Il Marocco sta affrontando in questi giorni una delle più intense ondate di maltempo degli ultimi anni, con nevicate eccezionali sulle catene montuose dell’Atlante e piogge torrenziali lungo alcuni tratti della costa atlantica, che hanno provocato alluvioni lampo e un pesante bilancio di vittime. Tra l’Alto e il Medio Atlante, la neve ha raggiunto accumuli fino a 80 centimetri oltre i 1.800 metri di quota, isolando interi villaggi, bloccando assi viari strategici e costringendo le autorità a mettere in campo un vasto dispositivo di emergenza per garantire assistenza alle popolazioni colpite.
Secondo i bollettini della Direzione Generale della Meteorologia marocchina, la fase perturbata è legata all’ingresso di aria fredda di origine atlantica che, interagendo con la complessa orografia del Paese, ha innescato nevicate diffuse sui rilievi e precipitazioni molto abbondanti lungo il litorale occidentale. Sull’Alto Atlante la coltre nevosa ha raggiunto in diversi punti spessori compresi tra 50 e 80 centimetri, con ulteriori apporti attesi nelle prossime ore alle quote superiori ai 1.400‑1.600 metri, dove si prevedono accumuli aggiuntivi fino a 30 centimetri. Il quadro meteorologico resta quindi fortemente instabile, con temperature in marcata flessione, gelo notturno e visibilità ridotta sui passi montani, fattori che incrementano il rischio di incidenti e interruzioni della viabilità.
L’area più duramente colpita dalle nevicate è quella dell’Alto Atlante, dove numerose località montane stanno sperimentando condizioni tipiche dell’inverno più rigido. Province come Ifrane, Khenifra, Azilal, Midelt e Beni Mellal risultano interessate da accumuli consistenti, che in molti casi hanno superato le normali soglie stagionali. In queste zone, strade secondarie e collegamenti interni sono stati temporaneamente chiusi per l’impossibilità di garantire la circolazione in sicurezza, mentre i principali assi di comunicazione sono oggetto di interventi continui da parte degli spazzaneve e dei mezzi di soccorso impegnati nel mantenimento delle arterie più importanti. In alcuni villaggi di alta quota, l’accesso resta difficoltoso e richiede l’utilizzo di mezzi speciali, con le autorità impegnate a evitare che l’isolamento prolungato possa trasformarsi in un fattore di rischio per le comunità più vulnerabili.
Le nevicate non rappresentano tuttavia l’unico elemento critico di questa ondata di maltempo. Sulla costa atlantica, e in particolare nella regione di Safi, le piogge intense cadute in poche ore hanno provocato alluvioni lampo che hanno trasformato le strade in veri e propri corsi d’acqua, trascinando veicoli, detriti e fango all’interno dei quartieri urbani. Il bilancio, secondo le fonti ufficiali, è molto grave: almeno 37 persone hanno perso la vita e decine di feriti sono stati trasportati in ospedale, mentre numerose abitazioni del centro storico sono state invase dall’acqua e dal fango, riportando danni significativi alle strutture. Alcuni collegamenti stradali da e verso la città risultano compromessi o interrotti, rendendo più complesse le operazioni di soccorso e ripristino.
La combinazione di neve in altura e alluvioni a valle evidenzia il carattere estremo di questa fase meteorologica, in un contesto in cui gli esperti sottolineano da tempo la crescente frequenza di eventi intensi e improvvisi nel Nord Africa, caratterizzati da alternanze tra periodi di siccità prolungata e fasi di precipitazioni concentrate. In Marocco, questo scenario si traduce in una forte pressione sulle infrastrutture, spesso progettate per condizioni meno estreme, e sulla capacità delle comunità locali di adattarsi a variazioni rapide del quadro climatico. Le montagne dell’Atlante, tradizionalmente associate a nevicate invernali, stanno registrando episodi di accumulo nevoso particolarmente abbondante in tempi molto brevi, con conseguenze immediate sulla mobilità, sull’approvvigionamento e sulla tenuta dei servizi essenziali.
Per far fronte a questa emergenza, il Ministero dell’Interno marocchino ha annunciato l’intensificazione della mobilitazione a livello nazionale, in esecuzione delle direttive del re Mohammed VI, con un innalzamento del livello di allerta e una stretta coordinazione tra i diversi dipartimenti governativi e gli organismi competenti. È stato attivato un centro di pilotaggio e vigilanza presso il Ministero, affiancato da comitati provinciali incaricati di monitorare l’evoluzione delle condizioni meteo e di coordinare le misure preventive e gli interventi sul territorio. Il piano nazionale di lotta contro gli effetti delle ondate di freddo, predisposto per la stagione invernale 2025‑2026, è stato aggiornato con nuovi dati e ampliato nel raggio di azione, con l’obiettivo di coprire un numero maggiore di aree esposte e di rafforzare gli strumenti di risposta alle emergenze locali.
La mobilitazione riguarda 28 prefetture e province, con particolare attenzione ai douar più isolati e alle comunità rurali di montagna, dove la combinazione di freddo intenso, neve al suolo e difficoltà di accesso può rapidamente tradursi in condizioni critiche per la popolazione. Sono stati predisposti interventi mirati di distribuzione di aiuti alimentari, coperte, legna da ardere e materiale per il riscaldamento, oltre a forniture straordinarie di foraggi per la protezione del bestiame, risorsa economica fondamentale in molte delle zone colpite. Parallelamente, vengono mantenuti in stato di allerta i mezzi logistici, compresi veicoli cingolati e spazzaneve, schierati in prossimità dei tratti stradali considerati più a rischio di blocco per accumulo di neve o smottamenti.
Le autorità insistono in modo particolare sulle raccomandazioni rivolte ai cittadini, sollecitando la massima prudenza negli spostamenti e invitando a limitare i viaggi alle sole situazioni indispensabili, soprattutto in direzione dei passi montani dell’Alto Atlante, dove la circolazione resta incerta e soggetta a improvvise chiusure. Nei comunicati ufficiali viene ribadita la necessità di rispettare le indicazioni della protezione civile e delle forze di sicurezza, evitare gli assi considerati a rischio interruzione e mantenersi costantemente informati attraverso i bollettini meteorologici aggiornati. In alcune aree, le autorità locali hanno già disposto la chiusura temporanea di scuole e strutture pubbliche, con l’obiettivo di ridurre la mobilità e contenere l’esposizione ai pericoli legati al maltempo.
Le previsioni per le prossime ore indicano il persistere di condizioni perturbate su gran parte delle regioni montuose e di alcuni settori della fascia costiera. Sui rilievi dell’Atlante sono attese nuove nevicate, in particolare nelle ore notturne, con possibili ulteriori accumuli che andranno a sommarsi alla neve già presente al suolo, aumentando il rischio di caduta di rami e crollo di strutture precarie, oltre a rendere ancora più complesso il lavoro dei mezzi di sgombero. Sulle zone costiere, invece, rimangono possibili rovesci intensi, forti raffiche di vento e mareggiate che potrebbero ostacolare le attività portuali e costiere. La Direzione Generale della Meteorologia mantiene attivi avvisi di livello arancione e, in alcune aree particolarmente esposte, di livello rosso, in considerazione dell’elevato potenziale di impatto al suolo.
In questo contesto, l’evento che sta interessando il Marocco si inserisce in un quadro più ampio di instabilità atmosferica che coinvolge il Mediterraneo occidentale e il Nord Africa, con sistemi perturbati che scorrono lungo il margine meridionale delle correnti atlantiche. Le immagini satellitari mostrano vaste aree nuvolose in rotazione sul bacino occidentale, con nuclei di precipitazione più intensi in corrispondenza dei rilievi e delle coste esposte. L’Atlante, con le sue catene montuose orientate in maniera tale da favorire il sollevamento delle masse d’aria umida in arrivo dall’oceano, agisce da catalizzatore per la formazione di nevicate abbondanti una volta che la temperatura in quota scende sotto lo zero, trasformando una perturbazione atlantica in un episodio di pieno inverno per vaste porzioni del Paese.
L’evoluzione di questa ondata di maltempo sarà determinante per comprendere l’entità complessiva dei danni alle infrastrutture, alle attività economiche e al tessuto sociale delle comunità interessate. Nel breve periodo, la priorità resta quella di garantire la sicurezza delle persone, la continuità dei servizi essenziali e il ripristino dei collegamenti interrotti, mentre sul medio periodo le istituzioni saranno chiamate a valutare gli interventi necessari per potenziare ulteriormente i sistemi di allerta, la resilienza delle reti di trasporto e la capacità di risposta alle emergenze meteorologiche estreme. In attesa di un miglioramento delle condizioni, il Marocco continua dunque a fare i conti con una situazione invernale severa, caratterizzata da neve fino a 80 centimetri in montagna e da alluvioni sulla costa, in un quadro che richiede monitoraggio costante e una gestione coordinata delle criticità su scala nazionale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
