L’estate spagnola si sta trasformando in un incubo di proporzioni senza precedenti. Una vasta ondata di incendi sta devastando il nord-ovest della penisola, coinvolgendo regioni come Galizia, Castiglia-León ed Estremadura, dove il fuoco ha già portato morte, distruzione e migliaia di evacuati. La ministra della Difesa, Margarita Robles, ha descritto la situazione come “dantesca e senza precedenti”, sottolineando che nei venti anni di attività dell’Unità di emergenza dell’esercito non si era mai assistito ad eventi di portata simile. Da inizio agosto, questa task force ha schierato oltre 3.500 militari, a cui si sono aggiunti altri 500 rinforzi in risposta all’aggravarsi della crisi, con l’impegno di garantire la massima sicurezza e supporto alle popolazioni colpite.
Gli incendi, alimentati da un caldo estremo che ha visto le temperature raggiungere punte di 45 gradi, sono stati resi ancora più violenti da venti persistenti, siccità prolungata e una vegetazione in forte stress idrico. Secondo il programma Copernicus EFFIS, da inizio anno sono già andati in fumo oltre 115.000 ettari di territorio, più che raddoppiando i danni dell’estate precedente. La distruttività della stagione è testimoniata dai roghi che hanno raggiunto siti di importanza storica e culturale, come l’area di Las Médulas, patrimonio UNESCO, dove la vegetazione millenaria è stata in parte carbonizzata e centinaia di residenti hanno trascorso le notti fuori casa, in condizioni di disagio e angoscia.
L’avanzata delle fiamme, che in alcune aree hanno bruciato migliaia di ettari in poche ore, ha costretto le autorità locali a ordinare valutazioni di massa e lockdown forzati in numerosi comuni delle province più esposte, fra cui Ourense, Zamora, León e Cáceres. Nel solo fine settimana, circa 6.000 persone sono state evacuate per motivi di sicurezza, mentre altre centinaia hanno trovato rifugio in strutture provvisorie o presso parenti e amici. In Galizia, tra i fronti più vasti della stagione, si sono registrate estensioni di danni fino a 1.000 ettari in singole province. La situazione rimane estremamente tesa e mutevole, con squadre di vigili del fuoco impegnate giorno e notte a contenere le lingue di fuoco.
Gli effetti collaterali sulla viabilità e sulle infrastrutture hanno aggravato una crisi già di per sé drammatica. Circa quindici strade principali sono state chiuse nelle regioni colpite, mentre la linea ferroviaria ad alta velocità tra Madrid e la Galizia è rimasta inattiva per giorni. I collegamenti tra le zone urbane e rurali risultano compromessi, con rischi ulteriori per il trasporto di persone e merci. Numerosi sono anche gli interventi di protezione civile e Guardia Civil, con oltre 5.000 agenti e circa 350 poliziotti nazionali schierati a supporto delle operazioni di evacuazione, presidio delle aree sensibili e monitoraggio del territorio.
Mentre l’ondata di caldo continua ad alimentare i fronti più minacciosi, il bilancio umano si aggrava di giorno in giorno. Si contano almeno quattro vittime accertate dall’inizio dell’emergenza, fra volontari impegnati nelle operazioni di spegnimento e residenti sorpresi dall’imprevedibile avanzata del fuoco. Decine sono i feriti, di cui molti vigili, e il numero di sfollati supera le migliaia, in una tragica escalation di danni materiali e psicologici. La ministra Robles, nel corso di ripetute comunicazioni pubbliche, ha sottolineato la necessità di affidare le operazioni di contenimento ai professionisti, scoraggiando i volontari improvvisati dal tentare azioni rischiose e ribadendo che l’attuale scenario richiede una compenetenza tecnica e una strutturata catena di comando.
L’impatto ambientale e paesaggistico risulta incalcolabile al momento, con danni estesi a boschi, macchia mediterranea, aree agricole e habitat ad alto valore ecologico. Da sud a nord della Spagna, compresa la zona di Tarifa e la provincia di Cadice, le evacuazioni hanno coinvolto anche hotel e strutture turistiche, accentuando le ripercussioni economiche di una stagione estiva già provata da altri fenomeni climatici estremi. Nel sito UNESCO di Las Médulas, la perdita di castagni centenari e la distruzione della vegetazione minacciano la biodiversità e la preservazione di una memoria storica millenaria, da sempre meta di turisti e studiosi.
L’escalation dei roghi ha suscitato la preoccupazione del governo centrale, con il premier Pedro Sánchez che ha interrotto gli impegni in vista delle vacanze estive per coordinare personalmente le operazioni di emergenza nelle zone più esposte. Il capo del governo ha proposto un patto nazionale per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, coinvolgendo istituzioni, forze politiche e società civile in una strategia condivisa che metta al riparo il Paese da future catastrofi ambientali. Sánchez ha inoltre ringraziato i Paesi europei che hanno inviato mezzi aerei e squadre di soccorritori, sottolineando la dimensione internazionale di un’emergenza che non conosce confini.
Sul campo, le squadre a terra, affiancate da elicotteri e aerei antincendio, lavorano senza tregua per aprire linee tagliafuoco, raffreddare i bordi dei fronti attivi e proteggere centri abitati e infrastrutture critiche. Le condizioni meteorologiche restano particolarmente difficili, con umidità bassissima e terreni aridi che favoriscono la propagazione delle fiamme e complicano l’azione dei soccorritori. Gli esperti dell’agenzia statale di meteorologia AEMET prevedono un rischio di incendio estremo almeno fino al termine dell’ondata di caldo prevista per la settimana, rendendo necessario un monitoraggio costante e l’allerta delle popolazioni interessate.
Nell’analisi delle cause dell’emergenza, prevalgono il ruolo combinato del riscaldamento globale e della gestione non ottimale del territorio, con la diffusione di specie vegetali infiammabili, campi abbandonati e la carenza di finanziamenti per la prevenzione che hanno acutizzato la vulnerabilità del sistema. Le autorità regionali denunciano mezzi antincendio insufficienti e chiedono l’implementazione di fondi e risorse stabili sia per la gestione forestale sia per la manutenzione delle infrastrutture strategiche.
In conclusione, la Spagna è impegnata in una battaglia senza apparente tregua contro una calamità che assume contorni eccezionali per gravità e dimensioni. Mentre la ministra Robles non esclude il possibile invio di ulteriori militari, la popolazione resta stretta attorno alle istituzioni e alle squadre di soccorso, confidando in una rapida inversione della tendenza climatica che possa finalmente arginare quella che, per stessa ammissione delle autorità, è una situazione dantesca e senza precedenti nella storia recente del Paese.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!