Le prime proiezioni stagionali rilasciate dal Centro Europeo ECMWF delineano un possibile scenario invernale decisamente più dinamico e freddo rispetto a quelli degli ultimi anni. Alla base di queste anticipazioni vi è una combinazione di fattori atmosferici e oceanici, primo fra tutti il ritorno di La Niña, la fase fredda dell’ENSO (El Niño-Southern Oscillation), già in atto nel Pacifico equatoriale. Questo fenomeno, pur non agendo direttamente sul clima europeo come accade invece per il Nord America, può comunque innescare risposte a larga scala nella circolazione atmosferica dell’emisfero boreale.
La Niña, caratterizzata da un’anomalia negativa delle temperature superficiali marine del Pacifico centrale e orientale, tende ad accentuare il gradiente termico tra i tropici e le medie latitudini, rinforzando il getto polare. In Nord America, ciò si traduce spesso in ondate di freddo più frequenti e intense, specialmente sul settore centro-orientale. In Europa, gli effetti sono meno lineari ma statisticamente significativi: alcune stagioni con Niña attiva sono state associate a configurazioni bariche favorevoli all’irruzione di masse d’aria continentale dalla Russia, a seguito della presenza di blocchi anticiclonici sull’Atlantico settentrionale.
A rafforzare l’ipotesi di un inverno più freddo anche sul continente europeo, Italia compresa, interviene il comportamento previsto del Vortice Polare Stratosferico. Gli ultimi studi suggeriscono che gli inverni con Niña attiva mostrano una maggiore probabilità di eventi di stratwarming, cioè rapidi riscaldamenti della stratosfera polare che causano l’indebolimento, o in alcuni casi la vera e propria rottura, del Vortice Polare. Questo processo può favorire la discesa di nuclei di aria gelida verso le medie latitudini, con effetti marcati anche sull’Europa meridionale.

È importante sottolineare che un Vortice Polare compatto e ben strutturato tende a mantenere il freddo confinato alle alte latitudini, lasciando l’Europa, e in particolare l’Italia, sotto l’influenza di figure anticicloniche e flussi miti atlantici. Al contrario, un Vortice debole o frammentato è più suscettibile a spostamenti e scissioni, aumentando così la probabilità di ondate di gelo anche nel Mediterraneo. Le simulazioni attuali non mostrano ancora un segnale deterministico, ma i modelli ensemble indicano un incremento della probabilità di un VP disturbato tra fine dicembre e gennaio.
Tuttavia, ogni previsione stagionale va letta con cautela. Le attuali condizioni climatiche globali, segnate da un riscaldamento costante della troposfera e degli oceani, rendono il sistema atmosferico sempre più instabile e soggetto a variabilità estrema. È dunque plausibile attendersi un inverno contraddistinto da forti contrasti: periodi miti alternati a irruzioni fredde anche severe, ma potenzialmente di breve durata. In sintesi, non è garantito un inverno rigidamente freddo e nevoso, ma piuttosto una maggiore probabilità di episodi di freddo intenso rispetto agli ultimi anni.
A livello meteorologico, l’Inverno 2025/26 si preannuncia quindi come un banco di prova per le teorie sul legame tra variabilità naturale e cambiamento climatico. La Niña e il possibile indebolimento del Vortice Polare rappresentano due tasselli cruciali di un puzzle complesso e ancora in evoluzione. Le prossime settimane saranno decisive per confermare o smentire queste tendenze: l’analisi costante dei dati sarà fondamentale per affinare le previsioni e preparare una comunicazione meteo più efficace e responsabile.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!