Il successo clamoroso de La Ruota della Fortuna, tornata su Canale 5 con la conduzione garbata e popolare di Gerry Scotti, è molto più di un semplice exploit televisivo: è una conferma inequivocabile. Mediaset, oggi, riesce a riconquistare il suo pubblico solo quando ripesca dal cassetto i format storici della gloriosa stagione berlusconiana. La trasmissione, diventata appuntamento fisso e amata da giovani e nostalgici, è la prova tangibile che ciò che funzionava trent’anni fa continua a parlare con efficacia al pubblico di oggi. E questo dovrebbe far riflettere profondamente Pier Silvio Berlusconi.
Da anni, Pier Silvio porta avanti una linea editoriale che punta su una presunta “evoluzione” dei contenuti: più sobrietà, meno trash, maggiore informazione. Il risultato? Una sequenza di fallimenti sonori. Dentro la Notizia di Gianluigi Nuzzi ha deluso le aspettative, Pomeriggio Cinque con Myrta Merlino ha perso ascolti e identità, mentre il trasloco di Bianca Berlinguer su Rete 4 con È sempre Cartabianca ha dimostrato, ancora una volta, che il pubblico Mediaset non cerca informazione seriosa né talk show politici.
Silvio Berlusconi, al contrario, aveva intuito già negli anni ’90 che la chiave del successo televisivo italiano stava in un intrattenimento semplice ma intelligente, leggero ma stimolante. Sarabanda, La Ruota della Fortuna, OK il prezzo è giusto, Il pranzo è servito: programmi che sapevano divertire e coinvolgere, senza mai perdere il contatto con la realtà e i gusti delle famiglie italiane. Quella televisione, figlia di una visione imprenditoriale e culturale unica, era capace di fare ascolti record parlando a tutti, senza mai rinunciare allo spettacolo.
Pier Silvio sembra aver dimenticato che Mediaset non è la RAI e il suo pubblico non chiede né pedagogia né approfondimenti d’autore. Il popolo del Biscione vuole ritrovarsi, non sentirsi educato. Il boom della nuova Ruota della Fortuna non è nostalgia, ma desiderio di una televisione che ha smesso di sentirsi superiore al suo pubblico. Finché Mediaset continuerà a inseguire una linea editoriale distante dalla sua identità storica, continuerà a perdere terreno. Solo il ritorno allo spirito originale di Fininvest potrà davvero salvarla.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!