È tornato a farsi sentire con violenza il vulcano Semeru, il più alto e tra i più pericolosi dell’isola di Giava. Una nuova eruzione ha costretto le autorità indonesiane ad avviare una vasta operazione di evacuazione: quasi mille persone hanno lasciato le proprie abitazioni, mentre decine di escursionisti sono stati messi in salvo dopo essere rimasti bloccati a pochi chilometri dal cratere. La situazione resta critica, con l’allerta vulcanica fissata al livello massimo e un bilancio dei danni ancora in fase di aggiornamento.
La nube di cenere, densa e minacciosa, ha raggiunto i 2.000 metri di altezza, oscurando il cielo e rendendo difficili le operazioni di soccorso. La lava ha cominciato a scendere lungo i pendii del monte, tagliando fuori intere aree rurali. Il gruppo di 170 escursionisti, sorpresi dall’eruzione durante un campeggio, è stato evacuato in condizioni estreme ma tutti sono stati recuperati in vita. Il governo ha mobilitato squadre di emergenza per monitorare la situazione, fornire assistenza alla popolazione e proteggere le infrastrutture principali.
L’Indonesia è uno dei Paesi più esposti al rischio vulcanico al mondo. Il Semeru, con i suoi 3.676 metri, è solo uno dei circa 130 vulcani attivi distribuiti lungo l'”Anello di Fuoco del Pacifico”, la fascia sismica dove la frizione tra le placche tettoniche genera frequenti terremoti ed eruzioni. La memoria collettiva dell’eruzione del dicembre 2021 è ancora viva: allora si contarono 51 morti e interi villaggi vennero sepolti sotto uno spesso strato di cenere. Oggi, mentre la popolazione vive nuove ore di angoscia, la paura è che la potenza distruttiva del Semeru possa nuovamente superare ogni previsione.
