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Addio a Nicola Pietrangeli, si è spento a 92 anni il Capitano della storica Coppa Davis del 1976

Si è spento a 92 anni Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano. Fu il primo a vincere uno Slam (due Roland Garros) e capitano della storica Coppa Davis conquistata in Cile nel 1976. Detiene ancora il record mondiale di vittorie in Davis.
Credit © Rai

Il tennis italiano è in lutto per la scomparsa di una delle sue figure più iconiche e rappresentative, Nicola Pietrangeli, deceduto all’età di 92 anni. La sua morte segna la fine di un’era per lo sport nazionale, privandolo di un campione che ha scritto pagine memorabili sia come giocatore sia come capitano, lasciando un’eredità sportiva e umana di inestimabile valore. Nato a Tunisi l’11 settembre 1933, Pietrangeli è stato una figura centrale del tennis mondiale per decenni, un atleta dal talento purissimo e dal carisma inconfondibile, capace di trascendere i confini del campo da gioco per diventare un simbolo della Dolce Vita e un ambasciatore dello stile italiano nel mondo. La sua carriera è stata costellata di successi straordinari, ma il suo nome resterà per sempre indissolubilmente legato alla storica conquista della Coppa Davis del 1976, un’impresa che ha assunto contorni epici non solo per il risultato sportivo, ma anche per il complesso contesto politico in cui maturò.

In quell’anno, Pietrangeli, nel ruolo di capitano non giocatore, guidò la nazionale italiana composta da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli alla vittoria finale contro il Cile, allora sotto la dittatura militare di Augusto Pinochet. La decisione di disputare la finale a Santiago fu oggetto di un acceso dibattito politico e sociale in Italia, con una parte dell’opinione pubblica e delle forze politiche che spingeva per il boicottaggio come forma di protesta contro il regime. Pietrangeli, tuttavia, rivendicò con fermezza la scelta di scendere in campo, sostenendo che lo sport non dovesse essere strumentalizzato dalla politica e che la vera vittoria sarebbe stata conquistare il trofeo proprio in quel contesto. La trasferta cilena divenne celebre anche per il gesto di Panatta e Bertolucci che, durante l’incontro di doppio, scesero in campo indossando delle magliette rosse in segno di solidarietà con le vittime della dittatura, un atto di coraggio che, sebbene non colto dalle televisioni dell’epoca che trasmettevano in bianco e nero, è rimasto impresso nella memoria collettiva. La vittoria per 4-1 contro il Cile consegnò all’Italia la sua prima e, per lungo tempo, unica ‘Insalatiera d’argento’, un trionfo che Pietrangeli considerò sempre uno dei meriti più grandi della sua carriera, non solo per la vittoria sportiva ma per aver superato le pressioni esterne e aver condotto la squadra a un successo storico.

La sua carriera da giocatore non fu meno straordinaria, segnata da record che resistono ancora oggi. Pietrangeli è tuttora il primatista mondiale di incontri disputati e vinti in Coppa Davis, con un bilancio impressionante di 164 match giocati, di cui 120 vinti (78 in singolare e 42 in doppio), una testimonianza della sua longevità e della sua dedizione alla maglia azzurra. Fu il primo tennista italiano a imporsi in un torneo del Grande Slam, vincendo per due anni consecutivi il Roland Garros, nel 1959 e nel 1960, edizioni in cui fu considerato il numero 3 del mondo nelle classifiche stilate all’epoca dai giornalisti. Sulla terra battuta di Parigi disputò anche altre due finali, nel 1961 e nel 1964, consolidando la sua fama di specialista di questa superficie. Nel suo palmarès figurano complessivamente 48 tornei, inclusi due successi agli Internazionali d’Italia al Foro Italico, il cui campo centrale oggi porta il suo nome, a testimonianza del suo legame indissolubile con la città di Roma, che lo aveva adottato dopo che la sua famiglia fu costretta a lasciare la Tunisia. Per la sua eccezionale carriera, è stato l’unico tennista italiano ad essere ammesso nella prestigiosa International Tennis Hall of Fame di Newport, un riconoscimento che ne sancisce lo status di leggenda mondiale.

Personaggio eclettico e dalla vita intensa, Nicola Pietrangeli ha incarnato l’immagine del campione-gentiluomo, un uomo che, come lui stesso amava dire, se si fosse allenato di più avrebbe forse vinto di più, ma si sarebbe divertito di meno. La sua esistenza è stata un romanzo che ha attraversato quasi un secolo di storia italiana, tra frequentazioni illustri, la passione per il golf e per la sua Lazio, e un carattere schietto che non lesinava opinioni taglienti, come quelle espresse di recente nei confronti dei campioni del tennis moderno, incluso Jannik Sinner, al quale riconosceva il talento ma ricordando sempre la diversità di un’epoca tennistica radicalmente differente. Negli ultimi tempi, la sua salute era peggiorata, un declino fisico aggravato dal profondo dolore per la prematura scomparsa del figlio Giorgio. Nonostante fosse ricoverato, aveva continuato a seguire il tennis, come dimostra la dedica che il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, gli aveva rivolto in occasione della recente vittoria in Coppa Davis. La sua scomparsa, avvenuta mentre a Torino si celebravano le ATP Finals, chiude simbolicamente un cerchio, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama sportivo e culturale italiano. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!