Il 9 settembre 2025, durante un’audizione della sottocommissione della Camera dei Rappresentanti dedicata alla trasparenza sui fenomeni aerei non identificati e alla protezione dei whistleblower, è stato proiettato un filmato che ha lasciato senza parole i parlamentari americani. Il deputato repubblicano Eric Burlison del Missouri ha mostrato per la prima volta un video registrato da un drone militare MQ-9 Reaper il 30 ottobre 2024 nelle acque al largo dello Yemen, che documenta un evento tanto straordinario quanto inquietante.
Il filmato, durato circa cinquanta secondi, mostra un oggetto sferico luminoso in movimento sopra la superficie marina, inseguito dal velivolo di sorveglianza. Durante il tracciamento dell’oggetto non identificato, un secondo drone MQ-9 Reaper, non visibile nelle immagini, ha lanciato un missile Hellfire contro il presunto UAP (fenomeno aereo non identificato). L’impatto del missile, che normalmente dovrebbe distruggere qualsiasi bersaglio terrestre, ha prodotto un risultato completamente inaspettato: l’ordigno ha apparentemente “rimbalzato” sull’oggetto, il quale ha proseguito indisturbato la sua traiettoria come se nulla fosse accaduto.
“Ha solo rimbalzato via”, ha commentato il giornalista investigativo George Knapp durante l’audizione, uno dei testimoni esperti di UAP che hanno deposto davanti alla commissione. “È un missile Hellfire che colpisce quell’UFO e rimbalza proprio via, continuando la sua corsa”, ha aggiunto Knapp, sottolineando come esistano “server con un’intera banca di questi tipi di video che al Congresso non è stato permesso di vedere”.
Il deputato Burlison ha confermato le osservazioni del giornalista, specificando che “sembra che i detriti siano stati trascinati con sé” dall’oggetto colpito. Durante la sessione, il repubblicano non ha voluto speculare sulla natura dell’oggetto, limitandosi a porre una domanda fondamentale: “Perché ci viene costantemente negato l’accesso a queste informazioni?”. Il video sarebbe stato fornito a Burlison da un whistleblower e attualmente è sottoposto a valutazione indipendente.
La rappresentante Anna Paulina Luna, repubblicana della Florida e presidente della task force del Congresso per la declassificazione delle informazioni federali sui fenomeni anomali, ha sottoposto ai testimoni una domanda diretta: “Siete a conoscenza di qualcosa nell’arsenale americano che possa spaccare un missile Hellfire come questo e fare qualunque cosa abbia fatto quella massa, per poi continuare ad andare?”. Tutti i testimoni, inclusi i veterani militari Jeffrey Nuccetelli e Alexandro Wiggins, hanno risposto negativamente, confermando che nessuna tecnologia americana conosciuta è capace di sopravvivere a un colpo diretto di missile Hellfire.
Il contesto operativo nel quale si è verificato l’incidente rende la vicenda ancora più significativa dal punto di vista della sicurezza nazionale. Le acque al largo dello Yemen rappresentano una zona di operazioni militari attive, dove la Marina statunitense protegge le rotte commerciali internazionali dagli attacchi continui dei ribelli Houthi. Proprio in quell’area, i droni MQ-9 Reaper conducono regolarmente missioni di sorveglianza e, quando necessario, operazioni di contrasto.
Il missile Hellfire, prodotto dalla Lockheed Martin, rappresenta una delle armi più letali nell’arsenale americano. Progettato originariamente per il contrasto anticarro, questo ordigno è capace di perforare blindature pesanti e distruggere qualsiasi obiettivo conosciuto. Con un raggio d’azione superiore ai cinque chilometri e un sistema di guida laser semi-attivo, il missile Hellfire è considerato dalla documentazione militare ufficiale “capace di distruggere qualsiasi bersaglio conosciuto al mondo oggi”. La capacità di un oggetto di resistere all’impatto diretto di tale armamento rappresenta pertanto un enigma tecnologico di proporzioni considerevoli.
L’audizione del 9 settembre ha visto la partecipazione di quattro testimoni qualificati, tutti con esperienza diretta nel campo degli UAP. Oltre a George Knapp, giornalista investigativo specializzato nel settore da oltre trentotto anni, hanno testimoniato Jeffrey Nuccetelli, veterano dell’Aeronautica Militare e testimone del cosiddetto “quadrato rosso di Vandenberg” apparso oltre vent’anni fa sopra la base aerea californiana; Alexandro Wiggins, Senior Chief della Marina con ventitré anni di servizio attivo che ha riferito un avvistamento nel 2023 a bordo della USS Jackson; Dylan Borland, anch’egli veterano dell’Aeronautica; e Joe Spielberger, consulente legale del Project On Government Oversight.
La presidente Luna ha aperto l’audizione con una dichiarazione di principio sulla necessità di trasparenza: “Il popolo americano merita la massima trasparenza da parte del governo federale sugli avvistamenti, le acquisizioni e gli esami degli UAP e sulla loro potenziale minaccia per la sicurezza degli americani”. La deputata repubblicana ha inoltre criticato apertamente l’operato dell’AARO (All-domain Anomaly Resolution Office), l’ufficio del Pentagono deputato alla risoluzione delle anomalie in tutti i domini, accusandolo di poca chiarezza e di limitare l’accesso dei parlamentari a documenti e materiali video attraverso restrizioni imposte dai programmi SAP (Special Access Programs).
Il silenzio del Pentagono sulla questione non è passato inosservato. Interpellati dai giornalisti sull’autenticità del video e sulla sua provenienza, i portavoce del Dipartimento della Difesa hanno risposto con un laconico “non abbiamo nulla da fornire a riguardo”. Un funzionario della Difesa, contattato da ABC News, ha dichiarato semplicemente “non abbiamo nulla per voi” quando è stato chiesto di autenticare il filmato e specificare il momento e il luogo in cui sarebbe stato girato.
L’All-domain Anomaly Resolution Office continua le sue indagini sotto la supervisione del direttore Jon Kosloski, subentrato recentemente a Sean Kirkpatrick. Nel rapporto annuale consolidato per l’anno fiscale 2024, l’AARO ha riferito di aver ricevuto oltre 1.600 segnalazioni di UAP fino ad oggi, incluse 757 nuove segnalazioni presentate tra il primo maggio 2023 e il primo giugno 2024. L’ufficio ha dichiarato di aver risolto centinaia di casi, attribuendoli a oggetti comuni come palloni meteorologici, uccelli, droni commerciali, satelliti e aeromobili convenzionali, mentre oltre 900 segnalazioni rimangono in archivio attivo per mancanza di dati scientifici sufficienti per l’analisi.
Tuttavia, alcuni casi recenti continuano a rimanere senza spiegazione, sollevando interrogativi sulla natura di questi fenomeni. Sebbene nessuna prova confermi un’origine extraterrestre, l’assenza di dati certi impedisce conclusioni definitive. Il celebre video “Go Fast” del 2015, inizialmente considerato uno degli avvistamenti più significativi, è stato successivamente spiegato dall’AARO come un’illusione ottica causata da un pallone meteorologico, dimostrando che non tutti i fenomeni apparentemente straordinari hanno origini misteriose.
Al termine dell’audizione, la rappresentante Luna ha posto una domanda diretta ai testimoni: se ciò che avevano osservato li avesse spaventati. Tutti hanno risposto affermativamente, ad eccezione del giornalista Knapp, che ha dichiarato di essere “felice che il filmato sia stato finalmente reso pubblico”. Questa reazione sottolinea la complessità delle implicazioni che tali avvistamenti possono avere per la sicurezza nazionale, specialmente quando coinvolgono tecnologie apparentemente superiori a quelle conosciute.
Le indagini parlamentari sui fenomeni aerei non identificati si inseriscono in un contesto legislativo più ampio, con nuove normative che mirano a obbligare i militari, i servizi di intelligence e i contractors statunitensi a consegnare materiali relativi agli UAP e rivelare le informazioni in loro possesso. L’Intelligence Authorization Act per l’anno fiscale 2025 prevede infatti il taglio dei finanziamenti per “qualsiasi attività che coinvolge UAP protetta da qualsiasi forma di accesso speciale o limitazioni di accesso ristretto” non segnalata al Congresso, come richiesto dalla legge.
Il video dello Yemen rappresenta un caso emblematico della crescente pressione del Congresso americano per ottenere maggiore trasparenza dalle istituzioni militari e di intelligence. La vicenda evidenzia come, nonostante le dichiarazioni ufficiali di apertura e collaborazione, permangano significative resistenze all’interno dell’apparato governativo statunitense nel fornire informazioni complete sui fenomeni aerei non identificati. Mentre il dibattito sulla natura di questi avvistamenti continua, ciò che appare chiaro è che la questione degli UAP non può più essere considerata marginale nel panorama della sicurezza nazionale americana.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!