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L’Estonia accelera lo “Scudo Orientale”: 600 bunker, paludi e fossati da 40 km contro la minaccia russa

L’Estonia accelera la costruzione dello Scudo Orientale con 600 bunker, fossati anticarro e torbiere allagabili per contrastare la minaccia russa dopo l’incursione aerea di queste ore.
Credit © mil.ee

Dopo l’incursione di tre bombardieri MiG-31 russi nello spazio aereo estone, intercettati dagli F-35 italiani della NATO per dodici minuti, l’Estonia ha annunciato l’accelerazione del piano di rafforzamento difensivo del confine orientale. Il governo di Tallinn ha infatti confermato l’investimento di 2,3 miliardi di euro nel cosiddetto «Scudo Orientale», un progetto strategico coordinato con Lettonia, Lituania, Polonia e Finlandia che rappresenta la prima linea di difesa europea contro una possibile aggressione militare russa.

L’iniziativa, denominata ufficialmente Baltic Defence Line, prevede la costruzione di un sistema difensivo integrato lungo i 333 chilometri di confine estone con la Russia, con il completamento previsto entro il 2027. La strategia difensiva si articola su tre livelli principali: fortificazioni fisiche, sistemi di sorveglianza avanzati e utilizzo strategico delle caratteristiche naturali del territorio.

Il cuore del progetto consiste nella realizzazione di oltre 600 bunker e aree di stoccaggio militare distribuiti lungo la frontiera sudorientale, dove le forze armate estoni prenderanno posizione. Questi verranno affiancati da un fossato anticarro di circa 40 chilometri, protetto da filo spinato e dai caratteristici «denti di drago», spunzoni conici in cemento armato che impediscono l’avanzata dei mezzi pesanti. La zona di difesa si estenderà per quasi 100 chilometri lungo il confine orientale, con una profondità di circa 40 chilometri verso l’interno del territorio estone.

Particolarmente innovativo risulta l’utilizzo delle torbiere esistenti come elemento strategico del sistema difensivo. Queste aree paludose, eredità dei grandi conflitti mondiali passati, possono essere rapidamente allagate all’occorrenza per rendere impraticabile l’avanzata dei mezzi corazzati nemici. Durante i periodi di pace, le torbiere mantengono la loro funzione di serbatoi naturali di carbonio, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico attraverso lo stoccaggio di anidride carbonica. Questo approccio multifunzionale rappresenta una soluzione che coniuga necessità militari e sostenibilità ambientale.

La linea difensiva baltica si inserisce nel più ampio contesto della strategia NATO di enhanced Forward Presence, rafforzata dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Il progetto coinvolge complessivamente quattro battle group multinazionali guidati da Canada in Lettonia, Germania in Lituania, Regno Unito in Estonia e Stati Uniti in Polonia, con la partecipazione di contingenti italiani nel quadro della missione «Baltic Guardian». L’iniziativa rappresenta una misura di deterrenza difensiva proporzionata, volta a rafforzare la coesione dell’Alleanza e dimostrare la determinazione occidentale nel proteggere l’integrità territoriale euro-atlantica.

L’Estonia ha già ottenuto l’approvazione per un finanziamento aggiuntivo di 3,6 miliardi di euro attraverso lo strumento di prestito Security Action for Europe della Commissione europea, portando la spesa per la difesa nazionale al 5,4% del PIL entro il 2029. Questo incremento sostanziale consentirà l’acquisizione di sistemi di difesa aerea a medio raggio, capacità di attacco a lungo raggio, battaglioni di ricognizione specializzati e sistemi di comunicazione modernizzati. Il generale Andrus Merilo, capo delle Forze di Difesa estoni, ha sottolineato come il rafforzamento delle capacità militari derivi dal deterioramento del contesto di sicurezza causato dall’aggressione russa su larga scala in Ucraina.

Il progetto della Baltic Defence Line prevede inoltre l’implementazione di tecnologie avanzate per la sorveglianza e il contrasto delle minacce moderne. È in fase di sviluppo il «Baltic Drone Wall», una rete multilivello di sensori ottici, radar e sistemi di disturbo delle frequenze per contrastare l’utilizzo di droni da parte delle forze avversarie. Il sistema, con un budget iniziale di venti milioni di euro, integrerà droni da pattugliamento, intercettori cinetici e software basati su intelligenza artificiale per il rilevamento automatico delle minacce aeree.

L’accelerazione dei lavori difensivi giunge in un momento di crescente tensione lungo il confine orientale della NATO. La violazione dello spazio aereo estone da parte dei bombardieri russi, capaci di trasportare missili ipersonici Kinzhal, rappresenta la quarta incursione documentata nel corso del 2025. Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha definito l’episodio «di una brutalità senza precedenti», convocando l’incaricato d’affari russo e richiedendo consultazioni ai sensi dell’articolo 4 del Trattato NATO.

La strategia difensiva estone si focalizza sul concetto di «difesa dalla prima linea», abbandonando l’approccio tradizionale basato sulla resistenza in profondità. Le fortificazioni sono progettate come un sistema di posizioni defensive stratificate, pianificate per incanalare e ritardare l’avanzata avversaria piuttosto che costituire una barriera statica da mantenere a ogni costo. Questo approccio consente alla linea difensiva di assolvere al proprio obiettivo senza ostacolare le forze difensive in posizioni vulnerabili all’accerchiamento, preservando la capacità operativa durante le successive fasi difensive.

Il coordinamento regionale rappresenta un elemento cruciale del progetto. Estonia, Lettonia e Lituania hanno firmato accordi per la standardizzazione delle procedure operative e l’acquisizione congiunta di sistemi d’arma avanzati, inclusi lanciarazzi HIMARS statunitensi. La collaborazione si estende alla formazione del personale militare e alla manutenzione delle attrezzature, con l’obiettivo di garantire l’interoperabilità tra le forze armate dei tre Paesi baltici. Polonia e Finlandia hanno sviluppato progetti paralleli denominati rispettivamente «Eastern Shield» e sistemi di difesa del confine settentrionale.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, durante una visita ufficiale in Estonia, ha sottolineato l’importanza strategica del progetto per la sicurezza continentale, dichiarando che «l’Estonia sta rendendo più sicuro il fianco orientale e l’Europa più forte». L’Unione Europea sta valutando un sostegno finanziario complessivo fino a 10 miliardi di euro per l’intero progetto della linea difensiva baltico-polacca, che si estende per oltre 1.300 chilometri dalla Finlandia al confine meridionale della Polonia.

L’ex primo ministro estone e attuale Alto Rappresentante UE per la politica estera Kaja Kallas ha descritto la violazione dello spazio aereo come «una provocazione estremamente pericolosa che contribuisce ad aumentare le tensioni nella regione», avvertendo che «Putin sta mettendo alla prova la determinazione dell’Occidente». La risposta coordinata della NATO, con l’intervento immediato dei caccia F-35 italiani di stanza nella base di Ämari, ha dimostrato l’efficacia del sistema di difesa aerea integrato dell’Alleanza Atlantica.

Il progetto estone si inquadra nel più ampio processo di militarizzazione del fianco orientale europeo, accelerato dall’invasione russa dell’Ucraina e dalle crescenti provocazioni militari di Mosca. La costruzione della Baltic Defence Line rappresenta un investimento strategico nella deterrenza a lungo termine, progettato per guadagnare tempo prezioso per lo schieramento delle forze di reazione rapida NATO in caso di aggressione. L’iniziativa sottolinea la trasformazione geopolitica in corso, con i Paesi baltici che assumono un ruolo di prima linea nella difesa della sicurezza euro-atlantica contro le minacce provenienti dalla Federazione Russa.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!