Scarica l'App NewsRoom.
Non perderti le ULTIME notizie e le ALLERTA METEO in tempo reale.

Scarica GRATIS

Sanremo 2026, Festival sempre più a rischio: ecco la Nuova Città scelta dalla Rai

Il futuro del Festival di Sanremo è in bilico: tensioni tra Rai e Comune rischiano di cambiare per sempre la storia della kermesse. Un’alternativa clamorosa è già pronta.

Il futuro del Festival di Sanremo, uno degli appuntamenti culturali e televisivi più seguiti in Italia e all’estero, è oggi attraversato da una fase di incertezza senza precedenti. La kermesse che da oltre settant’anni rappresenta un simbolo identitario della città ligure, un marchio che ha contribuito in modo decisivo a consolidare l’immagine turistica e culturale del territorio, si trova ora al centro di un braccio di ferro tra la Rai e l’amministrazione comunale. Un braccio di ferro che, se non si scioglierà in tempi rapidi, potrebbe addirittura determinare lo spostamento del Festival lontano dal suo storico palcoscenico.

Al centro della contesa c’è il nuovo bando pubblicato dal Comune di Sanremo, che definisce in modo dettagliato le condizioni per l’utilizzo del Teatro Ariston e per l’organizzazione complessiva dell’evento, includendo aspetti logistici, commerciali e di sicurezza. Secondo fonti vicine al dossier, le richieste economiche e gestionali avanzate dall’amministrazione sono state giudicate particolarmente onerose dalla Rai, generando una divisione interna ai vertici dell’azienda di Viale Mazzini. Non tutti i membri del Consiglio di Amministrazione condividono infatti la linea di partecipare comunque al bando, considerandolo un impegno implicito ad accettarne i termini senza margini di trattativa. Da qui il malumore crescente e la spaccatura tra chi spinge per chiudere rapidamente l’accordo pur di non compromettere l’edizione 2026 e chi, al contrario, ritiene necessario valutare anche soluzioni alternative, meno costose e più flessibili.

Sul fronte opposto, il Comune di Sanremo non sembra intenzionato ad arretrare. Da Palazzo Bellevue filtra irritazione per le voci secondo cui la Rai sarebbe pronta a percorrere strade alternative, ritenendo che partecipare a un bando significhi di fatto accettarne le regole. Una posizione che, a giudicare dai segnali, potrebbe irrigidire ulteriormente la trattativa. Eppure, secondo più di un osservatore, si tratta di un equilibrio molto fragile: perdere un evento come il Festival rappresenterebbe per Sanremo un danno economico e d’immagine enorme. Ogni anno, la settimana sanremese porta in città milioni di euro di indotto grazie all’afflusso di turisti, addetti ai lavori, sponsor e media, generando un circolo virtuoso che coinvolge hotel, ristoranti, locali, taxi, negozi e attività commerciali di ogni genere. Rinunciarvi significherebbe infliggere un colpo durissimo a un tessuto economico che, in buona parte, si è ormai strutturato attorno a questo evento.

La Rai, dal canto suo, non intende farsi trovare impreparata. Già da settimane sarebbero allo studio opzioni alternative nel caso in cui la trattativa con il Comune di Sanremo dovesse naufragare. Una scelta che, se confermata, segnerebbe un passaggio storico: mai il Festival, nato nel 1951, ha avuto bisogno di spostarsi altrove, fatta eccezione per il periodo pandemico, quando si svolse senza pubblico e con regole straordinarie. Questa volta, però, non si tratterebbe di un’emergenza sanitaria ma di una precisa decisione organizzativa e strategica, frutto di una valutazione economica e logistica complessiva.

La tensione crescente ha acceso anche un dibattito interno alla politica e al mondo dell’impresa locale. Da una parte, chi ritiene che la priorità assoluta sia salvaguardare la tradizione e il legame tra il Festival e la sua città, dall’altra chi vede nel bando del Comune un’occasione mancata di flessibilità, che rischia di trasformare un vanto territoriale in un problema nazionale. “Il Festival è Sanremo”, ripetono in molti, quasi fosse un mantra che in questi giorni assume i toni di un appello, un invito a non spezzare un binomio che per decenni ha resistito a ogni tipo di crisi. Ma non è un mistero che la Rai, come ogni grande azienda pubblica, deve tenere conto anche di logiche di bilancio, di investimenti e di ritorni economici, e le cifre in gioco sono tutt’altro che secondarie.

Le prossime settimane saranno decisive, ma secondo alcune indiscrezioni già entro pochi giorni potrebbe arrivare una decisione definitiva. Qualcuno dovrà alzare bandiera bianca, perché la macchina organizzativa del Festival non può permettersi incertezze prolungate: ogni mese di ritardo nell’allestimento, nella contrattualistica e nella pianificazione tecnica comporta costi crescenti e rischi aggiuntivi. E proprio per evitare un vuoto operativo, la Rai avrebbe già individuato una città alternativa, con strutture tecniche adeguate e con l’esperienza necessaria per ospitare un evento di livello internazionale. Una città che, negli ultimi anni, ha già dimostrato di saper gestire con successo manifestazioni di grande complessità, come l’Eurovision Song Contest. Ebbene sì: secondo le indiscrezioni più accreditate, la Rai guarda a Torino come possibile nuova sede del Festival di Sanremo 2026, una scelta che fino a qualche settimana fa sarebbe apparsa impensabile ma che oggi, alla luce della situazione, viene considerata l’ipotesi più concreta.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

Add a comment

Lascia un commento