Londra è tornata al centro dell’attenzione in materia di libertà di espressione dopo il fermo e la detenzione dell’irlandese Graham Linehan, noto comico e autore di tweet a sfondo anti-transgender, per oltre dodici ore all’aeroporto di Heathrow. L’episodio ha suscitato vibrate reazioni, da una parte di critici che invocano il rispetto della normativa sui reati d’odio e dall’altra difensori dell’espressione libera, tra i quali si distingue la scrittrice J.K. Rowling, che ha parlato di “totalitarismo”, e il leader laburista Keir Starmer, che ha attaccato la polizia per la gestione dell’arresto.
Graham Linehan, celebre per aver creato sitcom di successo nella televisione britannica, è arrivato a Heathrow nella mattinata di martedì scorso proveniente dall’Irlanda; poco dopo il controllo passaporti è stato trattenuto dagli agenti senza che gli venisse subito chiarito il motivo del fermo. Secondo fonti della polizia aeroportuale, l’arresto rientrerebbe in un’indagine sui tweet considerati potenzialmente lesivi nei confronti della comunità transgender e classificabili come incitamento all’odio sulla base delle leggi britanniche vigenti, in particolare il Public Order Act del 1986 e il Crime and Disorder Act del 1998.
Il comico è rimasto in un’area di detenzione amministrativa per più di metà giornata, senza accesso regolare a un avvocato o a familiari, suscitando interrogativi sull’applicazione delle procedure standard previste per il trattamento di sospetti colpevoli di reati informatici o verbali online. Solo in serata gli agenti hanno deciso di rilasciare Linehan senza alcuna accusa formale, consegnandogli un avviso di possibile convocazione per chiarimenti futuri.
Larresto e successivo rilascio hanno generato una pioggia di critiche nei confronti della polizia di frontiera. Keir Starmer, segretario di Stato ombra per l’Interno e leader del Partito Laburista, ha definito incomprensibile l’intervento delle autorità aeroportuali, sostenendo che l’operazione appare sproporzionata e che rischia di creare un pericoloso precedente contro chi esprime opinioni sgradite ma non illegali. In un comunicato ufficiale Starmer ha chiesto una revisione delle politiche di frontiera e maggiori tutele per la libertà di parola, auspicando che simili episodi non si ripetano.
L’intervento più duro, tuttavia, è arrivato da J.K. Rowling, che attraverso il suo account social ha bollato come “totalitario” il trattamento riservato a Linehan. La celebre autrice di romanzi ha collegato il caso alle critiche mosse negli ultimi anni sulla sua stessa posizione riguardo alle persone transgender, rivendicando il diritto di manifestare dissenso e opinioni anche contrarie alle narrative prevalenti senza subire ritorsioni istituzionali.
Dalla parte opposta, associazioni e attivisti per i diritti LGBTQ+ hanno difeso l’azione della polizia, sottolineando che la manifestazione di odio verbale e la diffusione di messaggi di stigmatizzazione costituiscono reati punibili e che la legge deve essere applicata con rigore per tutelare le categorie vulnerabili. Peter Tatchell, storico attivista per i diritti umani, ha dichiarato che nessuno è al di sopra della legge quando si tratta di incitare all’odio, anche se si tratta di personaggi noti.
L’accaduto riapre, in un Regno Unito già teatro di accesi scontri sul confine tra libertà di espressione e protezione delle minoranze, un dibattito che ha attraversato il mondo anglosassone negli ultimi anni. Da un lato si sottolinea il rischio di una deriva censoriale, in cui opinioni critiche verso le istanze transgender potrebbero essere represse sul piano giudiziario; dall’altro, si evidenzia l’importanza di arginare la diffusione di contenuti potenzialmente dannosi per l’incolumità psicologica e fisica delle persone transgender.
Il caso Linehan arriva a pochi giorni dall’approvazione di linee guida interne a diverse forze dell’ordine britanniche per l’identificazione e la gestione dei contenuti online ostili alle categorie protette, in particolare razza, religione e orientamento sessuale. Le nuove direttive prevedono una sorveglianza più attenta dei social media e una maggiore collaborazione con le piattaforme digitali, suscitando perplessità sugli eventuali limiti imposti alla libertà individuale.
Analisti giuridici sostengono che la detenzione a Heathrow rischi di violare l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che tutela la libertà di espressione ma prevede anche restrizioni proporzionate per ragioni di ordine pubblico e prevenzione dei reati. Sarà cruciale stabilire se nei casi futuri le forze dell’ordine adotteranno un approccio maggiormente equilibrato o se persisterà la linea dura che ha portato all’arresto temporaneo di Linehan.
Graham Linehan, dal canto suo, ha annunciato di voler valutare azioni legali contro il Dipartimento dell’Interno e contro la polizia di frontiera, sostenendo di essere stato privato indebitamente della propria libertà di movimento e di aver subito un trattamento umiliante. L’indirizzo legale da lui intrapreso costituirà un ulteriore banco di prova per il sistema giudiziario britannico sulla linea di demarcazione tra prevenzione dell’odio e tutela dei diritti fondamentali.
Il dibattito, ora accesso più che mai, promette di polarizzare opinioni e schieramenti politici, mentre i responsabili delle forze dell’ordine dovranno confrontarsi con le critiche ricevute e con l’esigenza di trovare un equilibrio fra rigore nell’applicazione delle norme contro i crimini d’odio e rispetto delle libertà civili garantite dalla legge.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!