Il quadro meteorologico per la fine dell’anno e l’inizio del 2026 si delinea con contorni sempre più netti e preoccupanti. I principali modelli meteorologici a lungo termine – ECMWF, GFS e ICON – convergono sulla possibilità di un’importante irruzione di aria artica in discesa dal Polo Nord, capace di raggiungere anche il bacino del Mediterraneo, investendo l’Italia tra la fine di dicembre e l’Epifania. Non si tratta ancora di una previsione definitiva, ma la tendenza appare consolidata nei run modellistici più aggiornati.
Il cuore del freddo si sta attualmente consolidando tra la Scandinavia e la Russia europea, dove è in formazione un esteso “lago gelido” colmo di aria artico-continentale. Si tratta di una massa d’aria estremamente fredda, in grado di generare isoterme di -10°C alla quota di 850 hPa (circa 1350 metri), che qualora scivolasse verso sud-ovest potrebbe innescare ondate di gelo di forte intensità anche sulla nostra penisola.
Le simulazioni più recenti evidenziano una possibile dinamica retrograda, con la saccatura artica che, aggirando l’anticiclone russo-scandinavo, potrebbe puntare direttamente il cuore dell’Europa e quindi il Mediterraneo centro-occidentale. In questo contesto, l’Italia potrebbe trovarsi esposta a una duplice minaccia: da un lato l’ingresso di masse d’aria gelida da nord-est, dall’altro la formazione di minimi ciclonici sul Mediterraneo, capaci di generare forti contrasti termici e quindi precipitazioni diffuse.
Lo scenario più plausibile, ad oggi, prevede un primo affondo freddo a cavallo di San Silvestro, con un’intensificazione del gelo tra il 1° e il 3 gennaio. Le temperature potrebbero scendere ben al di sotto della media stagionale, con valori prossimi o inferiori allo zero anche in pianura, soprattutto al Centro-Nord. L’eventuale interazione tra il freddo artico e i sistemi depressionari mediterranei aumenterebbe sensibilmente il rischio di nevicate a bassa quota, localmente anche fino al livello del mare, specie lungo l’Adriatico, nelle zone interne del Centro e al Nord-Ovest in caso di retrogressione.
Va sottolineato che la collocazione esatta dei minimi barici resta ancora incerta, così come la traiettoria finale delle masse d’aria artica. Tuttavia, la configurazione sinottica proposta dai modelli lascia pochi dubbi sulla possibile persistenza di un pattern freddo per buona parte della prima decade di gennaio. Anche l’Epifania, quindi, potrebbe essere segnata da gelo e neve, con l’Italia ancora nel pieno di un afflusso artico prolungato.
In conclusione, pur con le cautele dovute alla distanza temporale, si profila un cambio di regime climatico piuttosto marcato rispetto alla norma di fine dicembre. L’Italia potrebbe vivere un avvio d’anno sotto l’insegna dell’inverno più crudo, con il rischio concreto di un’ondata di gelo di stampo continentale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
