In Italia la parola terremoto evoca ricordi dolorosi: L’Aquila, Amatrice, Irpinia, Belice, Friuli. Storie di comunità devastate, di case crollate, di vite spezzate. Ogni volta lo stesso copione: una scossa improvvisa, la corsa verso la salvezza, la paura che lascia il segno.
Eppure, al di là delle emozioni e delle tragedie, il terremoto non è un evento imprevedibile in senso assoluto: sappiamo dove può avvenire, conosciamo i meccanismi geologici che lo scatenano, e soprattutto possiamo imparare come ridurne gli effetti. Non possiamo impedire alla crosta terrestre di muoversi – perché la sismicità è una conseguenza naturale dei processi tettonici – ma possiamo imparare a vivere in modo più sicuro.
Questo articolo non vuole spaventare, ma informare. Perché di fronte a un terremoto, la differenza tra la vita e la morte spesso la fanno i comportamenti che adottiamo nei primi istanti.
L’Italia è una delle aree più sismiche d’Europa. La penisola si trova a contatto tra la placca africana e quella euroasiatica, che da milioni di anni spingono l’una contro l’altra. È questa compressione a generare catene montuose come gli Appennini e le Alpi, ma anche fratture profonde che accumulano energia e, ciclicamente, la rilasciano sotto forma di scosse sismiche.
Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), oltre il 60% del territorio italiano è classificato come “sismico”. Ciò significa che milioni di cittadini vivono in aree dove i terremoti non sono una possibilità remota, ma un rischio concreto.
Prima del terremoto
Molti degli edifici italiani non sono stati costruiti secondo criteri antisismici. In particolare, le case in muratura tradizionale – quelle con pietre o mattoni legati da malta – sono vulnerabili perché non hanno collegamenti strutturali solidi. Quando arriva una scossa, le pareti tendono a separarsi e crollare.
Gli edifici più sicuri sono quelli costruiti con criteri moderni in cemento armato, ma anche in questo caso la qualità dei materiali e la manutenzione sono fondamentali.
Un ingegnere strutturale può effettuare un’analisi di vulnerabilità sismica, valutando eventuali interventi di consolidamento (come catene metalliche, cerchiature, rinforzi con fibre di carbonio o miglioramenti delle connessioni tra pareti e solai). Sono interventi che hanno un costo, ma che possono salvare vite.
Non serve essere tecnici per adottare misure semplici ma efficaci:
- fissare librerie e armadi alle pareti,
- evitare di posizionare oggetti pesanti in alto,
- bloccare gli elettrodomestici più grandi con staffe,
- individuare in casa i “punti sicuri”: tavoli robusti, angoli vicino a pilastri portanti, zone lontane da finestre.
Una parte spesso sottovalutata è la preparazione mentale. Durante una scossa, l’istinto può spingerci a fuggire, gridare, correre: tutte azioni che aumentano i rischi. Fare simulazioni in famiglia, spiegare ai bambini le regole, sapere già cosa fare riduce il panico e favorisce reazioni lucide.
Cosa Fare Durante il Terremoto
Quando la terra trema, i secondi sembrano interminabili. È in quel tempo sospeso che bisogna agire in modo corretto.
Se ti trovi in un edificio
- Non correre fuori: contrariamente a quanto si pensa, scappare può essere molto pericoloso. Cadute di cornicioni, vetri e calcinacci rappresentano un rischio elevato.
- “Drop, cover, hold on”: abbassati, riparati sotto un tavolo robusto o vicino a un muro portante interno, e tieniti saldo fino al termine della scossa.
- Lontano da finestre: vetri e infissi possono rompersi facilmente.
- Ascensori vietati: mai usarli durante o subito dopo il terremoto.
- Sei a letto? Meglio restare lì, se riesci mettiti subito sotto al letto o se non fosse possibile proteggiti la testa con un cuscino, piuttosto che correre al buio.
Se ti trovi all’aperto
- Allontanati da edifici e pali: cerca spazi aperti, lontano da facciate, campanili e linee elettriche.
- In auto: accosta lentamente, senza bloccare la carreggiata, e rimani dentro fino alla fine della scossa.
Se sei in luoghi affollati (scuole, uffici, centri commerciali)
- Segui le procedure previste dal piano di emergenza.
- Non correre verso le uscite, ma attendi le indicazioni del personale addetto.
- Evita scale e ascensori durante la scossa: sono tra le aree più pericolose.
In automobile
- Fermati gradualmente, senza frenate brusche.
- Non sostare vicino a ponti, viadotti o palazzi alti.
- Resta in macchina: l’abitacolo offre una protezione discreta contro caduta di detriti.
Cosa Fare Dopo il Terremoto
Terminata la scossa, il pericolo non è finito. Le repliche (aftershocks) possono verificarsi anche nei minuti o giorni successivi.
- Verifica la tua sicurezza: se sei rimasto ferito, cerca aiuto senza muoverti troppo.
- Aiuta chi è accanto a te: prima i bambini, gli anziani e le persone fragili.
- Non usare subito il telefono: le linee devono restare libere per le chiamate di emergenza. Usa i messaggi o i social solo per brevi comunicazioni.
- Chiudi gas, acqua ed energia elettrica se sospetti danni agli impianti. Le fughe di gas sono tra le cause principali di incendi post-terremoto.
- Non rientrare negli edifici danneggiati finché non arrivano le verifiche dei Vigili del Fuoco o della Protezione Civile.
- Raggiungi le aree di raccolta: sono spazi sicuri dove ricevere informazioni e assistenza.
Comunicazioni
Le linee telefoniche vanno preservate per le emergenze. Se possibile, usa SMS o app di messaggistica. La Protezione Civile attiva canali ufficiali con aggiornamenti: diffida delle voci non verificate.
Falsi miti che possono costare la vita
- Lo stipite della porta è sicuro: non sempre. Negli edifici moderni non rappresenta un rinforzo strutturale.
- Bisogna scappare subito: in realtà, i crolli parziali avvengono proprio all’esterno degli edifici.
- Meglio rifugiarsi sulle scale: è il contrario. Le scale sono tra le parti più deboli.
- I terremoti arrivano con preavviso dagli animali: non esistono prove scientifiche affidabili.
Il vero antidoto al terremoto è la cultura della prevenzione. Paesi come il Giappone lo dimostrano: grazie a edifici antisismici e a esercitazioni frequenti, anche sismi di magnitudo molto alta causano meno vittime rispetto a quanto accadrebbe in Italia.
Da noi, la Protezione Civile promuove campagne come “Io non rischio”, che coinvolgono volontari e cittadini per diffondere informazioni chiare e pratiche. Partecipare a queste iniziative significa contribuire alla sicurezza della comunità.
Il terremoto non è un fenomeno raro né lontano: è parte integrante della geologia del nostro Paese. Possiamo scegliere di ignorarlo, affidandoci alla fatalità, oppure possiamo decidere di prepararci, riducendo i rischi.
Le case possono essere rese più sicure. Le persone possono imparare comportamenti corretti. Le comunità possono organizzarsi in modo più resiliente.
In fondo, il messaggio è semplice: non possiamo fermare la terra, ma possiamo smettere di farci trovare impreparati. E questa, in un Paese fragile come l’Italia, è una responsabilità civile che riguarda tutti noi.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!