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Meteo, attenzione alla NEBBIA nelle prossime ore: le aree a rischio

Da oggi torna l’alta pressione sull’Italia: stabilità diffusa ma forte rischio di nebbie dense in Val Padana e valli del Centro.

La configurazione barica sullo scacchiere euro-mediterraneo subisce, a partire dalla giornata odierna di venerdì 26 dicembre 2025, una modifica sostanziale che segna il ritorno a condizioni di stabilità atmosferica diffusa, interrompendo la fase di variabilità che ha caratterizzato la vigilia e la prima parte delle festività natalizie. L’espansione di un robusto campo di alta pressione, di matrice ibrida azzorriana con contributi sub-tropicali, sta progressivamente conquistando l’intera Penisola, determinando una cessazione dei fenomeni precipitativi ma introducendo, come sovente accade nel semestre invernale, le insidie legate alla stagnazione dell’aria nei bassi strati. Il consolidamento dell’area anticiclonica, con i massimi di geopotenziale che si posizioneranno proprio tra la Francia e l’Italia settentrionale, fungerà da vero e proprio coperchio atmosferico, innescando meccanismi di subsidenza che schiacceranno l’aria verso il suolo e favoriranno il drastico aumento dei tassi di umidità relativa, specialmente nelle ore notturne e al primo mattino.

Nelle prossime quarantotto ore, l’attenzione dei previsori e degli enti preposti alla sicurezza stradale dovrà concentrarsi non tanto su piogge o nevicate, quanto sulla formazione di banchi di nebbia estesi e talora persistenti, un fenomeno che tornerà a essere il protagonista indiscusso delle cronache meteorologiche, in particolare sulle regioni settentrionali. La Val Padana, in virtù della sua conformazione orografica a catino chiuso su tre lati, diverrà il teatro ideale per la genesi di nebbie da irraggiamento: il raffreddamento notturno del suolo, favorito dai cieli sereni e dall’assenza di ventilazione significativa, porterà alla condensazione del vapore acqueo presente nei bassi strati, generando riduzioni della visibilità che potranno scendere localmente al di sotto dei cinquanta metri, creando scenari spettrali e potenzialmente pericolosi per la viabilità.

Particolare cautela sarà necessaria lungo le arterie autostradali che attraversano il Piemonte orientale, la bassa Lombardia, l’Emilia-Romagna e il basso Veneto, dove la coltre nebbiosa potrebbe non dissolversi nemmeno durante le ore centrali della giornata, mantenendo un’atmosfera grigia, uggiosa e fredda per l’intero arco diurno. Questo fenomeno, noto come “nebbia persistente” o “giornata di ghiaccio” qualora le temperature non salgano sopra lo zero, rappresenta l’altra faccia della medaglia dell’anticiclone invernale: se in montagna e sulle coste del Sud splenderà un sole quasi primaverile, le pianure del Nord si troveranno imprigionate in una bolla di umidità e freddo umido che penetra nelle ossa.

La situazione non sarà dissimile nelle valli interne del Centro Italia, in particolare tra Toscana, Umbria e Lazio, dove le inversioni termiche notturne favoriranno la formazione di banchi di nebbia densi lungo il corso dei fiumi Arno e Tevere, e nelle conche appenniniche, sebbene in queste zone la dissoluzione diurna dovrebbe essere più agevole rispetto al catino padano.

Uno degli aspetti più rilevanti di questa fase meteorologica sarà proprio la marcata inversione termica, una condizione per cui la temperatura, anziché diminuire con la quota, tende ad aumentare salendo di altitudine. Mentre le pianure e le valli rimarranno intrappolate in valori termici prossimi allo zero o appena superiori, con estese brinate notturne, in montagna si registreranno valori eccezionalmente miti per il periodo, con lo zero termico che potrebbe innalzarsi fin verso i 3000-3200 metri sulle Alpi occidentali. Si verrà a creare dunque un paradosso climatico tipico delle alte pressioni invernali: si potrà stare in maniche di camicia a 2000 metri godendo di un soleggiamento pieno e di un’aria limpida e secca, mentre a valle, poche centinaia di metri più in basso, si batteranno i denti avvolti in una nebbia gelida e inquinata.

Questo blocco della circolazione atmosferica avrà infatti ripercussioni negative immediate sulla qualità dell’aria: l’assenza di ricambio delle masse d’aria e la stabilità verticale impediranno la dispersione degli inquinanti, portando a una rapida impennata delle concentrazioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) nei grandi centri urbani del Nord, come Milano, Torino e Bologna, dove i livelli di smog potrebbero superare rapidamente le soglie di guardia già entro la giornata di domenica.

Sotto il profilo della viabilità, le prossime 48 ore richiederanno la massima prudenza per chi si metterà in viaggio per il prosieguo delle vacanze o per i primi rientri. La combinazione tra asfalto reso viscido dall’elevata umidità e la visibilità ridotta imporrà andature moderate e l’utilizzo corretto dei dispositivi di illuminazione fendinebbia, evitando manovre azzardate. Anche le aree costiere, in particolare quelle dell’alto Adriatico, potrebbero sperimentare foschie dense o nubi basse marittime che potrebbero spingersi fin verso l’entroterra romagnolo e marchigiano, limitando il soleggiamento anche in zone solitamente più ventilate. Al Sud e sulle Isole Maggiori, l’anticiclone regalerà invece giornate dal sapore quasi primaverile, con cieli sereni o poco nuvolosi e temperature massime che potranno toccare i 16-18 gradi, offrendo un contesto diametralmente opposto al grigiore della Val Padana.

La persistenza di questa figura barica sembra destinata a durare ben oltre il weekend, accompagnandoci con molta probabilità fino alla fine dell’anno 2025, consolidando un pattern di “blocco” che terrà lontane le perturbazioni atlantiche e le irruzioni fredde artiche. Tuttavia, è bene ricordare che la staticità atmosferica non è sinonimo di bel tempo ovunque: la nebbia, specie se accompagnata da temperature negative, può dar luogo al fenomeno della galaverna, che ricopre il paesaggio di cristalli di ghiaccio, creando scenari suggestivi ma rendendo il manto stradale estremamente insidioso.

In conclusione, a partire da oggi venerdì 26 dicembre, l’Italia entra in una fase di letargo meteorologico, dove il silenzio dell’alta pressione sarà rotto solo dagli avvisi per scarsa visibilità e dall’accumulo di inquinanti nei bassi strati, ricordandoci che l’inverno mediterraneo sa essere crudo anche senza la neve, nascondendo le sue insidie dentro un muro di nebbia impenetrabile.

Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!