Conclave, ecco perché i collegamenti TV da Piazza San Pietro sono di scarsa qualità

Le trasmissioni televisive dal Vaticano durante il Conclave mostrano una qualità inferiore agli standard abituali a causa delle restrizioni nelle telecomunicazioni e della congestione della rete. Mentre alcune emittenti internazionali potrebbero aver adottato soluzioni satellitari avanzate come Starlink, quelle italiane sembrano ancora non sfruttare questa tecnologia.
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Le immagini che stiamo ricevendo dalle reti televisive impegnate a trasmettere gli eventi legati al Conclave in corso mostrano una qualità spesso inferiore agli standard abituali. Questa situazione, che penalizza in particolare le trasmissioni da piazza San Pietro e dalle zone limitrofe, si inserisce nel contesto delle straordinarie misure di sicurezza implementate per garantire l’assoluta riservatezza del processo di elezione del nuovo Pontefice. La degradazione dei segnali non è un fenomeno casuale, ma il risultato di precise scelte tecniche e operazionali legate alle circostanze eccezionali.

La Città del Vaticano ha richiesto agli operatori telefonici di “disattivare tutti gli impianti di trasmissione del segnale di telecomunicazione per cellulare radiomobile, presenti nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, esclusa l’area di Castel Gandolfo”. Una comunicazione ufficiale ha specificato che questo blackout delle comunicazioni sarebbe iniziato alle 15:00 del 7 maggio, proseguendo fino all’annuncio dell’avvenuta elezione del Sommo Pontefice. Inizialmente, le informazioni diffuse facevano pensare a un’interruzione totale dei servizi anche in piazza San Pietro, ma successive precisazioni hanno chiarito che lo “spegnimento selettivo” riguarda in realtà “solo la zona della Cappella Sistina e la residenza di Santa Marta”.

Nonostante questa limitazione geografica delle restrizioni più severe, il fenomeno della congestione della rete rappresenta comunque un problema significativo nelle aree limitrofe dove le trasmissioni sono consentite. Le reti mobili, infatti, funzionano in modo analogo alle strade: quando l’infrastruttura non è in grado di sostenere il numero di utenti che vi accedono simultaneamente, le prestazioni diminuiscono drasticamente. Questo effetto è particolarmente evidente nella velocità di trasmissione dati, con le connessioni che subiscono rallentamenti significativi o, nei casi più gravi, interruzioni complete.

I dati raccolti dal settore delle telecomunicazioni mostrano come la velocità di connessione in download da rete mobile possa subire un rallentamento medio del 21,2% nelle ore di punta rispetto alle fasce orarie meno affollate. A questo fenomeno fisiologico, si aggiunge l’eccezionale concentrazione di giornalisti, operatori media e curiosi nell’area vaticana. In piazza San Pietro, infatti, si sono radunate circa 45.000 persone tra romani, turisti e fedeli, tutti con gli occhi puntati verso il fatidico comignolo. Questa presenza massiccia di dispositivi connessi simultaneamente in uno spazio relativamente ristretto amplifica inevitabilmente i problemi di congestione della rete.

Un ulteriore elemento da considerare è l’utilizzo dei cosiddetti “jammer”, dispositivi che generano interferenze radio specificamente progettati per rendere inutilizzabili i telefoni cellulari e altri metodi di comunicazione. Questi apparecchi, solitamente impiegati nelle zone più sensibili come la Cappella Sistina, emettono segnali a frequenze simili a quelle utilizzate dai dispositivi mobili, neutralizzando eventuali apparecchi non autorizzati e potenziali sistemi di sorveglianza occulta. Sebbene l’utilizzo di questi dispositivi sia formalmente limitato alle aree chiave del Conclave, la loro presenza contribuisce a creare un ambiente elettromagnetico complesso nell’intera area circostante.

In questo scenario tecnicamente sfidante, alcune emittenti internazionali sembrano aver adottato soluzioni alternative basate su tecnologie satellitari avanzate. Starlink, il sistema di connettività satellitare sviluppato da SpaceX, l’azienda di Elon Musk, rappresenta una delle opzioni potenzialmente utilizzabili. Questa tecnologia, basata su una costellazione di minisatelliti in orbita bassa, può fornire connessioni molto più veloci e potenti rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari. La rete Starlink si è già dimostrata cruciale in situazioni di emergenza o in zone remote, come testimoniano le esperienze documentate in ambito militare.

Le specifiche tecniche della soluzione Starlink la rendono particolarmente adatta per aggirare i problemi di congestione delle reti terrestri. I suoi satelliti, posizionati a circa 500 chilometri dalla Terra (contro i 36.000 dei satelliti geostazionari tradizionali), riducono significativamente i tempi di trasmissione dei dati: 25 millisecondi contro oltre 600. Questa caratteristica, unita alla maggiore capacità di trasporto dati, consente trasmissioni di qualità superiore anche in condizioni di forte congestione delle infrastrutture terrestri.

La tecnologia Starlink, tuttavia, è al centro di un intenso dibattito politico in Italia. Esponenti della Lega, partito della coalizione di governo, hanno espresso pubblicamente la preferenza per l’adozione di questa tecnologia americana rispetto ad alternative europee come Eutelsat, sostenendo che “sarebbe singolare optare per un soggetto francese quando è disponibile un sistema più avanzato e all’avanguardia come quello americano”. Questa posizione si inserisce in un più ampio contesto di discussione sulla sicurezza delle comunicazioni governative e militari italiane.

Mentre il dibattito procede a livello istituzionale, la qualità delle trasmissioni televisive dal Vaticano continua a risentire delle limitazioni tecniche imposte dalle circostanze. Le soluzioni basate su tecnologie satellitari avanzate rappresentano certamente un’opzione per migliorare la qualità delle trasmissioni, ma la loro adozione richiede tempi tecnici, investimenti significativi e, nel caso delle emittenti pubbliche, anche decisioni politiche. Nel frattempo, i telespettatori dovranno adattarsi a immagini di qualità non ottimale, considerandole parte integrante dell’eccezionalità dell’evento che stanno seguendo.

L’interesse per tecnologie come Starlink continua comunque a crescere a livello globale. Amazon, attraverso la sua sussidiaria, ha recentemente lanciato i primi satelliti del suo sistema in competizione con quello di Musk, puntando a costruire una rete simile con oltre 3.200 satelliti in orbita attorno alla Terra. Questa crescente concorrenza nel settore delle comunicazioni satellitari potrebbe presto rendere queste tecnologie più accessibili anche per applicazioni come le trasmissioni televisive in situazioni di congestione delle reti terrestri.

Al termine del Conclave, con l’annuncio del nuovo Pontefice dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, le restrizioni sulle comunicazioni verranno revocate “con la massima celerità consentita dalla tecnologia degli operatori mobili”. Solo allora potremo aspettarci un ritorno alla normale qualità delle trasmissioni, mentre i fedeli e i curiosi raccolti in piazza potranno finalmente condividere in tempo reale le loro emozioni sui social media.