Entra in vigore da oggi, martedì 19 agosto 2025, la prima fase del piano dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per combattere il telemarketing selvaggio attraverso il blocco delle chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numeri di rete fissa italiani falsificati.
La misura rappresenta un’offensiva decisiva contro il fenomeno dello spoofing telefonico, quella tecnica fraudolenta che consente ai call center irregolari di mascherare il proprio numero reale con prefissi italiani per indurre i cittadini a rispondere alle chiamate. Gli operatori telefonici nazionali sono ora obbligati a bloccare preventivamente tutte le telefonate che provengono da server esteri ma si presentano con numerazioni geografiche italiane come 02 per Milano, 06 per Roma o altri prefissi territoriali.
Il secondo step della strategia anti-spoofing scatterà dal 19 novembre prossimo, quando il blocco sarà esteso anche alle chiamate dall’estero che utilizzano finti numeri di cellulare italiani. Questa fase risulterà più complessa dal punto di vista tecnico, poiché gli operatori dovranno verificare l’esistenza del numero nei database ministeriali e confermare che l’utente si trovi effettivamente all’estero in regime di roaming internazionale.
La delibera AGCOM 106/25/CONS, adottata dopo una lunga consultazione pubblica avviata nel marzo 2024 con operatori telefonici, associazioni dei consumatori e società di call center, introduce sanzioni particolarmente severe per chi non si adeguerà alle nuove disposizioni. Le multe possono raggiungere il milione di euro per gli operatori che non implementeranno i filtri anti-spoofing richiesti, con l’obiettivo di scoraggiare anche le multinazionali più strutturate dal prestare il proprio supporto a pratiche commerciali scorrette.
Secondo le stime del Codacons, il fenomeno delle chiamate moleste ha raggiunto proporzioni allarmanti nel nostro Paese, con circa 15 miliardi di contatti indesiderati registrati annualmente. Ogni cittadino italiano riceve mediamente dalle 5 alle 8 telefonate commerciali ogni settimana, nonostante 32 milioni di utenti risultino iscritti al Registro Pubblico delle Opposizioni, strumento che si è rivelato largamente inefficace contro le pratiche di spoofing.
Il settore del telemarketing legale muove in Italia un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro annui, con 2.035 call center regolarmente censiti e quasi 80.000 addetti. Accanto agli operatori legittimi, tuttavia, prospera un mercato sommerso di call center ubicati all’estero che operano nella più totale anarchia, violando sistematicamente le norme sulla privacy e sulla tutela dei consumatori attraverso l’utilizzo di numerazioni falsificate.
La tecnica dello spoofing sfrutta le vulnerabilità intrinseche nei protocolli delle comunicazioni telefoniche per alterare il numero visualizzato sul display del destinatario. I cybercriminali manipolano il Protocollo SS7 (Signaling System 7), utilizzato dalle reti di telecomunicazione globali per gestire l’instradamento delle chiamate, riuscendo così a intercettare, deviare e modificare le informazioni trasmesse, compreso l’identificativo del chiamante.
Finora gli operatori telefonici italiani non disponevano di strumenti per verificare in tempo reale l’autenticità del numero chiamante e si limitavano a inoltrare anche le chiamate fraudolente. Con le nuove regole, i gestori del traffico internazionale sono obbligati a controllare la coerenza tra numero mostrato e reale provenienza geografica della chiamata, bloccando preventivamente quelle sospette prima che raggiungano il destinatario finale.
L’unica eccezione prevista dalla normativa riguarda i cittadini italiani che si trovano legittimamente all’estero e utilizzano il proprio telefono in regime di roaming internazionale. In questi casi, gli operatori dovranno verificare attraverso i sistemi di geolocalizzazione che l’utente stia effettivamente effettuando la chiamata dal territorio straniero prima di consentire il passaggio della telefonata.
Le associazioni dei consumatori manifestano reazioni contrastanti rispetto all’efficacia delle nuove misure. Anna Rea, presidente di Adoc nazionale, definisce il filtro anti-spoofing “un risultato importante raggiunto dopo tante denunce per tutelare i consumatori”, sottolineando come si tratti di “un’emergenza che mina la tranquillità quotidiana delle persone”. Sul fronte opposto, il Codacons si mostra scettico sulla reale portata dell’intervento, evidenziando come le nuove norme rappresentino “l’ennesimo palliativo” che non metterà fine al calvario dei cittadini.
Effettivamente, permangono alcune criticità strutturali che potrebbero limitare l’efficacia del provvedimento. Il blocco iniziale riguarda esclusivamente i finti numeri fissi italiani, mentre le numerazioni mobili falsificate continueranno a raggiungere gli utenti almeno fino a novembre. Inoltre, rimane possibile per i call center irregolari falsificare le numerazioni chiamando direttamente dall’Italia, aggirando così i controlli sui flussi internazionali, e utilizzare prefissi stranieri autentici per le proprie campagne commerciali.
Gli esperti del settore avvertono che i call center illegali, forti di tecnologie sempre più sofisticate, sono già pronti ad adottare contromisure per aggirare i nuovi blocchi. L’evoluzione delle piattaforme VoIP (Voice over Internet Protocol) e l’utilizzo di server distribuiti geograficamente potrebbero consentire ai malintenzionati di continuare le proprie attività fraudolente attraverso modalità alternative difficilmente intercettabili dai filtri attuali.
Parallelamente all’introduzione dei filtri anti-spoofing, l’AGCOM ha rafforzato i propri poteri sanzionatori attraverso il decreto legislativo 48/2024, che ha aggiornato il Codice delle Comunicazioni Elettroniche prevedendo sanzioni amministrative pecuniarie da 50.000 euro fino a un milione di euro per i soggetti che operano in violazione delle norme contro le pratiche commerciali sleali, le frodi e gli abusi nel settore delle telecomunicazioni.
La tipologia di chiamate oggetto del provvedimento comprende non soltanto le tradizionali offerte per contratti di telefonia, luce e gas, ma sempre più frequentemente proposte di investimenti finanziari, trading in criptovalute e altri prodotti ad alto rischio che possono causare perdite economiche ingenti ai consumatori meno preparati. Questo ampliamento del ventaglio delle truffe telefoniche ha reso ancora più urgente l’adozione di misure di contrasto efficaci e strutturali.
L’Unione Nazionale Consumatori, attraverso il presidente Massimiliano Dona, chiede al Parlamento di intervenire con una nuova legge che obblighi i call center a utilizzare esclusivamente la numerazione riconoscibile 0844 indicata dall’Autorità delle comunicazioni, modifichi il Codice del Consumo considerando pratica commerciale aggressiva anche una singola chiamata a chi è iscritto al Registro delle Opposizioni e tolga valore legale ai contratti conclusi telefonicamente nel settore energetico.
Il fenomeno del CLI spoofing non rappresenta esclusivamente un problema di natura commerciale, ma costituisce anche uno strumento privilegiato per condurre campagne di vishing (voice phishing) e altre forme di ingegneria sociale finalizzate al furto di identità e dati bancari. I truffatori utilizzano infatti numeri falsificati per impersonare istituti di credito, forze dell’ordine e altre istituzioni pubbliche, convincendo le vittime a fornire informazioni sensibili come codici di accesso, PIN e credenziali di home banking.
L’implementazione del filtro anti-spoofing richiederà agli operatori telefonici investimenti significativi in infrastrutture tecnologiche e sistemi di monitoraggio del traffico in tempo reale. Le compagnie hanno avuto tre mesi di tempo per adeguarsi al primo blocco e ne avranno altri tre per preparare i sistemi necessari alla seconda fase, che coinvolgerà anche la collaborazione con gli operatori internazionali per la verifica delle chiamate in roaming.
Pur rappresentando un passo importante nella tutela dei consumatori, le nuove disposizioni AGCOM dovranno essere integrate con ulteriori misure normative e tecniche per garantire una protezione efficace contro l’evoluzione delle tecniche fraudolente. Solo attraverso un approccio coordinato tra autorità di settore, operatori telefonici e consumatori sarà possibile arginare definitivamente il fenomeno del telemarketing selvaggio che continua a rappresentare una delle principali fonti di disturbo e rischio per milioni di cittadini italiani.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!