Bologna, alla storica Osteria del Sole no all’ingresso dei bambini: “I genitori non li sanno gestire”

La storica Osteria del Sole di Bologna espone un cartello che sconsiglia l’ingresso ai minori di 18 anni. Il titolare Nicola Spolaore: «Non un divieto, ma una necessità dovuta alla maleducazione di alcuni genitori».

Un cartello all’ingresso che raffigura una mamma con un passeggino e la scritta «Sconsigliato ai minori di 18 anni». La storica Osteria del Sole di Bologna, locale attivo dal 1465 e situato in pieno centro, torna a far discutere per una scelta che ha già adottato in passato. Non un divieto formale, ma un invito esplicito alle famiglie a non portare i propri figli all’interno del locale.

La decisione è stata comunicata tramite un avviso posto all’entrata dello storico locale di vicolo Ranocchi. Si tratta di un’osteria che rappresenta un’istituzione per la città felsinea, essendo considerata la più antica sotto le Due Torri, con documenti che ne attestano l’esistenza sin dal 1465, ben prima della scoperta dell’America.

Nicola Spolaore, uno dei soci titolari dell’attività, ha voluto chiarire che non si tratta di una misura discriminatoria verso i più piccoli: «Non è vietato venire con i bambini, ma è sconsigliato, vista la maleducazione dei genitori, che scambiano il nostro locale per un parco giochi». Il cartello, che non è un’assoluta novità per l’Osteria, era già comparso nel 2015, suscitando all’epoca analoghe discussioni.

Le motivazioni addotte dal titolare sono molteplici e riguardano principalmente il comportamento inadeguato di alcuni genitori che frequentano il locale. «Mamme e papà lasciano scorazzare i propri figli in sala, correndo o gattonando sul pavimento», continua Spolaore. «Oltre a essere pericoloso per loro, perché possono cadere bicchieri o vetri per terra, non è un atteggiamento consono per il locale». Un ambiente che, con il suo arredamento caratteristico risalente al Quattrocento e spazi non particolarmente ampi, mal si concilia con la presenza di bambini non adeguatamente gestiti.

I problemi non si limitano ai movimenti dei piccoli avventori. Secondo quanto riportato dal titolare, molti genitori lasciano i bambini intrattenuti da «tablet accesi ad alto volume o con giochi rumorosi e sparpagliati ovunque». Ma l’episodio che avrebbe rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso è ben più eclatante: «Un cliente ha cambiato il pannolino del figlio sul tavolo, davanti a tutti. Un atteggiamento assurdo che sottolinea la maleducazione dei genitori, che per di più sono turisti italiani e non stranieri», racconta con evidente disappunto Spolaore.

Un altro aspetto problematico riguarda l’ingombro dei passeggini in un locale che, soprattutto in alcuni momenti della giornata, risulta particolarmente affollato: «Pensiamo al sabato a mezzogiorno, quando il locale è affollato. È pieno di gente, con i passeggini è quasi impossibile muoversi».

L’Osteria del Sole non è un ristorante tradizionale: ha la peculiarità di servire esclusivamente bevande, principalmente vino e birra, mentre i clienti sono liberi di portare il proprio cibo da casa o d’asporto per consumarlo ai tavoli del locale. Una caratteristica che contribuisce a creare un’atmosfera particolare e molto apprezzata sia dai bolognesi che dai turisti.

La scelta di sconsigliare l’ingresso ai minori solleva però interrogativi sul piano legale. In Italia, infatti, la normativa non consente generalmente ai ristoranti di vietare l’ingresso ai bambini, a meno che non sussista un «legittimo motivo». Secondo l’articolo 187 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, gli esercenti non possono rifiutare le prestazioni ai clienti che le richiedono e pagano il prezzo pattuito, salvo alcune eccezioni specifiche.

Forse proprio per questo motivo Spolaore ha precisato che si tratta di un consiglio e non di un divieto assoluto: «Il locale ha una determinata atmosfera, non adatta ai bambini. Se rispetteranno il luogo, saremo ben lieti di offrire un calice di vino alle mamme e ai papà. Ma serve buonsenso e rispetto».

Le reazioni dei bolognesi sembrano in larga parte favorevoli alla decisione dell’Osteria. Marco Molinari Pradelli, cliente del locale, commenta: «Questo è un luogo magico per Bologna. E proprio per questo va rispettato, come va rispettato chi qui dentro ci lavora ogni giorno. I genitori in primis, spesso, sono maleducati e non rispettano il locale e quindi si sfocia nel disastro».

Anche tra i genitori non mancano voci di sostegno alla scelta dell’osteria. Laura Menozzi, madre di due figli ormai cresciuti, definisce la decisione «molto comprensibile» e aggiunge: «In generale, avverto un forte decadimento delle buone maniere e dei costumi. Se in primis le famiglie non si rendono conto di essere in un luogo pubblico con altre persone, e non a casa propria, è bene che altri si facciano carico di farglielo notare».

Altri clienti sottolineano come l’Osteria del Sole, con la sua atmosfera particolare e la clientela prevalentemente adulta, non sia «un luogo adatto ai bambini», come spiega Alberto Vitali: «Sono dell’idea che i piccoli dentro le osterie non dovrebbero metterci piede, perché sono atmosfere e luoghi non adatti. Se dovessero entrarci, però, dovrebbero rispettare gli spazi con educazione».

Il caso dell’Osteria del Sole riapre il dibattito sulla convivenza tra diversi tipi di clientela nei locali pubblici e sul confine tra le libertà individuali e il rispetto degli spazi condivisi. Una questione che, al di là delle posizioni personali, rimanda alla necessità di un comportamento consapevole e rispettoso nei confronti di luoghi storici che rappresentano un patrimonio per l’intera comunità.