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Spagna, Emergenza incendi, sale il bilancio delle vittime: fiamme devastano il Paese -VIDEO-

Tre morti e oltre 8mila evacuati negli incendi che devastano la Spagna: temperature record oltre 45°C alimentano i roghi, colpito anche il patrimonio Unesco.

La Spagna attraversa una delle emergenze incendiarie più severe degli ultimi anni, con un bilancio tragico che si è aggravato ulteriormente nelle ultime ore: il numero delle vittime è salito a tre persone, con l’ultimo decesso che ha riguardato un volontario vigile del fuoco di trentasei anni, morto per le gravi ustioni riportate durante le operazioni di spegnimento del rogo di Molezuelas, tra le province di Zamora e León nella regione della Castiglia e León.

L’uomo, impegnato nelle operazioni di contenimento delle fiamme insieme a un altro volontario precedentemente deceduto nello stesso incendio, rappresenta la terza vittima di un’ondata di incendi che sta colpendo il territorio spagnolo con una violenza e un’estensione senza precedenti dall’inizio dell’estate. La prima vittima era stata un uomo di cinquant’anni, trovato con ustioni sul novantotto per cento del corpo nell’incendio di Tres Cantos, alle porte di Madrid, dove aveva tentato di salvare i cavalli del maneggio in cui lavorava.

Il primo ministro Pedro Sánchez ha espresso la propria commozione attraverso un messaggio sui social network, dichiarando che “la minaccia rimane estrema” e garantendo che “tutti i mezzi del governo sono attivi per affrontare la difficile situazione che sta vivendo il nostro Paese”. Il leader del governo spagnolo ha inoltre reso omaggio agli “eroi che continuano a combattere il fuoco per proteggere tutti noi”, sottolineando la gravità di una situazione che mantiene in stato di allerta le autorità nazionali e regionali.

La dimensione dell’emergenza è testimoniata dai numeri forniti dal ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska, che ha quantificato in oltre ottomila le persone evacuate a causa degli incendi attivi in tutto il territorio nazionale. “Il numero delle persone evacuate è difficile da quantificare con precisione perché varia molto, ma si tratta di migliaia di persone, oltre ottomila”, ha affermato il ministro durante un’intervista alla televisione pubblica spagnola, evidenziando come la situazione più preoccupante si concentri negli incendi in Castiglia e León e in Galizia, in particolare nella provincia di Ourense.

Secondo i dati ufficiali forniti dal ministero dell’Interno, sono undici i grandi incendi attualmente classificati come attivi, distribuiti in sette comunità autonome del Paese. Le regioni maggiormente colpite includono la Castiglia e León, dove oltre tremilasettecento persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni in sedici comuni, la Galizia, l’Estremadura e l’Andalusia, dove circa duemila persone sono state evacuate nella provincia di Cadice.

Uno degli aspetti più allarmanti di questa emergenza riguarda i danni al patrimonio culturale del Paese: l’incendio boschivo divampato nella località di Yeres, in provincia di León, ha colpito l’area naturale di Las Médulas, sito dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e famoso per le antiche miniere d’oro di epoca romana. Sebbene le strutture archeologiche principali non abbiano subito danni diretti, la vegetazione circostante è stata devastata, con castagni centenari completamente carbonizzati e un paesaggio storico che porta i segni indelebili della furia delle fiamme.

Le cause degli incendi rappresentano un elemento di particolare preoccupazione per le autorità spagnole, che hanno individuato in molti casi un’origine dolosa dei roghi. Il governo della Castiglia e León ha denunciato quello che l’assessore regionale all’Ambiente Juan Carlos Suárez-Quiñones ha definito “intollerabile terrorismo ambientale”, riferendosi a incendi “appiccati in modo coordinato” da malintenzionati. La Guardia Civil ha già proceduto all’arresto di una persona accusata di aver provocato intenzionalmente un incendio che ha devastato oltre duemila ettari di terreno nella provincia di Avila, confermando i sospetti delle autorità riguardo alla natura criminale di diversi episodi.

L’ondata di calore eccezionale che sta interessando la Penisola Iberica rappresenta il fattore scatenante principale di questa emergenza incendiaria. Secondo l’Agenzia meteorologica statale spagnola (Aemet), le temperature hanno raggiunto valori record, con picchi di oltre quarantacinque gradi Celsius registrati in diverse località: Villanueva de las Cruces ha toccato i quarantacinque gradi e sette decimi, Badajoz ha stabilito un nuovo record locale con quarantacinque gradi e cinque decimi, mentre Siviglia-Tablada ha raggiunto i quarantacinque gradi e due decimi.

Questa ondata di calore, in corso da quasi due settimane, ha spinto oltre centosessantacinque stazioni meteorologiche ufficiali a superare i quaranta gradi Celsius, con sessantadue casi in cui sono stati raggiunti o oltrepassati i quarantadue gradi. Gli esperti meteorologici indicano che il periodo compreso tra il primo e il venti agosto duemilaventicinque è sulla buona strada per essere il più caldo mai registrato in Spagna, con notti tropicali caratterizzate da temperature minime superiori ai venticinque gradi che non offrono alcun sollievo alla popolazione e mantengono elevato il rischio di propagazione degli incendi.

La superficie bruciata dall’inizio dell’anno ha già raggiunto dimensioni drammatiche: secondo le stime del Sistema Europeo di Informazioni sugli Incendi Boschivi, le fiamme avrebbero devastato circa censantamila ettari, una cifra che rappresenta il doppio rispetto al totale del duemilaventiquattro e si avvicina pericolosamente ai dati del duemilaventitre, quando erano bruciati novantunoduemiladuecentoventi ettari in trecentosettantuno roghi. Solo nella prima settimana di agosto sono stati registrati oltre centonovantanove incendi, un numero che testimonia l’eccezionalità della situazione attuale.

Le operazioni di spegnimento coinvolgono migliaia di operatori, tra vigili del fuoco professionali, volontari, membri dell’Unità Militare di Emergenza e personale specializzato nella lotta antincendio. Il ministero dell’Interno ha dichiarato la fase di pre-emergenza, attivando la Situazione Operativa Uno del Piano Generale di Emergenza e convocando una riunione straordinaria del Comitato Statale di Coordinamento e Direzione per gli incendi boschivi. La direttrice generale della Protezione Civile e delle Emergenze, Virginia Barcones, ha disposto la mobilitazione di risorse statali aggiuntive per supportare le aree più colpite.

L’emergenza spagnola si inserisce in un quadro più ampio di crisi climatica che sta interessando l’intera Europa meridionale: il Portogallo sta combattendo tre grandi incendi boschivi nel centro e nel nord del Paese, mentre la Grecia ha richiesto l’intervento dell’Unione Europea dopo che le fiamme hanno devastato vaste zone del Peloponneso occidentale. In Albania, centinaia di vigili del fuoco hanno domato la maggior parte di circa quaranta incendi divampati nelle ultime ventiquattro ore, confermando come il fenomeno degli incendi estivi stia assumendo dimensioni continentali.

Le previsioni meteorologiche non lasciano intravedere un miglioramento immediato della situazione: l’ondata di calore dovrebbe proseguire almeno fino al diciotto agosto, mantenendo elevato il rischio di nuovi focolai e complicando ulteriormente le operazioni di contenimento degli incendi già attivi. L’Aemet ha confermato che anche dopo l’attenuazione prevista per metà agosto, i valori termici continueranno a rimanere molto sopra la media stagionale, perpetuando le condizioni di estrema pericolosità per tutto il territorio nazionale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!