L’ultima manifestazione della servitù volontaria di un amministratore delegato di fronte al potere si è consumata nello Studio Ovale della Casa Bianca, dove Tim Cook ha presentato a Donald Trump una placca incastonata su una base in oro a ventiquattro carati. Un gesto che rappresenta molto più di un semplice omaggio diplomatico: è il simbolo inequivocabile del fallimento morale delle élite aziendali che per anni hanno venduto al pubblico una narrazione progressista mentre si preparavano a genuflettere davanti al nuovo padrone.
La cerimonia, tenutasi per annunciare un investimento di Apple da cento miliardi di dollari nella manifattura statunitense, ha svelato la natura profondamente ipocrita della leadership aziendale contemporanea. Cook, che per oltre un decennio ha costruito la propria reputazione come paladino dei diritti LGBT+ e delle cause progressiste, si è trasformato in un cortese servitore del potere repubblicano, dimostrando che ogni sua precedente presa di posizione era subordinata agli interessi economici dell’azienda.
Il percorso di trasformazione del CEO di Apple da attivista sociale a cortigiano del potere costituisce un caso di studio emblematico sulla falsità del capitalismo “woke”. Quando nel 2014 Cook si dichiarò pubblicamente omosessuale, diventando il primo amministratore delegato apertamente gay di una società Fortune 500, molti interpretarono questo gesto come un atto di coraggio e leadership morale. La realtà era ben diversa: si trattava di una mossa calcolata per posizionare Apple nel segmento di mercato più redditizio degli anni 2010, quello dei consumatori progressisti disposti a pagare un premium per prodotti percepiti come eticamente superiori.
Le successive battaglie di Cook contro le leggi discriminatorie in stati come l’Indiana e il Texas, il suo sostegno al movimento Black Lives Matter attraverso la Racial Equity and Justice Initiative da cento milioni di dollari e la sua opposizione alle politiche migratorie di Trump durante il primo mandato presidenziale non erano espressioni di autentici valori morali, ma strategie di marketing travestite da attivismo sociale. Apple aveva identificato nel progressismo un’opportunità di differenziazione competitiva, utilizzando le questioni sociali come strumento per giustificare i propri prezzi elevati e costruire una base di clienti fedeli disposti a pagare per l’appartenenza a una comunità di valori condivisi.
La relazione tra Cook e Trump durante il primo mandato presidenziale aveva già rivelato la natura opportunistica dell’approccio del CEO di Apple alla politica. Mentre pubblicamente manteneva posizioni critiche su questioni come l’immigrazione e i cambiamenti climatici, privatamente Cook coltivava un rapporto diretto con Trump, chiamandolo personalmente ogni volta che le politiche dell’amministrazione minacciavano gli interessi di Apple. Questa strategia duale permetteva all’azienda di mantenere la propria immagine progressista presso i consumatori liberali mentre proteggeva i propri profitti attraverso canali di comunicazione privilegiati con il potere repubblicano.
L’ascesa di Trump a una seconda presidenza ha costretto Cook ad abbandonare ogni pretesa di coerenza ideologica. La donazione personale di un milione di dollari al comitato per l’inaugurazione di Trump e la successiva presentazione della placca d’oro rappresentano il momento di verità di una strategia che ha sempre anteposto il profitto ai principi. Cook ha dimostrato che per lui e per la classe dirigente aziendale che rappresenta, le convinzioni politiche sono merce di scambio, strumenti da utilizzare quando convenienti e da accantonare quando diventano scomodi.
Il fenomeno del “capitalismo woke” di cui Cook è stato uno dei principali rappresentanti non è mai stato una rivoluzione valoriale, ma una sofisticata operazione di marketing che sfruttava l’ingenuità dei consumatori progressisti. Le grandi corporation hanno compreso che nell’epoca dei social media e dell’attivismo digitale, l’adozione superficiale di cause progressiste poteva tradursi in vantaggi competitivi significativi, permettendo di giustificare prezzi più alti e costruire barriere all’entrata basate sulla percezione etica del brand piuttosto che sulla superiorità tecnica dei prodotti.
Questa strategia si è rivelata particolarmente efficace nel settore tecnologico, dove aziende come Apple hanno utilizzato il progressismo di facciata per distogliere l’attenzione da pratiche commerciali questionabili. Mentre Cook si ergeva a difensore dei diritti umani, Apple continuava a produrre i propri dispositivi in fabbriche cinesi caratterizzate da condizioni di lavoro problematiche e a collaborare con regimi autoritari per mantenere l’accesso ai mercati asiatici. La contraddizione tra i valori dichiarati e le pratiche aziendali effettive non ha mai costituito un problema fintanto che i consumatori occidentali si accontentavano delle dichiarazioni di principio senza indagare la realtà operativa dell’azienda.
La placca d’oro consegnata a Trump simboleggia la capitolazione finale di questa strategia. Di fronte al cambiamento del panorama politico americano e alla prospettiva di dazi punitivi sui prodotti Apple assemblati all’estero, Cook ha scelto la strada della sottomissione al potere costituito. La decisione di investire cento miliardi di dollari nella produzione statunitense, presentata come risposta alle richieste di Trump, dimostra che le scelte strategiche di Apple sono sempre state determinate da considerazioni economiche piuttosto che da principi etici.
Il comportamento di Cook rispecchia una tendenza più ampia tra le élite aziendali americane, che stanno rapidamente abbandonando le posizioni progressiste adottate durante gli anni del consenso liberale. Aziende come Meta, Amazon e Disney hanno ridimensionato o eliminato completamente le proprie iniziative di diversità, equità e inclusione, dimostrando che tali programmi erano sempre stati strumenti di opportunismo piuttosto che espressioni di convinzioni autentiche. La facilità con cui queste corporation hanno invertito le proprie posizioni pubbliche rivela la natura puramente strumentale del loro precedente attivismo sociale.
La trasformazione di Cook da paladino dei diritti LGBT+ a cortigiano di Trump rappresenta un tradimento particolarmente odioso per la comunità che aveva preteso di rappresentare. La decisione di sostenere finanziariamente l’amministrazione di un presidente che ha promesso di implementare politiche discriminatorie contro le persone LGBT+ costituisce un atto di cinismo che supera ogni precedente. Cook ha dimostrato che la propria identità sessuale e le battaglie condotte in nome della comunità LGBT+ erano semplicemente elementi della propria strategia di branding personale, da utilizzare quando utile e da sacrificare quando necessario.
Il silenzio assordante di Cook di fronte alle politiche anti-LGBT+ dell’amministrazione Trump e il suo rifiuto di partecipare al recente viaggio presidenziale in Medio Oriente, seguito dalla plateale sottomissione della presentazione della placca d’oro, rivelano un opportunismo che rasenta la vigliaccheria. Il CEO di Apple ha scelto di mantenere un profilo basso sui temi che un tempo definiva fondamentali, concentrandosi esclusivamente sulla protezione degli interessi economici della propria azienda.
La vicenda della placca d’oro illustra perfettamente la natura predatoria del capitalismo contemporaneo, che utilizza qualsiasi narrazione disponibile per massimizzare i profitti senza alcuna considerazione per la coerenza etica o la responsabilità sociale. Cook e i suoi pari non sono leader morali, ma mercanti sofisticati che vendono illusioni ai propri consumatori mentre servono gli interessi del potere economico e politico. La loro capacità di reinventarsi continuamente in base alle esigenze del momento dimostra che le corporation moderne sono entità amorali, guidate esclusivamente dalla logica del profitto e disposte a tradire qualsiasi principio pur di mantenere la propria posizione dominante.
La lezione che emerge da questa vicenda è che il capitalismo “woke” è sempre stato una mistificazione, un modo per le élite economiche di mantenere il controllo sociale mentre fingevano di promuovere il cambiamento. La rapidità con cui Cook e altri amministratori delegati hanno abbandonato le proprie posizioni progressiste dimostra che tali posizioni non erano mai state autentiche, ma semplicemente strumenti di manipolazione dell’opinione pubblica. La placca d’oro consegnata a Trump rappresenta il momento in cui questa finzione è crollata definitivamente, rivelando la natura profondamente corrotta di un sistema che subordina ogni valore umano alla logica del profitto.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!