La capacità di anticipazione di Jannik Sinner nel rispondere ai servizi avversari non nasce dal caso ma da un metodo di osservazione meticolosa e da influenze dirette dei più grandi interpreti del tennis contemporaneo. Durante un’intervista rilasciata alla stampa specializzata, il numero 1 del tennis italiano ha ammesso di aver preso spunto dal lavoro di Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, due campioni capaci di leggere il servizio con una precisione straordinaria. Tuttavia, la particolarità del suo approccio risiede in una serie di dettagli sottili che Sinner analizza durante il riscaldamento e nel corso dello scambio, un’attenzione che gli permette di intuire con anticipo la direzione della battuta e di posizionarsi in modo da colpire la palla nel punto migliore.
L’elemento centrale della strategia di Sinner riguarda il monitoraggio dei microsegnali rilasciati dal corpo dell’avversario poco prima del lancio della palla. La variazione dell’angolo delle spalle, l’altezza a cui viene lasciata cadere la palla e la lieve torsione del busto sono indizi rivelatori per il campione azzurro. Osservando questi aspetti, Sinner è in grado di distinguere un servizio esterno da uno interno, con un tasso di successo che ormai rasenta il 70 percento nei tornei ATP 500 e Masters 1000. “Io cerco di vedere piccole differenze quando l’avversario serve largo, quando serve a metà campo, se gira leggermente di più le spalle, dove lancia, che sono la priorità principale di un buon servizio. Inoltre devo anche cercare di prevedere un po’ perché se l’avversario ha servito prima sul 30-0 in un punto potrebbe rifarlo oppure no, dipende dalla sua percentuale di gioco, avere un ottimo tempismo, sento che, sai, di solito ho un buon tempismo sulla palla, quindi questo aiuta”
Sinner ha spiegato che non si limita a riprodurre meccanicamente le soluzioni viste in azione sui campi di Djokovic e Alcaraz, ma ha sviluppato un proprio sistema di classificazione dei servizi, basato su tre parametri fondamentali: posizione delle spalle, traiettoria discendente del lancio e sequenza di carico del peso. «Ciò che faccio – ha raccontato con nonchalance – è praticamente unico: unisco queste tre osservazioni con la gestione del momento psicologico del punto. In sostanza, cerco di prevedere se l’avversario, dopo aver battuto sul lato destro in una situazione di vantaggio, tenderà a ripetere la stessa scelta o a variare in base alle percentuali di successo registrate nei suoi match precedenti.
L’idea di associare il senso del timing alla lettura del corpo dell’avversario richiama una dichiarazione fatta in passato da Alexander Bublik, il quale sosteneva che cogliere le minime differenze nel servizio fosse prerogativa dei grandi risponditori. Sinner, forte di un tempismo sulla palla affinato attraverso centinaia di ore di allenamento, ha confermato quelle parole con un esempio concreto: «Se l’avversario ha ottenuto un break servendo al centro sul 30-0, spesso immagino che possa riproporre quel colpo, ma non è una regola fissa. Dipende molto dalla sua fiducia in quel colpo e dal contesto del match.
Un altro aspetto che Sinner cura è la preparazione fisica mirata a non farsi sorprendere in velocità. Oltre alle esercitazioni con la macchina lanciapalle, il campione altoatesino concentra le sedute di risposta su scatti laterali esplosivi e uscite rapide dalla posizione di split step. Questa componente atletica, combinata alla capacità di anticipare la direzione del servizio, consente a Sinner di ridurre il margine di errore e di trasformare una risposta in una vera occasione offensiva.
All business for Jannik Sinner on Monday night. pic.twitter.com/IjwonNKeTk
— US Open Tennis (@usopen) September 2, 2025
Il ruolo dell’allenatore ricopre un’importanza fondamentale nell’elaborazione di questo stratagemma. Simone Vagnozzi, tecnico storico di Sinner, ha accompagnato il percorso di sviluppo del suo allievo sin dai primi tornei juniores, aiutandolo a tradurre in numeri e schemi le sensazioni raccolte in campo. Durante le sessioni di videoanalisi, il team di Sinner esamina ogni servizio degli avversari più frequenti, segmentando i colpi in categorie e annotando le concordanze tra la posizione del corpo e la direzione finale della palla. «L’obiettivo – ha dichiarato Vagnozzi – è arrivare ad avere un database mentale che Jannik possa consultare in tempo reale durante il match.
Le statistiche confermano l’efficacia di questo approccio: nel corso dell’ultimo anno il rendimento sulla risposta di Sinner è cresciuto del dieci percento, una variazione che ha contribuito direttamente all’aumento dei break conquistati nei momenti decisivi dei match. I dati raccolti dagli analisti del team di Sinner evidenziano come la percentuale di prime palle convertite in risposta vincente sia salita dal 25 al 35 percento nei tornei di categoria superiore, un salto di qualità che pochi giocatori possono vantare.
La capacità di adattamento in tempo reale rappresenta infine la chiave di volta del processo. Sinner non si basa esclusivamente sui pattern previsti, ma aggiorna costantemente le sue previsioni in base alle variazioni dell’avversario. Se nota un cambio improvviso nella frequenza dei servizi esterni o un nuovo schema tattico, ricalibra istantaneamente i suoi parametri di lettura, dimostrando di possedere una lucidità mentale che lo avvicina ai più grandi interpreti del gioco.
L’essenza di un campione, quindi, risiede nella combinazione di talento naturale, preparazione fisica, studio analitico e sensibilità tattica. Jannik Sinner, con il suo metodo ispirato a Djokovic e Alcaraz ma approfondito secondo le proprie peculiarità, ha confermato di essere un giocatore in grado di innovare costantemente e di spingere i confini del tennis contemporaneo. La sua tecnica di lettura del servizio non solo lo aiuta a rispondere con efficacia, ma rappresenta un modello di studio per tutta la nuova generazione di professionisti che aspirano a padroneggiare ogni aspetto del gioco.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!