L’estate meteorologica 2025, che inizierà ufficialmente domenica 1° giugno, mentre quella astronomica prenderà il via sabato 21 giugno, si prospetta come una delle stagioni più torride degli ultimi decenni secondo le più recenti proiezioni climatiche elaborate dai principali centri meteorologici internazionali. Dopo una primavera caratterizzata da marcata instabilità atmosferica, i modelli previsionali indicano un’estate caratterizzata da temperature notevolmente al di sopra delle medie stagionali, con anomalie termiche particolarmente significative e potenzialmente problematiche per diverse regioni della penisola.
L’elemento che desta maggiore preoccupazione negli esperti è rappresentato dalle temperature superficiali del Mar Mediterraneo, che negli ultimi anni hanno registrato incrementi allarmanti. I dati raccolti da ENEA e INGV nell’ambito del progetto MACMAP rivelano che nel corso degli ultimi 25 anni la temperatura media superficiale del Mediterraneo ha subito un incremento di oltre 1°C, con un progressivo aumento particolarmente evidente dal 2013 nel Tirreno meridionale, in estensione verso nord. Questo riscaldamento non si limita agli strati superficiali, ma interessa anche le profondità marine fino a 800 metri, con incrementi compresi tra +0,3°C e +0,6°C negli strati intermedi e profondi.
Questa anomalia termica marina rappresenta un fattore determinante per la configurazione meteorologica estiva, poiché acque più calde favoriscono una maggiore evaporazione e forniscono energia supplementare all’atmosfera, alimentando così sistemi di alta pressione più intensi e persistenti. Le temperature marine superiori alla media potranno quindi amplificare e prolungare le ondate di calore, oltre a influenzare la formazione di fenomeni temporaleschi particolarmente violenti nelle zone esposte all’instabilità.
Le proiezioni meteorologiche indicano che la stagione estiva sarà caratterizzata da una presenza quasi costante dell’anticiclone africano, una figura barica che tenderà a insediarsi con particolare stabilità sul bacino del Mediterraneo centrale. Questa configurazione atmosferica porterà masse d’aria estremamente calde di origine subtropicale a ridosso della penisola italiana, determinando temperature particolarmente elevate. Nelle regioni meridionali e nelle isole maggiori, durante le fasi più intense delle ondate di calore, i valori termici potrebbero oscillare localmente tra i 43°C e i 47°C, con particolare riferimento alle zone interne di Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Le previsioni elaborate dalla NOAA e dal Met Office britannico evidenziano inoltre come l’estate 2025 potrebbe essere influenzata anche dal fenomeno di El Niño, che raggiungerà il suo picco proprio in questo periodo, contribuendo ulteriormente all’instaurazione di condizioni climatiche estreme su scala europea. Secondo i climatologi, le temperature medie estive potrebbero risultare di 2-3 gradi superiori rispetto alle medie storiche, con un’intensità delle ondate di calore eccezionalmente elevata.
Estate 2025, un’Italia divisa tra Caldo Estremo e Temporali Violenti
Le regioni settentrionali dovranno affrontare un’estate caratterizzata dall’alternanza tra fasi di caldo intenso e periodi di marcata instabilità atmosferica. Il contrasto termico tra l’aria molto calda presente nei bassi strati, particolarmente persistente nella Valle Padana, e le correnti più fresche in discesa dall’Europa settentrionale potrebbe innescare fenomeni meteorologici di estrema violenza. Le aree alpine, prealpine e le alte pianure saranno particolarmente esposte a temporali di forte intensità, con elevato rischio di nubifragi localizzati, grandinate di grandi dimensioni e raffiche di vento distruttive.
Lombardia, Veneto e Piemonte risulteranno le regioni maggiormente vulnerabili a questi eventi estremi, come evidenziato dalle analisi dell’ARPA Piemonte, che indicano per il mese di giugno un’anomalia barica particolarmente positiva posizionata sulla parte centro-sudoccidentale dell’Europa, configurazione che favorisce l’instaurarsi di condizioni meteorologiche potenzialmente pericolose.
Le regioni centrali della penisola dovranno far fronte a un clima prevalentemente caldo e asciutto, con precipitazioni significative limitate a sporadici eventi temporaleschi, concentrati principalmente nelle aree interne e appenniniche. Le zone costiere tirreniche potranno beneficiare parzialmente delle brezze marine, che contribuiranno a mitigare leggermente i valori termici, ma l’entroterra sarà esposto a ondate di calore particolarmente intense con temperature che potrebbero frequentemente avvicinarsi o superare la soglia dei 38-40°C, specialmente nelle aree interne di Toscana e Umbria.
Roma e le altre grandi città del Centro Italia saranno particolarmente vulnerabili al fenomeno dell’isola di calore urbana, con temperature notturne che difficilmente scenderanno sotto i 25°C per periodi prolungati, generando condizioni di disagio termico significativo per la popolazione. La combinazione tra caldo intenso e assenza di precipitazioni significative potrebbe inoltre aggravare le condizioni di siccità già presenti in diverse aree del Centro Italia.
Le regioni meridionali e le isole maggiori dovranno affrontare la situazione più critica, con un’estate caratterizzata non solo da temperature estremamente elevate, ma anche da una persistente siccità. Le proiezioni indicano che i valori termici potranno frequentemente avvicinarsi o superare i 40°C, con picchi ancora più elevati durante le ondate di calore più intense. Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria saranno particolarmente esposte a queste condizioni estreme, con possibili ripercussioni significative su agricoltura, risorse idriche e salute pubblica.
Un elemento particolarmente preoccupante per queste regioni è rappresentato dalla possibilità di sperimentare le cosiddette “notti tropicali”, ovvero periodi durante i quali le temperature notturne non scendono al di sotto dei 30°C, condizione che potrebbe protrarsi per oltre un mese consecutivo nelle aree più esposte all’influenza dell’anticiclone africano. La scarsità di precipitazioni, unita alle temperature estremamente elevate, determinerà inoltre un sensibile incremento del rischio di incendi boschivi, particolarmente nelle aree rurali e forestali.
Le principali aree metropolitane italiane come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Firenze saranno particolarmente vulnerabili al fenomeno dell’isola di calore urbana, caratterizzato dall’innalzamento delle temperature nelle aree densamente edificate rispetto alle zone rurali circostanti. L’abbondanza di superfici in cemento, la carenza di spazi verdi e l’elevata densità di traffico veicolare trasformeranno questi centri urbani in veri e propri “forni estivi”, con temperature percepite notevolmente superiori rispetto ai valori effettivamente misurati dalle stazioni meteorologiche.
Un altro elemento di preoccupazione è rappresentato dall’innalzamento dello zero termico, che nel corso dell’estate 2025 potrebbe frequentemente superare la quota dei 5000 metri di altitudine, compromettendo ulteriormente la salute dei ghiacciai alpini e favorendo la formazione di temporali particolarmente violenti nelle aree montuose. La combinazione tra caldo estremo in pianura e correnti più fresche in quota potrebbe determinare l’instaurarsi di condizioni particolarmente favorevoli allo sviluppo di fenomeni temporaleschi di forte intensità, con rischio di precipitazioni abbondanti e concentrate, grandinate di grandi dimensioni e raffiche di vento distruttive.