L’inverno 2025-2026 si preannuncia come un periodo potenzialmente straordinario per la neve sull’Europa e, in particolare, sull’Italia. Secondo le analisi condotte dal team di Newsroom Italia, l’attenzione è focalizzata sull’evoluzione del Vortice Polare, attualmente in una fase di marcato indebolimento. Le proiezioni meteorologiche indicano una dinamica stratosferica estremamente rilevante, con un riscaldamento stratosferico previsto attorno al 18-20 novembre che potrebbe modificare in maniera sostanziale la circolazione atmosferica a partire dai primi di dicembre.
Tale riscaldamento potrebbe comportare una frammentazione del Vortice Polare, alterando gli equilibri barici su scala emisferica. In particolare, si potrebbe verificare la formazione di un’area di alta pressione tra Islanda, Groenlandia e penisola Scandinava, scenario favorevole a un’espansione retrograda dell’Alta Pressione Siberiana verso l’Europa centro-occidentale. In simili condizioni, è lecito attendersi l’arrivo di masse d’aria artico-continentali estremamente fredde fino al bacino del Mediterraneo.
Le temperature registrate attualmente sulla Siberia sono un segnale importante in questo contesto: i dati mostrano valori fino a 15°C inferiori alle medie climatiche del periodo, livelli più consoni a metà dicembre che a metà novembre. Questa anomalia termica è particolarmente significativa in quanto, se un evento di stratwarming dovesse concretizzarsi in questo contesto termico, si creerebbero le condizioni per un’ondata di gelo potenzialmente assimilabile a quelle verificatesi nel 1985, 2012 o anche nel febbraio 1956, tra le più intense nella storia recente del continente.
Il 2024 fu un anno meteorologicamente deludente per gli amanti della neve in Italia. Nonostante un significativo episodio nevoso tra fine novembre e inizio dicembre sull’Europa centrale, con nevicate abbondanti su Svizzera, Isole Britanniche e Francia settentrionale, l’Italia rimase ai margini del grande freddo, principalmente a causa dell’attivazione di venti favonici in discesa dall’arco alpino che impedirono l’ingresso di aria umida e instabile sulle pianure del Nord. L’inverno 2024-2025 si è poi rivelato particolarmente mite, con nevicate sulle Alpi confinate a quote elevate e con accumuli complessivamente inferiori alla media, specialmente sull’Appennino.
Il quadro attuale è radicalmente differente. Gli indici teleconnettivi a nostra disposizione – tra cui AO (Arctic Oscillation) e NAO (North Atlantic Oscillation) – evidenziano un trend negativo persistente, sintomo di un possibile blocco zonale e della tendenza a scambi meridiani più intensi. In altre parole, il flusso delle correnti a getto risulta disturbato e meno compatto, favorendo discese fredde verso sud. Tali configurazioni possono agevolare l’ingresso di perturbazioni gelide sull’Italia, con conseguenti nevicate anche a bassa quota.
Va inoltre sottolineato che fenomeni di neve abbondante si stanno già verificando in zone climaticamente meno predisposte: il vulcano Teide, alle Canarie, è stato interessato da intense nevicate precoci, mentre episodi di neve si sono registrati anche in Azzorre e Turchia. Tali segnali indicano una crescente instabilità sinottica su scala emisferica, confermando un pattern meteorologico estremo, come spesso accade nei contesti di Amplificazione Artica, fenomeno che sta giocando un ruolo crescente nelle dinamiche atmosferiche moderne.
In parallelo, gli Stati Uniti si trovano in una fase meteo altamente contrastante, alternando ondate di freddo estremo a improvvise impennate termiche, a dimostrazione della crescente instabilità climatica globale. Nelle prossime settimane è attesa una forte ondata di caldo anomalo sull’America settentrionale, con possibilità di nuovi record termici mensili. Tuttavia, questa accentuazione degli estremi è in linea con il quadro del cambiamento climatico in atto, che non si manifesta unicamente con un riscaldamento costante, ma anche con un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi, sia caldi che freddi.
Alla luce delle attuali proiezioni, l’inverno 2025-2026 potrebbe rappresentare un punto di svolta rispetto alle stagioni precedenti: se il Vortice Polare continuerà a indebolirsi e se il riscaldamento stratosferico in atto dovesse indurre una vera e propria destrutturazione della circolazione polare, le probabilità di nevicate significative su gran parte dell’Italia aumenterebbero considerevolmente, anche in pianura. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione dei modelli a lungo termine e l’andamento degli indici climatici nelle prossime settimane, per confermare o meno queste tendenze.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
