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Giorgio Armani, a quanto ammonta il patrimonio e chi sono gli eredi

Il patrimonio di Giorgio Armani lo collocava quarto nella classifica dei più ricchi d’Italia ma ora a chi andrà?

Giorgio Armani si è spento oggi, 4 settembre 2025, mentre nella sua Milano fervono ancora i preparativi per la prossima sfilata, quella che avrebbe dovuto celebrare il mezzo secolo della Maison che porta il suo nome. La notizia della morte dello stilista scuote non solo il mondo della moda, ma anche quello dell’economia e della finanza, poiché con lui se ne va non solo un’icona di stile, ma anche uno degli imprenditori più influenti del Paese. Con un patrimonio personale stimato da Forbes in 11,8 miliardi di dollari, Armani era il quarto uomo più ricco d’Italia nel 2025 e il 41esimo a livello globale. Il suo impero, costruito con rigore, estetica e indipendenza, ora si prepara a una delicata fase di transizione.

Lo stilista non aveva figli né un coniuge, e questo rende centrale il tema della successione, già oggetto di attente pianificazioni da parte sua. L’eredità materiale sarà ripartita, una volta soddisfatte le quote legittime, tra la sorella Rosanna Armani e i nipoti Silvana, Roberta e Andrea Camerana. Ma il vero nodo riguarda le sorti della Giorgio Armani S.p.A., la holding di cui il fondatore deteneva il 99,9% delle quote e che nel 2024 ha generato un fatturato indotto di circa 4,5 miliardi di euro. Il restante 0,1% è in mano alla Fondazione Giorgio Armani, costituita nel 2016 proprio per garantire la continuità e l’indipendenza del gruppo nel tempo, evitando scalate ostili e mantenendo il controllo all’interno di un perimetro ben definito.

Armani ha lavorato negli ultimi anni a un nuovo statuto aziendale da attivare post mortem, introducendo categorie di azioni con differenti diritti di voto. Si tratta di una mossa tipica dei grandi imprenditori che vogliono evitare la frammentazione del potere decisionale e assicurare una governance forte e coerente con i propri principi. Anche se la struttura dettagliata delle nuove classi azionarie verrà rivelata solo con l’apertura ufficiale del testamento, fonti vicine al gruppo parlano di un sistema disegnato per mantenere la rotta tracciata dallo stilista, attribuendo il potere operativo a un gruppo ristretto di soggetti fidati, tra cui il collaboratore storico Pantaleo Dell’Orco, da anni braccio destro del designer sia sul piano creativo che gestionale.

Il destino dell’impero Armani non sarà quindi affidato al mercato o ad acquirenti stranieri, ma a una struttura che Giorgio stesso ha voluto solida, autonoma e in continuità con i suoi valori. La sua scomparsa rappresenta la fine di un’epoca, ma l’architettura patrimoniale e societaria costruita in anticipo testimonia la volontà di trasformare il proprio nome in un’eredità culturale e industriale duratura.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!