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Arriva il Sorpassometro, come funziona l’autovelox che segnala i sorpassi vietati

Il sorpassometro SV3, approvato a dicembre 2024, entra in fase operativa per rilevare automaticamente i sorpassi vietati tramite sensori e telecamere, con multe fino a 1.308 euro.
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La lotta contro i comportamenti pericolosi alla guida si arricchisce di un nuovo strumento tecnologico che promette di rivoluzionare il controllo stradale. Dopo autovelox e tutor, le strade italiane vedono l’arrivo del sorpassometro SV3, un dispositivo di controllo elettronico che rileva e sanziona automaticamente i sorpassi vietati, una delle principali cause di incidenti frontali mortali secondo le statistiche ministeriali.

Il sistema, denominato ufficialmente SV3, rappresenta il risultato di un lungo percorso normativo che ha visto la sua approvazione definitiva con il decreto dirigenziale numero 603 dell’11 dicembre 2024, emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo provvedimento ha esteso l’autorizzazione all’utilizzo della versione più avanzata del dispositivo, caratterizzata da significativi aggiornamenti tecnologici rispetto ai modelli precedenti e dalla possibilità di impiego su strade con limite massimo di velocità fino a 90 chilometri orari.

L’iter burocratico del sorpassometro affonda le radici nel 2008, quando il primo decreto dirigenziale approvò il dispositivo originale, seguito da successivi aggiornamenti nel 2011 con la versione SV2. La nuova versione SV3, prodotta dalla società K2K di Como, introduce componenti tecnologici all’avanguardia che garantiscono maggiore precisione nel rilevamento delle infrazioni e resistenza alle condizioni meteorologiche avverse.

Il funzionamento del sorpassometro si basa su una combinazione sofisticata di tecnologie che operano in modalità completamente automatizzata. Il cuore del sistema è costituito da sensori elettromagnetici installati direttamente nel manto stradale, invisibili agli automobilisti ma estremamente sensibili al passaggio dei veicoli. Questi sensori sono collegati a telecamere ad alta definizione posizionate in punti sopraelevati, come viadotti o strutture apposite, che garantiscono una visuale ottimale del tratto stradale monitorato.

Quando un veicolo invade la corsia opposta per effettuare un sorpasso vietato, i sensori rilevano immediatamente l’infrazione attivando il sistema di registrazione video. Le telecamere catturano automaticamente un filmato di quindici secondi, comprensivo di cinque secondi precedenti e dieci successivi alla manovra, documentando così l’intera sequenza dell’infrazione con particolare attenzione all’identificazione della targa del veicolo coinvolto.

I dati raccolti vengono trasmessi in tempo reale tramite connessione GPRS alla centrale operativa della Polizia Locale competente per territorio, dove operatori specializzati analizzano le immagini per confermare l’effettiva violazione del codice della strada. Questo processo di verifica umana garantisce l’accuratezza delle sanzioni ed evita falsi positivi che potrebbero derivare da situazioni particolari o manovre non effettivamente illecite.

L’elemento distintivo del sorpassometro rispetto ad altri dispositivi di controllo stradale risiede nella sua capacità di distinguere tra una semplice invasione temporanea della corsia opposta e un sorpasso effettivamente completato. La sanzione scatta infatti solamente quando viene documentato il completamento della manovra di superamento, consentendo agli automobilisti che si accorgano per tempo della presenza del dispositivo di interrompere la manovra e rientrare nella propria corsia senza incorrere in penalità.

Le sanzioni previste per le infrazioni rilevate dal sorpassometro sono disciplinate dall’articolo 148 del Codice della Strada e variano in base alla gravità e alle circostanze dell’infrazione commessa. Per i sorpassi vietati in condizioni standard, la multa oscilla tra 167 e 665 euro, accompagnata dalla decurtazione di dieci punti dalla patente di guida.

Le sanzioni si inaspriscono considerevolmente quando il sorpasso viene effettuato in situazioni di particolare pericolo, come in prossimità di curve cieche, dossi o incroci non regolamentati. In questi casi, l’ammenda può raggiungere cifre comprese tra 327 e 1.308 euro, mantenendo la decurtazione di dieci punti e aggiungendo la possibilità di sospensione della patente da uno a tre mesi per i neopatentati in caso di recidiva.

Una particolare aggravante è rappresentata dalle infrazioni commesse durante le ore notturne, specificatamente tra le 22 e le 7 del mattino, quando le sanzioni vengono automaticamente aumentate di un terzo rispetto agli importi base. Nel caso più grave, quello della guida contromano durante un sorpasso, la multa può superare i 1.300 euro, configurandosi come una delle sanzioni più severe previste dal codice della strada.

Per infrazioni meno gravi, come l’attraversamento della linea continua senza completamento del sorpasso, sono previste sanzioni più contenute con multa variabile e decurtazione di soli due punti dalla patente.

L’installazione dei sorpassometri non può avvenire in modalità discrezionale ma richiede un’autorizzazione formale del Prefetto competente per territorio, che deve valutare specifici criteri di pericolosità del tratto stradale interessato. I dispositivi possono essere collocati esclusivamente in zone caratterizzate da elevata incidentalità nel quinquennio precedente, documentata impossibilità di contestazione immediata delle violazioni e presenza di velocità mediamente superiori ai limiti consentiti.

I punti strategici individuati per l’installazione comprendono rettilinei con scarsa visibilità, curve cieche, dossi e tratti stradali dove si concentrano statisticamente il maggior numero di incidenti causati da sorpassi azzardati. L’obiettivo dichiarato delle amministrazioni è quello di utilizzare il sorpassometro come deterrente psicologico nei punti più critici della rete viaria, scoraggiando manovre pericolose attraverso la certezza della sanzione.

Il primo sorpassometro operativo della nuova generazione SV3 è entrato in funzione il 4 agosto 2025 ad Acquappesa, comune della provincia di Cosenza, lungo la strada statale 18 Tirrena Inferiore. Il tratto scelto, compreso tra i chilometri 299.960 e 303.800, è da anni nel mirino delle autorità locali per l’elevato numero di manovre azzardate e incidenti gravi registrati.

Il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, ha sottolineato come l’amministrazione comunale avesse ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie già da diversi mesi, ma abbia preferito attendere gli ultimi aggiornamenti normativi per garantire la massima trasparenza e legalità dell’installazione, evitando potenziali ricorsi basati su vizi procedurali.

Il dispositivo calabrese rappresenta un banco di prova importante per valutare l’efficacia del sistema SV3 in condizioni operative reali, considerando che la strada statale 18 registra un significativo incremento del traffico durante il periodo estivo, quando i flussi turistici verso le località balneari intensificano la circolazione veicolare e, di conseguenza, il rischio di comportamenti pericolosi.

Nonostante l’apparente inattaccabilità tecnica del sorpassometro, la sua legittimità giuridica presenta alcuni punti critici che aprono spazi per possibili ricorsi. La questione principale riguarda la distinzione tra approvazione ministeriale e omologazione tecnica dei dispositivi, un nodo normativo irrisolto che affligge da anni anche gli autovelox tradizionali.

La Corte di Cassazione ha stabilito in diverse sentenze che per la validità delle multe è necessaria l’omologazione dei dispositivi di controllo, non la semplice approvazione ministeriale. Questa differenza, seppur sottile, può rappresentare un elemento decisivo nei ricorsi presentati dai cittadini sanzionati, considerando che il Ministero delle Infrastrutture tende a equiparare i due concetti senza fornire una chiara distinzione procedurale.

Altre possibili cause di annullamento delle sanzioni riguardano l’assenza o l’inadeguatezza della segnaletica che deve annunciare la presenza del sorpassometro, la mancata autorizzazione prefettizia o irregolarità nella sua concessione, e possibili errori nella rilevazione delle infrazioni dovuti a malfunzionamenti tecnici del dispositivo.

I cittadini sanzionati hanno il diritto di contestare le multe ricevute presentando ricorso entro trenta giorni al Giudice di Pace oppure entro sessanta giorni al Prefetto competente. Il ricorso può fondarsi su vizi formali del verbale, contestazioni tecniche relative al funzionamento del dispositivo, o questioni procedurali legate all’autorizzazione e all’installazione del sorpassometro.

La verifica della regolarità dell’impianto può essere effettuata consultando i decreti prefettizi relativi all’autorizzazione, controllando la presenza e l’adeguatezza della segnaletica di preavviso, e richiedendo documentazione tecnica sull’omologazione del dispositivo specifico che ha rilevato l’infrazione.

L’introduzione del sorpassometro rappresenta indubbiamente un’evoluzione significativa nella strategia di controllo della sicurezza stradale, offrendo alle autorità uno strumento tecnologicamente avanzato per contrastare una delle infrazioni più pericolose. La sua efficacia come deterrente dipenderà dalla diffusione sul territorio e dalla certezza dell’applicazione delle sanzioni, elementi che potrebbero contribuire a modificare i comportamenti di guida degli automobilisti italiani nei tratti più critici della rete viaria nazionale.

Tuttavia, fino a quando il quadro normativo non sarà completamente definito e le procedure di omologazione non saranno chiarite in modo inequivocabile, anche questo strumento tecnologicamente avanzato continuerà a poggiare su fondamenta giuridiche potenzialmente fragili, lasciando spazio a contestazioni che potrebbero limitarne l’efficacia operativa.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!