Nel cuore di Roma, a largo Corrado Ricci nei pressi dei Fori Imperiali, si è verificata nella mattinata di lunedì 3 novembre una parziale ma drammatica ceduta strutturale della Torre dei Conti, storico monumento medievale attualmente interessato da lavori di ristrutturazione finanziati con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il crollo, avvenuto intorno alle 11.20, ha coinvolto diversi operai impegnati nei cantieri di restauro, causando il ferimento grave di un lavoratore di 64 anni e scatenando una complessa operazione di soccorso che si è protratta per diverse ore, complicata da un secondo cedimento strutturale verificatosi nel primo pomeriggio.
Secondo le ricostruzioni fornite dalle autorità e dai testimoni presenti, il primo crollo ha interessato una porzione significativa della muratura della torre, provocando il coinvolgimento di quattro operai che si trovavano sulle impalcature di sostegno al momento del cedimento. Uno di loro, un sessantaquattrenne, è rimasto intrappolato sotto le macerie e successivamente estratto vivo dai vigili del fuoco dopo minuti di intensa apprensione. L’uomo, che ha riportato un grave trauma cranico, è stato immediatamente affidato ai soccorritori del 118 e trasportato in codice rosso all’ospedale San Giovanni, dove è stato ricoverato in condizioni critiche ma cosciente. Altri due operai hanno riportato traumi di lieve entità ma hanno rifiutato il trasporto in ospedale dopo le prime cure sul posto, mentre un terzo lavoratore è rimasto temporaneamente bloccato in una posizione elevata della struttura, risultando tuttavia illeso.
Le operazioni di salvataggio sono state condotte dai vigili del fuoco intervenuti sul posto con tre squadre operative, due autoscale e nuclei specializzati, che hanno lavorato incessantemente per mettere in sicurezza l’area e recuperare gli operai rimasti intrappolati. Gli altri tre lavoratori che erano rimasti bloccati sulle impalcature di sostegno dopo il crollo sono stati recuperati utilizzando un’autoscala dei pompieri e nessuno di loro avrebbe riportato ferite significative. Nel corso delle operazioni di soccorso, tuttavia, si è verificato un secondo crollo intorno alle ore 13, quando una consistente pioggia di calcinacci è precipitata dal tetto della torre provocando un’enorme nube di polvere che ha avvolto l’intera struttura e costretto le forze dell’ordine a far allontanare ulteriormente i presenti dall’area del cantiere.
Sul luogo del cedimento sono intervenuti immediatamente gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale del primo gruppo Centro, i carabinieri del comando di piazza Venezia e della compagnia Centro, il personale del 118 e i tecnici della Sovrintendenza Capitolina. L’area è stata completamente transennata e il traffico pedonale e veicolare è stato interdetto nel tratto interessato per consentire le operazioni di soccorso e messa in sicurezza della zona, con inevitabili ripercussioni sulla viabilità in uno dei punti più centrali e frequentati della capitale. Sul posto si sono recati anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, i vertici della Sovrintendenza capitolina e il prefetto Lamberto Giannini, tutti impegnati a seguire da vicino l’evoluzione della situazione e a coordinare gli interventi di emergenza.
La Procura di Roma ha immediatamente aperto un fascicolo di indagine in relazione al crollo, procedendo al momento per l’ipotesi di lesioni colpose. Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto Antonino Di Maio con il pubblico ministero di turno Mario Dovinola. Sul posto è in corso il sopralluogo della polizia giudiziaria della sezione specializzata in materia di infortuni sul lavoro, mentre le indagini vedranno coinvolti anche il Nucleo ispettorato del Lavoro dei carabinieri e i tecnici della Asl. I magistrati della Procura capitolina disporranno una consulenza tecnica per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto e accertare le cause del cedimento strutturale, verificando anche l’eventuale rispetto delle norme di sicurezza sul cantiere e delle procedure previste per i lavori di restauro su edifici di rilevanza storica e architettonica.
La Torre dei Conti rappresenta uno degli esempi più significativi delle case-torri della Roma medievale, dimore fortificate delle famiglie baronali e delle autorità ecclesiastiche. La struttura originaria fu eretta nell’858 da Pietro dei Conti di Anagni sopra una delle esedre del portico del tempio della Pace, utilizzando materiali di rivestimento in travertino asportati dai vicini Fori Imperiali. Nel 1203 la torre fu fatta ampliare da papa Innocenzo III per la sua famiglia, i Conti di Segni, su disegno dell’architetto Marchionne Aretino, con l’intento di rappresentare il potere ecclesiastico e proteggere le processioni papali da San Pietro al Laterano. In origine la torre doveva superare i cinquanta o sessanta metri di altezza, sviluppandosi a cannocchiale con tre piani sovrapposti, e per la sua maestosità era conosciuta anche come Torre Maggiore o Torre Secura. Francesco Petrarca la definì nelle sue lettere unica al mondo, testimoniando l’ammirazione che suscitava nei viaggiatori e negli intellettuali del tempo.
Nel corso dei secoli la torre ha subito numerosi danni dovuti ai terremoti che hanno colpito Roma, in particolare quelli del 1348, del 1630 e del 1644, che ne hanno ridotto l’altezza allo stato attuale di circa 29 metri, corrispondenti soltanto al basamento della struttura originaria. Dopo il sisma del 1349 la torre divenne inabitabile e restò abbandonata fino al 1620, quando fu radicalmente ricostruita dalla Camera Apostolica. Alla fine del Seicento, sotto il pontificato di papa Alessandro VIII, la torre subì un importante restauro durante il quale furono costruiti i due robusti contrafforti di rinforzo tuttora esistenti. Gli sventramenti urbanistici eseguiti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento per l’apertura di via Cavour e dell’attuale via dei Fori Imperiali hanno determinato il suo isolamento rispetto al tessuto edilizio circostante, conferendole l’aspetto di un monumento autonomo nel panorama archeologico della città.
Roma, crolla altra porzione della Torre dei Conti pic.twitter.com/V6cyLElzQK
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Dal 2006, anno dello sgombero degli uffici pubblici che vi erano ospitati, la Torre dei Conti non è stata più utilizzata né sottoposta a manutenzione ordinaria, precipitando in uno stato di totale abbandono e degrado sia all’esterno che all’interno. Il progetto di restauro attualmente in corso, finanziato con 6,9 milioni di euro nell’ambito della Missione uno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicata a Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo, prevede il recupero strutturale, il restauro conservativo, la messa in sicurezza e la salvaguardia della torre e della sua parte ipogea. Gli interventi, affidati alla Sovrintendenza Capitolina, dovrebbero essere propedeutici alla valorizzazione del bene e alla sua fruizione da parte del pubblico come sede museale dedicata alle fasi più recenti dei Fori Imperiali e come Centro Servizi dell’Area Archeologica Centrale. Il progetto prevede opere di consolidamento statico, restauro conservativo dell’edificio, realizzazione di impianti elettrici e illuminotecnici, abbattimento delle barriere architettoniche, allestimento museale e realizzazione di una sala conferenze per iniziative culturali.
Le testimonianze raccolte nelle immediate vicinanze del luogo del crollo restituiscono la drammaticità dei momenti successivi al cedimento. Giorgia, titolare del bar situato in largo Corrado Ricci proprio di fronte alla torre crollata, ha dichiarato di aver sentito un boato intorno alle 11.20, un rumore sordo al quale i residenti e i commercianti della zona si erano abituati nelle settimane precedenti a causa dei lavori del cantiere, ma che in quell’occasione è risultato molto più forte e diverso. Precipitatisi all’esterno del locale, hanno visto la torre staccarsi e il primo pensiero è andato agli operai che frequentavano quotidianamente il bar e che in quel momento si trovavano al lavoro sulla struttura. Altri passanti hanno raccontato di aver assistito al momento del crollo, vedendo prima una parte della muratura cedere e precipitare, e poi, circa dieci minuti dopo, verificarsi anche un crollo interno che ha provocato l’enorme nube di polvere visibile anche da via Cavour.
🏛️🚨BREAKING: A section of an ancient tower collapses in central Rome
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Part of the medieval Torre dei Conti has fallen at the Imperial Forums, right in the heart of Rome.
Rescuers are searching the rubble for possible victims.
The 13th-century architectural monument was… pic.twitter.com/M8kCdOmXAM
Il crollo della Torre dei Conti rappresenta l’ennesimo episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza dei cantieri di restauro del patrimonio storico e artistico italiano, in particolare quando si tratta di interventi su strutture antiche e fragili che presentano vulnerabilità intrinseche dovute ai secoli di storia, ai danni accumulati nel tempo e alle caratteristiche costruttive originarie. Le indagini in corso dovranno chiarire se il cedimento sia da ricondurre a un errore nella fase di restauro, a un improvviso deterioramento delle strutture murarie, a problemi legati al peso delle impalcature o a infiltrazioni d’acqua che potrebbero aver indebolito la muratura. Sarà inoltre necessario verificare se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza previste per i lavori su edifici di questo tipo e se i monitoraggi della stabilità strutturale fossero stati condotti con la frequenza e l’accuratezza necessarie.
⛑ Illesi i Vigili del Fuoco a seguito del secondo crollo alla Torre dei Conti, in fase di ristrutturazione, in centro a Roma.
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Un operaio di 64 anni è stato estratto dalle macerie in vita ed è stato trasportato in codice rosso in ospedale per un trauma cranico. pic.twitter.com/TUAVQTycdJ
L’incidente ha suscitato forte preoccupazione non soltanto per le condizioni del lavoratore rimasto gravemente ferito, per il quale si attende un’evoluzione favorevole del quadro clinico, ma anche per le sorti di uno dei simboli più importanti del patrimonio storico della capitale, un edificio medievale di grande valore architettonico che testimonia la stratificazione secolare della città e che ora dovrà essere sottoposto a ulteriori verifiche strutturali prima di poter riprendere i lavori di restauro. La vicenda riaccende il dibattito sulla tutela del patrimonio culturale italiano e sulla necessità di garantire i massimi standard di sicurezza nei cantieri di restauro, bilanciando l’esigenza di recuperare e valorizzare i monumenti storici con l’imprescindibile priorità di tutelare la salute e la vita dei lavoratori impegnati in queste delicate operazioni. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
