Scarica l'App NewsRoom.
Non perderti le ULTIME notizie e le ALLERTA METEO in tempo reale.

Scarica GRATIS

Giappone, riavviato il gigante nucleare: torna in vita la più grande centrale del mondo

Il governatore di Niigata dovrebbe approvare nei prossimi giorni il riavvio parziale della centrale di Kashiwazaki-Kariwa, il più grande impianto nucleare del mondo con 8.212 MW di capacità, fermo dal disastro di Fukushima del 2011.

Il Giappone si appresta a scrivere una pagina cruciale nella storia della sua politica energetica con il riavvio imminente della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, il più grande impianto atomico del pianeta per capacità installata. Dopo oltre un decennio di inattività, il governatore della prefettura di Niigata, Hideyo Hanazumi, dovrebbe annunciare nei prossimi giorni la sua approvazione al riavvio parziale dell’impianto, rappresentando l’ultimo ostacolo rimasto per la Tokyo Electric Power Company Holdings prima di riportare in funzione il gigante energetico fermato dopo il disastro di Fukushima del 2011.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Kyodo, citando fonti anonime del governo prefettizio, Hanazumi potrebbe rendere nota la sua decisione già venerdì durante una conferenza stampa. L’annuncio verrebbe seguito dalla consultazione con l’assemblea prefetturale durante la sessione regolare che inizierà il 2 dicembre. Qualora l’assemblea esprimesse parere favorevole, il governatore sarebbe in grado di rispondere formalmente alla richiesta del governo nazionale di autorizzare il riavvio dell’impianto. La decisione di Niigata segnerebbe un momento storico, rappresentando la prima volta che una prefettura consente alla TEPCO di riavviare un reattore dopo l’incidente nucleare del marzo 2011 che devastò la centrale di Fukushima Daiichi.

La centrale di Kashiwazaki-Kariwa, situata su un sito di 4,2 chilometri quadrati tra le città di Kashiwazaki e Kariwa lungo le coste del Mar del Giappone, vanta una capacità complessiva di 8.212 megawatt distribuiti su sette reattori. L’impianto, di proprietà della TEPCO, include cinque reattori ad acqua bollente di seconda generazione da 1.100 megawatt ciascuno e due reattori avanzati ABWR di terza generazione da 1.356 megawatt ciascuno, con questi ultimi che furono i primi del loro genere a essere installati al mondo. La TEPCO intende riportare in funzione le due unità più grandi, la numero 6 e la numero 7, che insieme possono generare 2.710 megawatt di elettricità, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di milioni di abitazioni.

Il percorso verso il riavvio si è rivelato lungo e tortuoso. La centrale, che aveva iniziato a operare con il primo reattore nel 1985 e aveva completato l’installazione dell’ultimo nel 1997, era già stata colpita dal terremoto di Niigata-Chuetsu del luglio 2007, un sisma di magnitudo 6,6 che aveva sollecitato l’impianto oltre i carichi di progetto previsti, causando danni strutturali e piccole fuoriuscite di materiale radioattivo valutate come trascurabili per l’ambiente. Quella scossa aveva costretto la TEPCO a fermare i reattori per quasi due anni per ispezioni e lavori di adeguamento antisismico. Dopo un breve periodo di riattivazione parziale, tutti i reattori vennero definitivamente spenti tra il 2011 e il 2012 in seguito al disastro di Fukushima, quando il governo giapponese decise di fermare l’intera flotta nucleare nazionale per verifiche di sicurezza.

Negli anni successivi, la TEPCO ha investito ingenti risorse per adeguare la centrale ai nuovi e più rigorosi standard di sicurezza imposti dall’Autorità di Regolamentazione Nucleare giapponese. Nel 2017, le unità 6 e 7 hanno superato le verifiche di sicurezza dell’NRA, diventando i primi reattori ad acqua bollente nel paese a soddisfare i nuovi requisiti regolamentari post-Fukushima. Tuttavia, nel 2021 l’autorità ha imposto un divieto operativo all’impianto a causa di violazioni dei protocolli di sicurezza e insufficienti misure antiterrorismo, vietando alla TEPCO di trasportare o caricare combustibile nucleare nei reattori. Solo nel dicembre 2023 l’NRA ha confermato che le misure correttive erano state implementate e ha revocato il divieto, consentendo alla compagnia di proseguire con i preparativi per il riavvio.

La decisione di riattivare parzialmente Kashiwazaki-Kariwa si inserisce perfettamente nella strategia energetica del governo della premier Sanae Takaichi, che ha fatto del rilancio del nucleare una priorità assoluta per rafforzare la sicurezza energetica nazionale e ridurre la dipendenza dal gas naturale liquefatto importato. Il Giappone è il secondo maggiore importatore mondiale di GNL dopo la Cina, e i costi elevati dell’energia rappresentano un peso considerevole per famiglie e imprese. Il ripristino parziale della centrale di Kashiwazaki-Kariwa dovrebbe contribuire a ridurre le importazioni giapponesi di gas naturale liquefatto di circa un milione di tonnellate il prossimo anno, alleggerendo la pressione sui costi energetici in un momento in cui l’amministrazione Takaichi ha posto come priorità la riduzione del costo della vita.

Dal punto di vista economico, il riavvio rappresenterebbe una svolta fondamentale per la TEPCO, che dal disastro di Fukushima ha accumulato perdite per oltre 27 miliardi di dollari ed è stata sostanzialmente salvata dallo Stato giapponese. La compagnia prevede che il riavvio delle due unità principali incrementerebbe l’utile netto annuale di circa 100 miliardi di yen, equivalenti a 644 milioni di dollari, contribuendo significativamente al risanamento finanziario dell’azienda. La TEPCO ha inoltre stanziato 100 miliardi di yen per sostenere le comunità locali e ottenere il consenso al riavvio, un elemento cruciale considerando le preoccupazioni ancora diffuse tra la popolazione dopo il trauma di Fukushima.

Il governatore Hanazumi, che aveva richiesto al governo nazionale di rafforzare le misure di evacuazione nell’area circostante la centrale, ha ottenuto garanzie sui miglioramenti dei piani di emergenza, includendo il potenziamento delle vie di evacuazione, sistemi avanzati di rimozione della neve e la costruzione di strutture a prova di radiazioni per i residenti. Durante una conferenza stampa di mercoledì, Hanazumi ha dichiarato di non avere più nulla che debba chiedere, vedere o esaminare prima di prendere una decisione, segnalando che il momento dell’annuncio è ormai prossimo. I sindaci di Kashiwazaki e Kariwa, Masahiro Sakurai e Hiroo Shinada, hanno già espresso le loro intenzioni di consentire il riavvio del reattore numero 6, sebbene abbiano chiesto da tempo che la TEPCO presenti un piano di dismissione per almeno uno dei reattori più vecchi, dall’unità 1 alla 5, come condizione per autorizzare la riaccensione dell’impianto.

La TEPCO sta infatti valutando lo smantellamento di alcuni dei suoi reattori più anziani presso Kashiwazaki-Kariwa, con particolare attenzione ai reattori numero 1 e 2, entrati in servizio rispettivamente nel 1985 e nel 1990. Secondo fonti vicine alla questione citate dall’agenzia Kyodo, la compagnia intende presentare il piano di dismissione all’assemblea prefetturale, puntando contemporaneamente a ottenere l’autorizzazione per il riavvio delle unità 6 e 7, che hanno già ricevuto l’approvazione dell’Autorità di Regolamentazione Nucleare. La decisione, se confermata, segnerebbe il primo smantellamento di un reattore nel complesso affacciato sul Mar del Giappone.

Il contesto nazionale evidenzia come il Giappone stia vivendo una fase di graduale ma determinato rilancio dell’energia nucleare. Dopo il disastro di Fukushima, che aveva portato alla chiusura totale dei 50 reattori operativi del paese, il Giappone ha lentamente riavviato alcuni impianti. Attualmente, 13 reattori hanno ripreso le attività operative su 25 che hanno richiesto la riapertura all’NRA, mentre altri tre si stanno preparando al riavvio. Nonostante questi progressi, la produzione di energia nucleare rimane ancora lontana dagli obiettivi governativi, con una quota del 5,6 percento sul totale dell’energia elettrica generata nel 2022, ben al di sotto dell’ambizioso target del 20-22 percento nel mix energetico previsto per il 2030.

La premier Takaichi, prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nella storia del Giappone, ha posto l’energia nucleare al centro della sua agenda politica, considerandola essenziale non solo per la sicurezza energetica ma anche per sostenere la crescita economica del paese attraverso stimoli fiscali responsabili. Il governo ha adottato importanti provvedimenti normativi a partire dal maggio 2023, tra cui il GX Promotion Act e la GX Decarbonization Power Supply Bill, che hanno esteso l’utilizzo delle centrali nucleari oltre il limite massimo di 60 anni stabilito dopo Fukushima, escludendo dal conteggio il periodo di sospensione dovuto al riadattamento degli impianti secondo i nuovi standard di sicurezza. Nel luglio 2025, la Kansai Electric Power ha inoltre annunciato l’avvio della costruzione del primo nuovo reattore nucleare in Giappone dopo il disastro di Fukushima, presso la centrale di Mihama nella prefettura di Fukui.

L’opinione pubblica giapponese mostra segnali contrastanti riguardo al nucleare. Mentre i sondaggi indicano che oltre la metà della popolazione sostiene l’idea di riavviare i reattori inattivi, in netto aumento rispetto al 25 percento del 2015, permangono forti preoccupazioni legate alla sicurezza e alla gestione delle emergenze. La TEPCO, in particolare, deve ancora riguadagnare pienamente la fiducia dell’opinione pubblica dopo il disastro di Fukushima, per il quale un tribunale di Tokyo ha giudicato colpevole l’operatore nel 2022, ordinando un risarcimento record di 13.000 miliardi di yen per non essere stato in grado di prevenire la catastrofe. Quattro ex dirigenti della TEPCO sono stati condannati a rimborsare l’operatore per le colossali perdite subite a causa degli enormi costi sostenuti per lo smantellamento dell’impianto di Fukushima Daiichi e i risarcimenti ai residenti locali.

Il riavvio di Kashiwazaki-Kariwa rappresenta dunque una scommessa cruciale non solo per la TEPCO ma per l’intero settore nucleare giapponese. Dopo oltre un decennio di inattività, il ritorno in funzione della più grande centrale nucleare del mondo costituirebbe un segnale forte della volontà del Giappone di tornare protagonista nel settore atomico civile, bilanciando le esigenze di sicurezza energetica con la necessità di ridurre le emissioni di gas serra in un paese che importa il 90 percento della sua energia. Il governo nipponico ha infatti fissato obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, puntando a un calo del 60 percento entro il 2035 e del 73 percento entro il 2040, traguardi che richiedono un contributo significativo da parte dell’energia nucleare.

La decisione finale del governatore Hanazumi e il successivo voto dell’assemblea prefetturale di Niigata saranno osservati con attenzione non solo in Giappone ma a livello internazionale, come indicatore della capacità del paese di riconciliare le ambizioni energetiche con le lezioni apprese dal disastro di Fukushima. Il gigante nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, rimasto silente per oltre un decennio, potrebbe presto tornare a ruggire, segnando una svolta storica nel complesso rapporto del Giappone con l’energia atomica e aprendo un nuovo capitolo nella politica energetica di una delle maggiori economie mondiali. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!