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Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, furto a Singapore: cosa hanno rubato e cosa rischiano ora

Le nuotatrici azzurre Pilato e Tarantino fermate per furto di oli cosmetici a Singapore: diplomazia italiana risolve il caso, ma restano conseguenze disciplinari.

Due celebri nuotatrici azzurre, Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, sono state protagoniste di un episodio controverso che ha scosso il mondo dello sport italiano. Le atlete sono state fermate dalle autorità aeroportuali di Singapore il 14 agosto 2025 con l’accusa di furto, trasformando quello che doveva essere un sereno rientro dalle vacanze post-mondiali in un caso diplomatico internazionale.

La vicenda ha avuto luogo all’aeroporto di Changi a Singapore, dove le due nuotatrici si trovavano per imbarcarsi su un volo diretto in Italia dopo aver trascorso una vacanza di dieci giorni a Bali insieme alle compagne di squadra Anita Bottazzo e Sofia Morini. Le atlete erano tornate a Singapore unicamente per utilizzare il biglietto di ritorno prenotato dalla delegazione azzurra al termine dei Campionati Mondiali conclusi il 3 agosto.

Le telecamere di sorveglianza dell’aeroporto hanno registrato il momento cruciale in cui Chiara Tarantino avrebbe prelevato alcuni prodotti cosmetici da un negozio del duty free, nello specifico due confezioni di oli essenziali, per poi nasconderli nella borsa di Benedetta Pilato. Secondo le ricostruzioni, tale gesto sarebbe avvenuto molto probabilmente all’insaputa della stessa Pilato, configurandosi come una "goliardata" finita male.

I prodotti al centro della controversia erano di modesto valore economico: si trattava di due flaconcini di oli cosmetici prelevati da un negozio duty free dell’aeroporto. Nonostante l’entità relativamente piccola del furto, le autorità singaporiane hanno proceduto secondo la rigorosa legislazione locale, che non ammette eccezioni per reati di questa natura.

Una volta identificate dalle telecamere di sicurezza, le quattro nuotatrici sono state immediatamente fermate dagli agenti aeroportuali prima che potessero completare le procedure di imbarco. Benedetta Pilato e Chiara Tarantino sono state trattenute più a lungo per accertamenti, mentre Anita Bottazzo e Sofia Morini, dopo essere state interrogate e perquisite, sono state rilasciate. Alle due protagoniste dell’episodio è stato ritirato il passaporto e sono state sottoposte a interrogatorio per diverse ore.

Singapore è nota per avere una delle legislazioni più severe al mondo in materia di reati anche minori. Il sistema giuridico della città-stato, basato sul Common Law britannico ma con regole estremamente rigide, prevede per il furto pene che possono arrivare fino a tre anni di carcere, multe pecuniarie e, in casi aggravati, anche punizioni corporali come la fustigazione. La severità delle sanzioni serve come deterrente per mantenere l’ordine pubblico in un paese che si vanta di essere uno dei più sicuri al mondo.

Il caso si è risolto grazie al tempestivo intervento della diplomazia italiana. L’ambasciatore Dante Brandi, ex pallanuotista che durante i Mondiali aveva stabilito rapporti cordiali con la delegazione azzurra, ha coordinato gli sforzi per la risoluzione della crisi. La Farnesina, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è attivata per facilitare la risoluzione della vicenda, beneficiando anche dei rapporti politici esistenti con Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Le indagini a carico delle due nuotatrici sono state concluse il 18 agosto dal giudice locale, che ha optato per un ammonimento formale concedendo il rilascio con un documento necessario per il rimpatrio dopo la restituzione del passaporto. Le atlete sono finalmente potute ripartire per l’Italia il 20 agosto, dopo aver trascorso diversi giorni in un hotel di Singapore.

Benedetta Pilato ha affidato ai social media la sua versione dei fatti, dichiarando di essere stata "indirettamente coinvolta" nell’episodio e sottolineando come i momenti difficili vissuti siano stati "indipendenti dalla sua volontà". Nel lungo post su Instagram, la nuotatrice ha precisato di aver collaborato fin da subito con le autorità locali e di non aver mai avuto intenzione di compiere gesti inadeguati.

Particolarmente significative sono state le parole di Pilato riguardo agli insegnamenti tratti dall’esperienza, menzionando la "prudenza, la responsabilità individuale e il valore delle persone che mi circondano". Tale formulazione è stata interpretata come una velata critica nei confronti di Chiara Tarantino, che avrebbe tradito la fiducia dell’amica compiendo il gesto che ha coinvolto entrambe.

Chiara Tarantino, al contrario, ha scelto il silenzio, disattivando i propri account social e non rilasciando dichiarazioni pubbliche sulla vicenda. Questo atteggiamento ha contribuito ad alimentare le speculazioni sulla sua responsabilità diretta nell’episodio.

Le implicazioni per le carriere delle due atlete potrebbero essere significative. Per Chiara Tarantino, tesserata con le Fiamme Gialle della Guardia di Finanza, la situazione è particolarmente delicata. Il gruppo sportivo della Guardia di Finanza sta valutando eventuali provvedimenti disciplinari che potrebbero arrivare fino all’espulsione dal corpo.

La Federazione Italiana Nuoto ha preso ufficialmente posizione sulla vicenda attraverso un comunicato in cui sottolinea come l’episodio sia "avvenuto al di fuori delle attività federali, durante un periodo di vacanza". Pur riconoscendo che i fatti sono stati chiariti con le autorità locali grazie al supporto dell’ambasciata italiana, la Federnuoto ha "stigmatizzato l’accaduto" riservandosi di "valutare attentamente la vicenda".

L’episodio ha causato notevole imbarazzo al movimento natatorio italiano, proprio nel momento in cui il nuoto azzurro stava raccogliendo consensi e successi internazionali. Benedetta Pilato, in particolare, era diventata un simbolo positivo dello sport italiano dopo aver dichiarato che il quarto posto alle Olimpiadi di Parigi era stato "il giorno più bello della sua vita", attirando l’attenzione mediatica e l’affetto del pubblico.

La vicenda ha evidenziato come comportamenti apparentemente innocui o goliardici possano avere conseguenze molto gravi quando avvengono in contesti internazionali con legislazioni particolarmente severe. L’episodio serve come monito per tutti gli atleti italiani impegnati in trasferte all’estero, sottolineando l’importanza di mantenere sempre un comportamento irreprensibile anche al di fuori delle competizioni ufficiali.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!