Il settore energetico nazionale si trova al centro di un’inchiesta che evidenzia pratiche commerciali discutibili per il biennio 2023-2024. L’Autorità per l’energia (Arera) ha documentato nella propria indagine conoscitiva condotte sistematiche di trattenimento economico di capacità da parte dei principali produttori nazionali di energia elettrica. Tali comportamenti avrebbero generato sovrapprezzi artificiali stimati in oltre 5,3 miliardi di euro, gravando ulteriormente sulle bollette dei consumatori italiani in un periodo caratterizzato da instabilità economica e geopolitica.
Le dinamiche di mercato investigate dall’Autorità si concentrano sul cosiddetto mercato del giorno prima, la sede delle contrattazioni energetiche all’ingrosso dove vengono pianificati produzione e consumi per le diverse zone del territorio nazionale. Secondo i dati emersi dall’analisi, i produttori avrebbero sistematicamente presentato offerte sul mercato per una capacità di produzione inferiore a quella effettivamente disponibile presso i propri impianti, creando artificialmente una scarsità dell’offerta e conseguentemente un aumento dei prezzi di vendita.
L’impatto economico di tali pratiche risulta particolarmente marcato per le centrali a gas, che hanno registrato rincari medi dell’84% nel 2023 e del 69% nel 2024 rispetto ai costi di produzione standard. In termini assoluti, questi aumenti si traducono in 106 euro al megawattora nel 2023 e 74 euro al megawattora nel 2024, cifre che evidenziano l’entità del fenomeno analizzato dall’Autorità. Il trattenimento di capacità è stato documentato nel 54% delle ore di funzionamento del mercato nel 2023 e nel 58,6% delle ore nel 2024, dimostrando la sistematicità di tali condotte.
Le ripercussioni sui prezzi nazionali sono state immediate e consistenti. Il prezzo unico nazionale ha subito incrementi di 9,3 euro per megawattora nel 2023 e 8,5 euro per megawattora nel 2024, diretta conseguenza del trattenimento di 115 terawattora di capacità complessiva nel biennio considerato. Questi aumenti hanno impattato significativamente sui costi finali sostenuti dai consumatori, amplificando gli effetti della crisi energetica in corso.
Anche gli impianti da fonti rinnovabili non sono rimasti estranei a tali pratiche. Le centrali eoliche hanno mostrato comportamenti di trattenimento nel 100% delle ore di funzionamento, mentre gli impianti solari hanno registrato percentuali del 77%. Sebbene l’impatto sul prezzo unico nazionale sia stato inferiore rispetto alle centrali a gas, la diffusione di tali condotte tra tutte le tipologie di impianti suggerisce un approccio strategico coordinato nell’ambito del mercato energetico nazionale.
Il contesto geopolitico ha fornito l’occasione per l’implementazione di tali strategie commerciali. La guerra in Ucraina, con le conseguenti sanzioni alla Russia, ha provocato un’impennata dei prezzi del metano e creato un ambiente di incertezza e instabilità sui mercati energetici europei. L’interruzione delle forniture di gas russo, che rappresentava circa il 40% dell’approvvigionamento nazionale, ha costretto l’Italia a diversificare le proprie fonti energetiche, ricorrendo a fornitori alternativi con costi significativamente superiori.
I prezzi del gas naturale hanno infatti registrato oscillazioni estreme durante il periodo considerato, passando da 15 euro per megawattora nel febbraio 2021 a picchi di 321 euro per megawattora nell’agosto 2022. Questa volatilità ha creato le condizioni ideali per l’implementazione di strategie speculative, permettendo ai produttori di massimizzare i profitti attraverso la manipolazione artificiale dell’offerta disponibile sul mercato.
L’analisi dell’Autorità si inserisce in un quadro normativo europeo che disciplina rigorosamente le pratiche commerciali nel settore energetico. Il regolamento REMIT (Regulation on Wholesale Energy Market Integrity and Transparency) dell’Unione Europea stabilisce che il trattenimento di capacità elettrica è lecito esclusivamente quando il produttore dimostri la convenienza economica nell’attendere rialzi futuri dei prezzi. Tuttavia, rifiutarsi di vendere energia per far salire artificialmente i prezzi configura una manipolazione del mercato, pratica espressamente vietata dalla normativa comunitaria.
Il Parlamento europeo ha recentemente rafforzato la legislazione per contrastare tali manipolazioni, approvando in via definitiva nel 2024 nuove misure per proteggere il mercato energetico all’ingrosso dalle fluttuazioni artificiali dei prezzi. La normativa aggiornata introduce criteri più severi in materia di trasparenza e rafforza le disposizioni di monitoraggio per proteggere i consumatori dagli abusi di mercato, conferendo all’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) maggiori poteri di controllo e sanzione.
Le implicazioni economiche per i consumatori italiani sono state devastanti. Moltiplicando l’impatto medio per il consumo elettrico nazionale, i sovrapprezzi artificiali hanno comportato costi aggiuntivi stimati in circa 5,3 miliardi di euro. Questo importo si aggiunge agli aumenti strutturali derivanti dalla crisi energetica, rendendo l’Italia uno dei paesi europei con i costi energetici più elevati. Le bollette elettriche italiane risultano superiori del 25% rispetto a quelle tedesche, del 40% rispetto a quelle francesi e del 48% rispetto a quelle spagnole.
L’industria nazionale ha pagato un prezzo particolarmente alto per questa situazione. Le micro, piccole e medie imprese hanno sostenuto nel biennio 2022-2023 costi energetici superiori di 11,8 miliardi di euro rispetto ai competitor europei, compromettendo la competitività del sistema produttivo italiano. Molte aziende energivore hanno dovuto ridimensionare la produzione o, nei casi più estremi, cessare l’attività a causa dell’insostenibilità dei costi energetici.
L’indagine dell’Autorità rappresenta un primo passo verso l’identificazione e la quantificazione di pratiche commerciali potenzialmente illecite. Tuttavia, rimane da stabilire se verranno adottati provvedimenti sanzionatori nei confronti dei produttori coinvolti, attualmente non identificati pubblicamente. La complessità del quadro normativo e la necessità di dimostrare l’intenzionalità delle condotte potrebbero rendere difficoltoso l’iter procedurale, richiedendo un’analisi approfondita delle singole operazioni commerciali.
La situazione evidenzia la necessità di una maggiore trasparenza e controllo nel mercato energetico nazionale, particolarmente in periodi di crisi caratterizzati da elevata volatilità dei prezzi. L’implementazione di meccanismi di monitoraggio più efficaci e l’applicazione rigorosa delle normative esistenti rappresentano elementi fondamentali per prevenire future manipolazioni del mercato e tutelare gli interessi dei consumatori.