Andrea Sempio, il trentasettenne indagato dalla procura di Pavia per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi nell’ambito del delitto di Garlasco, ha scelto come nuovo legale Liborio Cataliotti, cinquantanove anni, avvocato penalista del foro di Reggio Emilia. La nomina, annunciata il 17 ottobre 2025, arriva dopo la revoca del mandato a Massimo Lovati, allontanato per le sue dichiarazioni sopra le righe rese più volte sul caso. Cataliotti affiancherà l’avvocata Angela Taccia nel team difensivo di Sempio, portando nella vicenda giudiziaria una carriera costellata di processi di forte impatto mediatico e una consolidata esperienza nella difesa di casi complessi.
Figlio di Carmelo Cataliotti, principe del foro reggiano scomparso nel 2018, Liborio è cresciuto professionalmente nello studio legale di famiglia in via Borsellino Paolo a Reggio Emilia, dove opera insieme alle sorelle Cristina e Annalisa. Fin da ragazzo non ha desiderato altro che seguire le orme paterne, diventando a sua volta avvocato. La sua formazione si è consolidata anche attraverso l’attività di docente universitario: è professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Parma, dove insegna materie legate al diritto penale.
Prima di intraprendere definitivamente la carriera forense, Cataliotti ha nutrito un’altra grande passione: il calcio. Aveva piedi d’oro e ginocchia di porcellana, come ricordato dal padre in un’intervista del 2015 alla Gazzetta di Reggio. La sua carriera da calciatore si interruppe giovanissimo, alle soglie del professionismo, non per colpa delle intemperanze del padre che pure lo avevano accompagnato per tutte le categorie e tutti i campi su cui aveva giocato, ma per un infortunio che lo costrinse ad appendere le scarpe al chiodo. Restò però sempre un tifoso dell’Inter e un appassionato dello sport.
Oltre al calcio, Cataliotti ha coltivato un’altra passione: la politica. È stato un sostenitore di Forza Italia dalla prima ora, con la tessera numero 117, come aveva raccontato al Resto del Carlino. Ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Reggio Emilia e in provincia nelle fila del partito azzurro, prima di prendere le distanze negli anni successivi. Nel 2019, insieme ad altri ex forzisti reggiani, valutò di inserire due candidati scelti tra le loro fila in una delle liste civiche a sostegno del sindaco uscente Luca Vecchi, espressione del centrosinistra, segnando un avvicinamento trasversale che smuoveva gli equilibri politici locali.
Il caso che ha dato maggiore notorietà a Liborio Cataliotti a livello nazionale è stato quello della teleimbonitrice Wanna Marchi. L’incarico nacque quando Marchi e la figlia Stefania Nobile avevano un avvocato bolognese che chiese a Carmelo Cataliotti di affiancarlo. Poi subentrò Liborio, che aveva trentasette anni. Fu il suo primo grande processo mediatico, ricordò in un’intervista, contando ventindue emittenti televisive presenti in aula. Vanna Marchi decise di affidargli la difesa esclusiva perché le piaceva come rispondeva con disinvoltura davanti alle telecamere. Venne arrestata il cinque marzo 2009 con una sentenza definitiva di quattordici anni di condanna. Cataliotti presentò ricorso in Cassazione chiedendo di riunire tre processi per truffa, bancarotta e associazione a delinquere. Il ricorso venne accolto con la riduzione della pena a sette anni. Poi venne applicato l’indulto a quattro anni e l’otto ottobre 2011 Marchi era già in semilibertà. Nel novembre 2015, la regina delle televendite ottenne la liberazione anticipata, cessando l’espiazione della pena principale e di tutte le pene accessorie, grazie all’istanza presentata dal suo difensore. Cataliotti ha dichiarato di avere l’intima convinzione che non gli siano mai stati riconosciuti i debiti meriti per aver dimezzato quelle pene, risultati ottenuti quasi nell’ombra dopo che si erano spenti i riflettori mediatici.
Ancora oggi Cataliotti assiste Stefania Nobile e il suo ex compagno Davide Lacerenza nel procedimento in corso a Milano sulla Gintoneria, il locale milanese di via Napo Torriani al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato agli arresti domiciliari dei due il quattro marzo 2025. Sono accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, sia Nobile che Lacerenza si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, scelta anticipata e confermata dal legale, che ha depositato istanza al Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare per Stefania Nobile. Cataliotti ha dichiarato di avere la massima fiducia e il massimo rispetto per l’indagine, garantendo la massima collaborazione dei suoi assistiti quando sarà il momento opportuno.
Tra i processi più importanti della sua carriera figura quello a Davide Vannoni, fondatore del controverso metodo Stamina, che negli anni scorsi suscitò un ampio dibattito scientifico e mediatico in Italia. Cataliotti ha difeso Vannoni nelle complesse vicende giudiziarie legate al presunto metodo di cura basato su cellule staminali, che venne sottoposto a indagini per frode e sperimentazione non autorizzata. Il caso Stamina rappresentò uno dei processi più seguiti e dibattuti degli ultimi anni, con implicazioni sia sanitarie che etiche.
Altro processo di rilievo nazionale è stato quello per l’omicidio di Saman Abbas, la ragazza pakistana di diciotto anni uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella notte tra il trenta aprile e il primo maggio 2021. Cataliotti difende lo zio della vittima, Danish Hasnain, imputato nel processo insieme ad altri familiari. Il trentaquattrenne pakistano fu nominato da Cataliotti nel novembre 2022, dopo che l’imputato aveva sollevato dall’incarico l’avvocatessa Lalla Gherpelli, assegnata inizialmente d’ufficio in fase di indagini. La nomina avvenne proprio dopo che Danish aveva svelato agli inquirenti il luogo esatto dove era stato sepolto il corpo della ragazza. Il legale, noto per essere stato difensore di Wanna Marchi e della figlia Stefania Nobile, preferì in quel momento delicato non rilasciare dichiarazioni vista la fase cruciale della vicenda. Nel settembre 2023, alla vigilia dell’incidente probatorio con l’esumazione dei resti di Saman, Cataliotti dichiarò che ai fini della difesa la perizia medico-legale nulla toglieva e nulla aggiungeva, ritenendo significativo che la perizia considerasse possibile un ventaglio di ipotesi molto ampio. Secondo il legale, il movente dell’omicidio sarebbe culturale, e proprio questo nuovo tema di estrema attualità avrebbe determinato il forte interesse mediatico rispetto al processo.
Cataliotti è stato impegnato anche nel processo sugli appalti nel Comune di Reggio Emilia, dove ha difeso quattro indagati tra cui Santo Gnoni del servizio legale, Lorena Belli delle Attività produttive, Edgarda Davoli alla Valorizzazione commerciale e Germana Corradini ai servizi Sociali. Nel febbraio 2019, dopo gli interrogatori, il penalista reggiano dichiarò di essere uscito tranquillissimo, precisando che non era contestato l’operato della pubblica amministrazione in termini di regolamento e che i suoi assistiti erano messi in condizione di provare la propria assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi di reato. Gli atti contestati erano di assolutamente esigua entità anche dal piano dei valori, parliamo di due, tremila euro, o cinquecento euro e trecento euro, smentendo le voci di consulenze milionarie.
Nell’ultimo anno si è occupato di assistere anche alcuni ufficiali della Guardia di Finanza rinviati a giudizio a Crotone per il naufragio di Cutro del ventisei febbraio 2023, che causò novantaquattro morti, trentacinque dei quali minori. Cataliotti difende il colonnello della Guardia di Finanza Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia. Il ventuno luglio 2025, il giudice per le udienze preliminari di Crotone ha disposto il rinvio a giudizio di sei militari, quattro della Guardia di Finanza e due della Guardia costiera, con l’accusa di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. La procura contesta che abbiano agito con grave negligenza, imprudenza, imperizia e in violazione del regolamento europeo e degli accordi tecnici operativi, non attivando il Piano per la ricerca e il salvataggio in mare. Al termine dell’udienza preliminare del marzo 2025, Cataliotti dichiarò che i veri colpevoli erano stati già assicurati alla giustizia, riferendosi agli scafisti, mentre sotto processo c’erano uomini che servono lo Stato, che salvano tutti i giorni delle vite umane. Secondo il legale, se non sono riusciti a salvare quelle vite, è perché non hanno potuto pur avendo tentato, e non è che ogni tragedia deve corrispondere necessariamente a una manchevolezza da parte dello Stato. Il processo davanti al Tribunale di Crotone è iniziato il quattordici gennaio 2025.
Cataliotti è stato inoltre coinvolto nel processo sul calcioscommesse, uno degli scandali più discussi del calcio italiano, che ha visto indagati e condannati dirigenti, calciatori e altre figure del mondo sportivo per combine e scommesse illecite. La sua esperienza in questo ambito ha consolidato la sua reputazione come penalista in grado di gestire procedimenti complessi e di forte risonanza pubblica, dove la pressione mediatica e le implicazioni economiche e sociali richiedono una difesa particolarmente attenta e strategica.
Secondo Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, il nuovo avvocato di Andrea Sempio non potrà fare altro che seguire la strategia del suo predecessore. Massimo era convinto che non l’avrebbe cacciato, è rimasto davvero male. Ma estrometterlo da questo processo sarà molto difficile, lui ci resterà sempre. Il nuovo avvocato dovrà seguire necessariamente la linea difensiva di Massimo Lovati, non si potrà distaccare. Aveva ancora delle strategie che secondo lui avrebbero portato all’archiviazione. Il nuovo difensore si dovrà confrontare con Lovati perché Lovati è Garlasco, ha dichiarato a Storie Italiane.
La scelta di Andrea Sempio di affidare la propria difesa a Liborio Cataliotti rappresenta un punto di svolta nella strategia processuale del caso Garlasco. L’avvocato reggiano porta con sé un bagaglio di esperienza maturata in decenni di attività forense, una conoscenza approfondita della dinamica mediatica dei grandi processi e una capacità dimostrata di ottenere risultati significativi anche nelle situazioni più complesse. La sua nomina segna l’inizio di una nuova fase nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il tredici agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Per quel delitto è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, fidanzato della vittima, a sedici anni di reclusione. Le nuove indagini hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, già oggetto di indagini archiviate in passato. La procura di Pavia contesta a Sempio di aver ucciso Chiara Poggi in concorso con ignoti o con Stasi. Cataliotti dovrà ora affrontare una delle sfide più difficili della sua carriera, in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi sulla verità giudiziaria e sulla realtà dei fatti. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!