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Musk riaccende lo scontro con Trump, la legge di bilancio è “folle e distruttiva”

Elon Musk attacca duramente la legge di bilancio di Trump da 940 pagine, definendola “folle e distruttiva” e accusandola di favorire le industrie tradizionali a scapito dell’innovazione.
Credit © NewsGroup-AI

La frattura tra Elon Musk e Donald Trump torna a infiammarsi proprio nel momento più delicato per l’approvazione della monumentale legge di bilancio americana. L’imprenditore sudafricano, patron di Tesla e SpaceX, ha sferrato un attacco frontale contro il cosiddetto “One Big Beautiful Bill”, il pacchetto fiscale da quasi mille pagine che rappresenta il cuore dell’agenda economica del presidente repubblicano.

L’ultima bozza di legge del Senato distruggerà milioni di posti di lavoro in America e causerà un immenso danno strategico al nostro Paese“, ha dichiarato Musk su X nel momento in cui il Senato si apprestava a votare per aprire il dibattito sul provvedimento. Le parole del miliardario non lasciano spazio a interpretazioni: “Assolutamente folle e distruttivo. Elargisce sussidi alle industrie del passato, danneggiando gravemente quelle del futuro”.

Il disegno di legge, frutto di negoziati serrati e lungo 940 pagine, estende i tagli fiscali del 2017 e introduce nuove misure promesse da Trump durante la campagna elettorale, come la detassazione degli straordinari, delle mance e delle pensioni. Tuttavia, secondo le stime del Congressional Budget Office, le sole politiche fiscali del provvedimento aggiungeranno quasi 3,8 miliardi di dollari al deficit federale.

La critica di Musk non si limita agli aspetti economici generali. Il “Big Beautiful Bill” prevede infatti l’eliminazione del credito fiscale compreso tra 3.750 e 7.500 dollari per chi acquista un veicolo elettrico, ibrido plug-in o a idrogeno nuovo, una misura che terminerebbe tra il 2025 e il 2026. Per Tesla, questo potrebbe tradursi in un impatto negativo stimato di circa 1,2 miliardi di dollari sui profitti annuali, in un contesto già segnato da pressioni competitive.

Lo scontro tra i due rappresenta il culmine di una tensione crescente iniziata a giugno, quando Musk aveva già definito il pacchetto fiscale “un abominio disgustoso”. In quella occasione, l’imprenditore aveva ufficialmente lasciato il suo incarico al DOGE (Dipartimento per l’Efficienza Governativa), l’organismo creato per lui da Trump per ridurre la spesa pubblica e tagliare i posti di lavoro federali.

La rottura era culminata con l’annuncio di Musk di voler creare un nuovo soggetto politico denominato “The America Party”, dopo aver condotto un sondaggio su X che aveva visto la partecipazione di oltre 5,6 milioni di utenti. L’80,4% dei partecipanti si era dichiarato favorevole alla creazione di un nuovo partito politico che rappresentasse “l’80% della popolazione di centro”.

Trump, dal canto suo, non è rimasto in silenzio di fronte alle critiche. Durante una conferenza stampa aveva commentato: “Sono stato deluso da Musk, l’ho aiutato molto. Con Musk avevo un bel rapporto, non so se ci sarà ancora”. Il presidente aveva inoltre minacciato la revoca dei contratti governativi e dei sussidi federali alle aziende riconducibili a Musk, incluse Tesla e SpaceX.

Il Senato americano ha tuttavia superato il primo ostacolo procedurale, approvando con 51 voti favorevoli contro 49 la mozione per aprire il dibattito sulla legge di spesa. Due senatori repubblicani, Rand Paul e Thom Tillis, hanno votato contro, con quest’ultimo che è stato duramente attaccato da Trump. Il presidente ha definito la votazione “una grande vittoria”, lodando l’impegno dei senatori repubblicani che hanno sostenuto il provvedimento.

La legge include tagli a Medicaid per 700 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, negando così la copertura a 8,7 milioni di persone, oltre a quasi 500 miliardi di tagli al Medicare per gli over 65. I democratici hanno promesso di rallentare il processo legislativo, mentre alcuni repubblicani alla Camera esprimono dubbi sulla nuova versione del provvedimento.

Le ripercussioni economiche dello scontro si sono già fatte sentire sui mercati. Tesla ha registrato un calo del 14,3% in borsa, equivalente a una perdita di circa 150 miliardi di dollari in capitalizzazione. Il titolo, che aveva raggiunto il record storico di 462 dollari ad azione lo scorso dicembre, è sceso a 284 dollari, evidenziando come l’impegno politico di Musk stia influenzando negativamente gli investitori.

La frattura tra Musk e Trump assume particolare rilevanza nel contesto del declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti. Moody’s ha infatti declassato il rating americano da AAA a Aa1, prevedendo un aumento del deficit federale fino al 9% del PIL entro il 2035. Questo significa che ora nessuna delle principali agenzie di rating attribuisce agli Stati Uniti la massima valutazione creditizia.

Nonostante le tensioni, l’obiettivo dell’amministrazione Trump rimane quello di trasformare il “One Big Beautiful Bill” in legge entro il 4 luglio, una volta incassato il via libera definitivo del Senato. Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, si trova ora in una posizione delicata, dovendo gestire le pressioni interne al partito repubblicano mentre cerca di far approvare una legge che potrebbe aumentare il debito nazionale di almeno 3.300 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.

L’escalation tra i due personaggi più influenti della politica e dell’economia americana dimostra come le divisioni interne al movimento conservatore possano avere ripercussioni significative sui mercati finanziari e sulla stabilità economica del Paese. La posizione di Musk, che considera il provvedimento un “suicidio politico per il Partito Repubblicano”, rappresenta una sfida diretta all’autorità presidenziale in un momento cruciale per l’agenda economica dell’amministrazione.

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