberto Sordi fino al successo popolare della commedia sexy all’italiana.