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Meteo, Arriva la Prima Neve: Ecco Dove e Quando

Le Alpi si preparano ad accogliere le prime nevicate significative della stagione tra il 20 e il 21 ottobre 2025, con fiocchi attesi oltre i 1800-2000 metri.

Le Alpi italiane si preparano ad accogliere le prime nevicate di una certa rilevanza della stagione autunnale, con fenomeni attesi nella fascia compresa tra il tardo pomeriggio di lunedì 20 ottobre 2025 e l’alba di martedì 21 ottobre 2025. Il passaggio di una perturbazione atlantica porterà i fiocchi bianchi sulle principali catene montuose del settore nord-occidentale, segnando un momento simbolico nella transizione verso la stagione fredda dopo settimane caratterizzate da condizioni meteorologiche prevalentemente stabili e temperature superiori alle medie del periodo.

Le aree maggiormente interessate dalla precipitazione nevosa saranno le Alpi Marittime, Cozie, Graie, Lepontine e Retiche, con la quota neve che si attesterà inizialmente oltre i 1800-2000 metri di altitudine. Si tratta di valori coerenti con il periodo autunnale avanzato, quando lo zero termico tende ad abbassarsi progressivamente rispetto ai livelli estivi, ma ancora lontani dalle quote tipicamente invernali che caratterizzeranno i mesi successivi. La morfologia del territorio alpino giocherà un ruolo determinante nella distribuzione degli accumuli, con i settori esposti alle correnti occidentali che riceveranno apporti più consistenti rispetto alle zone riparate orograficamente.

Secondo le proiezioni meteorologiche elaborate dai principali centri di calcolo europei, i fiocchi si prevedono particolarmente intensi in alcune località specifiche della catena alpina. Il Sestriere, celebre comprensorio sciistico piemontese situato a oltre duemila metri di quota, dovrebbe essere tra le prime zone a ricevere la neve, seguito dalla Val Ferret valdostana, porta d’accesso al versante italiano del massiccio del Monte Bianco, e dall’alta Valtournenche, dove il comune di Breuil-Cervinia rappresenta una delle località sciistiche più elevate dell’intero arco alpino con i suoi impianti che raggiungono altitudini prossime ai 3500 metri.

Proseguendo lungo la dorsale alpina verso est, le precipitazioni nevose interesseranno anche il Passo del Sempione, storico valico alpino che collega l’Italia alla Svizzera attraverso le Alpi Lepontine a 2005 metri di altitudine, e l’alta Val Formazza, territorio montano estremo del Piemonte settentrionale noto per le sue caratteristiche paesaggistiche e per ospitare alcuni dei ghiacciai più meridionali della catena alpina. Il fenomeno si estenderà ulteriormente verso le Alpi Retiche, coinvolgendo il Passo del Maloja, che segna il confine tra l’Alta Engadina e la Val Bregaglia a 1815 metri di quota, e parte dell’Engadina fino alla rinomata località turistica di St. Moritz, situata a 1822 metri sul livello del mare.

Le proiezioni modellistiche indicano che la neve cadrà anche sul Passo del Bernina, uno dei valichi alpini più elevati percorribili in automobile con i suoi 2328 metri di altitudine, nel Livignasco, comprensorio che include la località di Livigno nota per la sua particolare posizione geografica e climatica che favorisce accumuli nevosi spesso superiori rispetto ad altre zone alpine, e infine sullo Stelvio, il secondo passo stradale più alto d’Italia con i suoi 2758 metri, dove le condizioni invernali possono manifestarsi con particolare intensità già in autunno inoltrato.

Per quanto riguarda l’entità degli accumuli previsti, i meteorologi escludono precipitazioni eccezionali per questo episodio, che si configura piuttosto come un primo assaggio della stagione fredda senza caratteristiche di particolare eccezionalità. A 2000 metri di quota non si dovrebbero superare i 10-15 centimetri di neve fresca, mentre salendo fino ai 2500 metri gli accumuli massimi potrebbero raggiungere circa 15 centimetri, valori che risultano nella norma per una nevicata autunnale di media intensità su queste fasce altimetriche.

L’arrivo di questa prima neve rappresenta un fenomeno meteorologico atteso e coerente con la climatologia alpina autunnale, anche se negli ultimi anni la tendenza generale ha mostrato un ritardo nelle prime nevicate significative rispetto alle serie storiche del passato. Le precipitazioni nevose di ottobre sulle Alpi costituiscono un elemento fondamentale per l’avvio della stagione sciistica e per la costituzione delle prime riserve idriche nivali che alimenteranno i corsi d’acqua durante i mesi primaverili successivi, quando la fusione del manto nevoso accumulato durante l’inverno rilascia gradualmente l’acqua verso le vallate.

La dinamica atmosferica che determinerà questo episodio nevoso è legata all’ingresso di una saccatura atlantica che, dopo giorni di stabilità anticiclonica, riuscirà a penetrare sul Mediterraneo occidentale portando con sé masse d’aria più fredde e instabili. Il contrasto tra l’aria fredda in quota e le temperature ancora relativamente miti presenti sui versanti esposti al sole favorirà la formazione di nubi cumuliformi con precipitazioni che assumeranno carattere nevoso al di sopra della quota di fusione, mentre a quote inferiori si manifesteranno sotto forma di pioggia.

Nelle vallate alpine più basse e sulle pianure pedemontane, il passaggio perturbato si tradurrà principalmente in precipitazioni piovose con possibili intensificazioni temporalesche, accompagnate da un sensibile calo delle temperature massime che riporteranno i valori termici su livelli più consoni al periodo autunnale dopo la lunga fase caratterizzata da temperature superiori alla media. Le zone più esposte alle correnti occidentali umide, come la Liguria di Levante e l’alta Toscana, potrebbero registrare accumuli pluviometrici significativi, mentre il versante adriatico dovrebbe essere interessato in misura minore dal transito perturbato.

Le condizioni meteorologiche previste per il periodo immediatamente successivo al transito perturbato vedono un temporaneo miglioramento con schiarite e temperature in lieve ripresa, prima dell’arrivo di nuovi impulsi instabili che potrebbero interessare la penisola tra la fine della terza decade di ottobre e i primi giorni di novembre. La tendenza generale delineata dai modelli previsionali suggerisce un autunno più piovoso e dinamico rispetto agli ultimi anni, con la possibilità che le perturbazioni atlantiche riescano a raggiungere con maggiore frequenza il Mediterraneo centrale, portando precipitazioni benefiche dopo mesi caratterizzati da deficit pluviometrici significativi su molte regioni italiane.

Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!