Dalla modernità scintillante di Dubai alle suggestioni tropicali di Miami Beach, passando per la sobrietà nordica di Helsinki e l’eleganza europea di Parigi, sedici ristoranti distribuiti su quattro continenti hanno conquistato il riconoscimento internazionale del Prix Versailles 2025, il prestigioso premio dedicato all’architettura commerciale promosso dall’UNESCO e dall’Union Internationale des Architectes. Tra le eccellenze selezionate dalla giuria internazionale, l’Italia si distingue con Coro, raffinato locale incastonato nel cuore medievale di Orvieto, che ha saputo trasformare un ex oratorio del Cinquecento in uno spazio gastronomico di straordinaria suggestione senza alterarne l’identità storica.
Il ristorante umbro rappresenta una sintesi perfetta tra patrimonio culturale e innovazione architettonica, principi cardine del Prix Versailles che dal 2015 celebra progetti capaci di coniugare estetica, funzionalità e valore simbolico negli spazi destinati all’uso pubblico. La location di Coro, inserita nel complesso cinquecentesco di Palazzo Petrvs, sorge tra le volte di una chiesa sconsacrata dal XVI secolo, con soffitti che si innalzano per oltre dodici metri e conservano intatti affreschi e decorazioni originali. Il progetto di recupero, firmato dall’architetto Giuliano Andrea Dell’Uva, ha saputo preservare l’anima storica dell’edificio integrando con discrezione elementi contemporanei necessari alla funzione ristorativa.

La selezione dei vincitori del Prix Versailles 2025 per la categoria ristoranti rivela un panorama architettonico globale dove la gastronomia diventa pretesto per sperimentazioni progettuali di alto livello. Gerbou a Dubai, il cui nome in arabo significa “benvenuti nella nostra dimora”, rappresenta un omaggio all’architettura emiratina con dettagli che narrano la cultura locale attraverso sedute in pelle di cammello, illuminazione che evoca squame di pesce e sedie realizzate con legno di alberi di ghaf. La struttura, progettata da Kristina Zanic Consultants in collaborazione con Tasmeem Tashkeel, riflette nella sua estetica la filosofia culinaria dello chef Ionel Catau, che basa il settanta percento dei suoi piatti su ingredienti di provenienza locale.
Altrettanto significativo il riconoscimento ottenuto da Smoked Room, sempre a Dubai, dove lo chef stellato Dani García ha creato un’esperienza gastronomica teatrale all’interno di uno spazio progettato da Astet Studio. Il ristorante omakase, caratterizzato da un tavolo semicircolare che si affaccia sulla cucina a vista con postazione di cottura a fuoco vivo, utilizza una palette materica di mattoni neri alternati a metalli, specchi e reti in ottone per evocare le scintille e i bagliori del fuoco. L’area dedicata ai dessert presenta invece un ambiente più intimo con panche spaziose, pareti di ispirazione giapponese e soffitto in legno che richiama la delicatezza delle creazioni dolciarie.
Il continente europeo vede rappresentate due insegne parigine che incarnano tradizioni gastronomiche diverse ma ugualmente iconiche. Ladurée Rue Royale, riaperto nel 2024 dopo un accurato restauro, rappresenta un viaggio nel tempo verso l’epoca di Maria Antonietta con i suoi soffitti originali della Belle Époque completamente restaurati, drappeggi plissettati, modanature delicate e un salotto napoleonico che crea un’atmosfera ovattata degna dei salotti storici francesi. Il progetto della designer Cordelia de Castellane ha ricreato un ambiente in palette pastello dove ammirare tanto l’arredamento quanto i leggendari macaron, simboli della Maison.
Ducasse Baccarat, sempre nella capitale francese, offre invece un’esperienza completamente diversa dove l’arte del cristallo si fonde con l’alta gastronomia in uno spazio che celebra l’eccellenza manifatturiera francese attraverso installazioni luminose e dettagli decorativi che trasformano ogni tavolo in un palcoscenico per la cristalleria d’arte. Londra è rappresentata da Julie’s, storico ristorante che ha saputo reinventarsi mantenendo il suo carattere bohémien attraverso un restauro che ha esaltato gli elementi architettonici vittoriani integrandoli con tocchi contemporanei.
Il continente asiatico presenta proposte che spaziano dalla Cina alla Corea del Sud, con Blackswan a Pechino che reinterpreta i codici estetici della tradizione cinese in chiave ultramoderna, e Ōrtensia a Shanghai che combina influenze orientali e occidentali in un progetto architettonico che celebra la cosmopolita identità della metropoli cinese. Seven Island a Busan porta invece l’attenzione sulla Corea del Sud con un design che riflette l’estetica minimalista coreana contemporanea, mentre Shell sull’isola indonesiana di Nusa Penida sfrutta la posizione tropicale per creare uno spazio che dialoga armoniosamente con l’ambiente naturale circostante.
L’area del Golfo Persico e del Medio Oriente è ulteriormente rappresentata da Kimyona a Riyadh, il cui progetto firmato da Azaz Architects trae ispirazione dalla fotografia analogica in bianco e nero per creare ambienti dal forte impatto visivo che riflettono la nuova identità culturale dell’Arabia Saudita contemporanea. Gli Stati Uniti schierano due proposte diametralmente opposte: Beefbar a New York, che ha trasformato l’ex spazio del Nobu nel quartiere di Tribeca attraverso il lavoro dello studio francese Humbert & Poyet, celebra l’heritage industriale di Manhattan con accenti Art Déco, soffitti alti e finestre ad arco, utilizzando materiali che spaziano dal marmo granato al parquet ispirato a Versailles.
Japón a Miami Beach, parte del complesso The Setai, rappresenta invece l’interpretazione americana dell’estetica giapponese attraverso il lavoro di Saladino Design Studios. Il ristorante degli chef Vijayudu Veena e Iván Monzón utilizza la gru come simbolo ricorrente, dalla decorazione musiva all’ingresso fino ai tessuti e agli affreschi, creando ambienti caratterizzati da soffitti a foglia d’oro, pannellature verde-blu lucide e stampe xilografiche ottocentesche che conferiscono l’atmosfera del salotto di un colezionista d’arte giramondo.
La selezione nordeuropea è affidata a Bouchon Carême di Helsinki, che interpreta la sobria eleganza scandinava attraverso materiali naturali e linee pulite che esaltano la luce nordica, mentre la Thailandia partecipa con Another Smith a Tha Sai Luat, progetto che fonde tradizione architettonica thailandese e modernità tropicale contemporanea. Il continente americano è inoltre rappresentato dalla Spagna attraverso Lobster Club a Palma di Maiorca, che celebra la cultura mediterranea delle Baleari in un ambiente dove l’architettura tradizionale isolana si confronta con interpretazioni contemporanee.
Ogni progetto selezionato dal Prix Versailles 2025 rappresenta una diversa interpretazione del rapporto tra architettura, cultura locale e esperienza gastronomica, dimostrando come la ristorazione contemporanea sia diventata un laboratorio privilegiato per la sperimentazione architettonica e la valorizzazione delle identità territoriali. La giuria internazionale, composta da esperti in architettura, arte e design, ha valutato i progetti secondo criteri che includono l’originalità progettuale, la qualità dell’integrazione con il contesto urbano o naturale, la sostenibilità ambientale e il valore simbolico degli spazi creati.
Il processo di selezione del Prix Versailles si articola attraverso fasi successive che partono da una prima scrematura continentale per giungere alla proclamazione mondiale dei migliori progetti nelle rispettive categorie. L’edizione 2025 del premio conferma la crescente importanza attribuita alla qualità architettonica negli spazi commerciali, evidenziando come la bellezza dell’ambiente diventi elemento distintivo capace di elevare l’esperienza del consumatore e di creare valore culturale aggiunto per le comunità che ospitano questi progetti.
Ecco la lista dei vincitori del Prix Versailles 2025 per la categoria ristoranti:
- Emirati Arabi Uniti: Gerbou e Smoked Room (Dubai)
- Cina: Blackswan (Pechino), Ōrtensia (Shanghai)
- Spagna: Lobster Club (Palma di Maiorca)
- Finlandia: Bouchon Carême (Helsinki)
- Francia: Ladurée Rue Royale e Ducasse Baccarat (Parigi)
- Regno Unito: Julie’s (Londra)
- Indonesia: Shell (Nusa Penida)
- Corea del Sud: Seven Island (Gadeokdo)
- Arabia Saudita: Kimyona (Riyadh)
- Thailandia: Another Smith (Tha Sai Luat)
- Stati Uniti: Beefbar (New York), Japón (Miami Beach)
- Italia: Coro (Orvieto)