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È Morto Pippo Baudo, signore della televisione italiana

Addio a Pippo Baudo, maestro della televisione italiana: con la sua morte si chiude una delle pagine più luminose dello spettacolo nazionale.

Pippo Baudo è morto. Il leggendario conduttore televisivo, volto e voce di oltre mezzo secolo di spettacolo italiano, si è spento all’età di 89 anni. Figura centrale nella storia della RAI, è stato il simbolo di un modo di fare televisione che oggi appare irripetibile: garbato, colto, nazional-popolare nel senso più nobile del termine. Con lui se ne va un pezzo d’Italia, un riferimento per generazioni di spettatori, artisti e colleghi.

Nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, laureato in giurisprudenza, aveva imboccato ben presto la strada dello spettacolo: pianista, autore di riviste, cantante e imitatore, approdò negli anni Sessanta in Rai, dove sarebbe rimasto per quasi tutta la sua carriera, diventando in breve un volto familiare e poi un’istituzione. Nessuno come lui ha saputo legare il proprio nome al Festival di Sanremo, che condusse tredici volte tra il 1968 e il 2008, imprimendo alla rassegna la sua impronta fatta di rigore e spettacolarità, di senso della tradizione e apertura ai nuovi linguaggi. Al Teatro Ariston seppe scrivere pagine memorabili, come nel 1995 quando, in diretta, sventò un tentativo di suicidio di un uomo che minacciava di lanciarsi dalla galleria, trasformando un momento drammatico in un gesto di umanità e coraggio rimasto nella memoria collettiva.

Il suo talento più grande era quello di scoprire e lanciare volti destinati a diventare protagonisti: da Lorella Cuccarini a Heather Parisi, da Laura Pausini a Giorgia, da Andrea Bocelli a Fabrizio Moro, senza dimenticare Elio e le Storie Tese, Milva, Anna Oxa e molti altri che Baudo intuì e impose al pubblico quando ancora erano sconosciuti. Non era soltanto un conduttore ma un direttore d’orchestra dello spettacolo, capace di costruire format e varietà che hanno fatto epoca: Settevoci, Canzonissima, Domenica In, Fantastico, Serata d’onore, Novecento. Era la sua televisione, fatta di tempi calibrati, di capacità di parlare a tutti senza perdere autorevolezza, di un’eleganza mai stucchevole che lo ha reso un simbolo riconosciuto come “Super Pippo”, epiteto affettuoso che racconta la sua onnipresenza sul piccolo schermo dagli anni Settanta agli anni Novanta.

In oltre sessant’anni di carriera Pippo Baudo ha attraversato i mutamenti della televisione adattandosi senza mai rinunciare al suo stile, affrontando momenti di gloria e di crisi, avvicinandosi anche alla politica, cimentandosi nella scrittura di libri e manuali, partecipando a film e fiction ma restando sempre, prima di tutto, il grande cerimoniere dell’intrattenimento televisivo. La sua vita privata ha avuto momenti di grande esposizione, come il matrimonio con Katia Ricciarelli durato dal 1986 al 2004, e più discreti, come il rapporto con i figli Alessandro e Tiziana. Dietro l’immagine pubblica impeccabile, c’era un uomo determinato e passionale, a volte severo ma profondamente legato al suo mestiere e al pubblico.

Con la sua morte non scompare soltanto un conduttore, ma l’ultimo rappresentante di una generazione che ha costruito la televisione italiana, definendone i codici e i riti. Pippo Baudo era il volto che entrava nelle case la domenica pomeriggio, la voce che accompagnava le grandi serate di varietà, la figura autorevole che sapeva rassicurare e sorprendere, sempre al centro della scena ma mai al di sopra dello spettacolo stesso. Il suo addio segna davvero la fine di un’epoca: senza di lui la televisione italiana appare più povera, privata del suo maestro di cerimonie più grande, di quel conduttore che con professionalità, fiuto e carisma ha saputo trasformare ogni programma in un evento e ogni debutto in una scoperta.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!