Dopo quasi mezzo secolo di assenza dal calendario civile italiano, il 4 ottobre torna a essere giorno festivo nazionale in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La proposta di legge C. 2097-2231-A, presentata dal leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia, è attualmente all’esame dell’Aula della Camera dei deputati dopo l’unanime approvazione in Commissione Affari Costituzionali.
L’iniziativa legislativa si inserisce nel contesto delle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di San Francesco, che cadrà nel 2026. La discussione generale si è svolta lunedì 15 settembre 2025, mentre il voto finale della Camera è programmato per giovedì 18 settembre. Successivamente il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva, senza che si prevedano particolari resistenze parlamentari.
Secondo l’articolato normativo, la nuova festa nazionale ha lo scopo di “celebrare e promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà” incarnati dalla figura del poverello di Assisi. Il 4 ottobre sarà riconosciuto come giorno festivo a tutti gli effetti, con la chiusura di scuole, uffici pubblici e l’osservanza del completo orario festivo nei luoghi di lavoro, come avviene per le altre festività nazionali italiane.
La relatrice del provvedimento, la deputata di Fratelli d’Italia Elisabetta Gardini, ha sottolineato come questa festa possa rappresentare un momento di unità per tutti gli italiani, credenti e non credenti, richiamando l’esempio storico di San Francesco che si recò dal sultano al-Malik al-Kamil durante la quinta crociata nel 1219 per tentare la pace. Le celebrazioni istituzionali saranno facoltative per evitare oneri gravosi alle amministrazioni locali, che potranno organizzare eventi educativi e culturali nell’ambito delle risorse già disponibili.
Il ripristino della festa di San Francesco rappresenta una significativa inversione di tendenza rispetto alla legge n. 54 del 5 marzo 1977, che aveva abolito diverse festività religiose per ragioni di produttività economica. Quella normativa aveva eliminato dal calendario civile non solo il 4 ottobre, ma anche l’Epifania (poi ripristinata nel 1985), San Giuseppe del 19 marzo, l’Ascensione, il Corpus Domini e i Santi Pietro e Paolo del 29 giugno, oltre a spostare la Festa della Repubblica e quella dell’Unità Nazionale alle prime domeniche di giugno e novembre.
La decisione di reintrodurre la festività comporta un costo stimato di 10.684.044 euro annui a decorrere dal 2027, di cui 8.793.880 euro destinati al comparto del Servizio sanitario nazionale. La spesa sarà coperta mediante riduzione del fondo istituito dalla legge di stabilità 2015. Il primo anno di effettiva applicazione sarà il 2027, poiché il 4 ottobre 2026 cadrà di domenica e quindi sarà comunque giorno non lavorativo.
L’iter legislativo ha avuto origine da due distinte proposte parlamentari: la prima presentata da Maurizio Lupi il 17 ottobre 2024 e la seconda dal deputato di Fratelli d’Italia Lorenzo Malagola il 6 febbraio 2025. La Commissione Affari Costituzionali ha adottato come testo base quella di Lupi, approvando quattro proposte emendative, di cui due su indicazione della Commissione Bilancio. L’esame in sede referente è iniziato il 2 luglio 2025 e si è concluso con il mandato al relatore il 10 settembre scorso.
La proposta modifica la legge 260 del 1949 aggiungendo il 4 ottobre all’elenco delle giornate considerate festive, mentre interviene sulla legge 132 del 1958 eliminando i riferimenti a San Francesco d’Assisi dalla solennità civile che rimarrà dedicata esclusivamente a Santa Caterina da Siena. Questo significa che San Francesco avrà una propria festa nazionale distinta dalla solennità civile condivisa con la co-patrona d’Italia.
Il tempismo della proposta non è casuale: il 2026 segnerà infatti l’ottocentesimo anniversario della morte di San Francesco, avvenuta il 3 ottobre 1226 ad Assisi. Per l’occasione è stato istituito un Comitato nazionale presieduto dal poeta Davide Rondoni, con il compito di coordinare le celebrazioni in tutta Italia. Le amministrazioni comunali sono state invitate a promuovere iniziative locali per valorizzare il patrimonio culturale e spirituale legato alla figura del santo umbro.
Le scuole di ogni ordine e grado sono chiamate a svolgere un ruolo centrale nell’attuazione della nuova festività. Il testo normativo prevede che gli istituti scolastici possano organizzare cerimonie, iniziative e incontri per approfondire i temi della pace, della fraternità tra i popoli, dell’inclusione sociale e della tutela ambientale, tutti valori centrali nel messaggio francescano. Queste attività educative dovranno essere realizzate senza comportare nuovi oneri per il bilancio statale, utilizzando le risorse già disponibili.
L’approvazione della legge completerebbe il calendario delle feste nazionali italiane con una ricorrenza dedicata ai valori della pace e della fraternità, andando ad affiancare il 25 aprile (Festa della Liberazione), il 1° maggio (Festa del Lavoro) e il 2 giugno (Festa della Repubblica). La deputata Gardini ha definito le feste nazionali come “la carta d’identità di una nazione”, sottolineando come la festa di San Francesco rappresenterebbe la celebrazione della fraternità e della speranza di costruire “un mondo migliore, più solidale, più giusto, più di pace”.
Il dibattito parlamentare ha evidenziato l’ampio consenso trasversale sulla figura di San Francesco, considerato un simbolo di valori universali che trascendono le appartenenze religiose. Il santo di Assisi viene riconosciuto come patrimonio comune dell’intera società italiana per il suo messaggio di pace, attenzione agli ultimi e rispetto per il creato, temi di particolare attualità nel contesto contemporaneo caratterizzato da conflitti internazionali e sfide ambientali.
L’eventuale approvazione definitiva del provvedimento rappresenterebbe un caso unico in Europa, dove pochi Paesi hanno introdotto nuove festività nazionali negli ultimi decenni. L’Italia si distinguerebbe così per aver voluto riconoscere ufficialmente i valori di pace e fratellanza incarnati da una delle figure più universalmente riconosciute della propria storia culturale e spirituale, in un momento storico in cui questi messaggi assumono particolare rilevanza per la costruzione di una società più coesa e solidale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!