Dicembre 2025 si preannuncia come un mese chiave per l’evoluzione dell’inverno boreale, condizionato da due fattori di grande rilevanza nella dinamica atmosferica globale: un episodio di La Niña attivo nel Pacifico e il possibile innesco di un riscaldamento stratosferico improvviso (Sudden Stratospheric Warming, SSW), con ripercussioni dirette sulla struttura e sulla stabilità del Vortice Polare. La combinazione di questi elementi aumenta sensibilmente la probabilità di un avvio di stagione freddo e nevoso, con conseguenze potenzialmente marcate sia sull’America Settentrionale sia sul continente europeo.
La Niña 2025/2026, attualmente classificata come evento debole-moderato, si manifesta con anomalie termiche negative nella fascia equatoriale del Pacifico centrale e orientale, in particolare nell’area ENSO 3.4. Questi valori, seppur moderati, sono già sufficienti a modulare la circolazione atmosferica su scala emisferica. La configurazione tipica di una La Niña implica un rafforzamento dell’anticiclone del Nord Pacifico e una contemporanea presenza di una depressione semi-permanente sul Canada centrale. Questo assetto forza il jet stream polare a muoversi verso sud, accentuando la probabilità di irruzioni fredde sul settore centro-settentrionale degli Stati Uniti, innescando condizioni favorevoli a nevicate anche abbondanti, soprattutto nel caso di interazioni con correnti umide di origine subtropicale.
L’Europa, sebbene più marginalmente esposta agli effetti diretti di La Niña, tende a risentire di un pattern atmosferico differente rispetto agli inverni neutri o da El Niño. Gli scenari elaborati dai principali centri di simulazione stagionale (ECMWF, CFS, UKMO) indicano un aumento delle probabilità di flussi freddi provenienti da nord-est, con temperature sotto la media stagionale soprattutto sull’Europa centrale, orientale e in parte meridionale.
Ma è il Vortice Polare a rappresentare, in queste settimane, l’elemento più dinamico e potenzialmente destabilizzante. Le proiezioni stratosferiche evidenziano segnali preoccupanti di un possibile SSW già entro la seconda metà di novembre, una tempistica molto precoce se paragonata alla climatologia recente. Un riscaldamento stratosferico improvviso di tale entità e tempismo, simile agli eventi documentati nel 1958, 1968 e 2000, può condurre a una drastica ristrutturazione del Vortice Polare troposferico entro 10–20 giorni. La conseguenza principale è lo split o il dislocamento del vortice, che apre la porta a incursioni di aria artica o continentale verso latitudini medie, con elevato potenziale per ondate di gelo e nevicate estese su Nord America ed Europa.
I modelli a medio e lungo termine confermano questa possibilità: a 500 hPa si osservano segnali di blocchi anticiclonici persistenti in area polare e una curvatura ciclonica marcata sull’Atlantico centro-meridionale. In tale contesto, si crea un corridoio favorevole per l’advezione di masse d’aria fredda dalla Russia verso l’Europa centrale e sudorientale, con probabile coinvolgimento anche del bacino del Mediterraneo. La probabilità di episodi nevosi precoci, anche a quote basse, appare in netto aumento già dalla prima decade di dicembre.
Guardando oltre, gennaio 2026 potrebbe mantenere uno schema atmosferico simile, seppur con una parziale attenuazione dell’attività perturbata rispetto a dicembre. I modelli stagionali continuano a indicare la presenza di un’anomalia barica negativa sul Canada orientale e sull’Atlantico settentrionale, che supporterebbe un flusso nordoccidentale sull’Europa, capace di portare ancora fasi fredde, seppur alternate a momenti più stabili. Solo nel corso di febbraio 2026 si intravedono segnali di una possibile compattazione del Vortice Polare, con graduale ritorno delle masse d’aria fredda verso le alte latitudini e un possibile rialzo termico soprattutto sull’Europa occidentale.
In sintesi, la stagione invernale 2025/2026 si configura come potenzialmente molto attiva nella sua fase iniziale, con una probabilità elevata di un dicembre dinamico e freddo, caratterizzato da irruzioni artiche e nevicate diffuse. La chiave evolutiva rimane l’interazione tra il raffreddamento oceanico nel Pacifico e la risposta dinamica della stratosfera polare: un equilibrio delicato, che potrebbe decidere le sorti dell’inverno già nelle prossime settimane. Il monitoraggio continuo dei parametri stratosferici e delle SST nel Pacifico sarà essenziale per confermare o ricalibrare questa tendenza.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
