L’Italia si trova nuovamente esposta a una fase di maltempo di particolare intensità, innescata dall’arrivo di un vortice ciclonico di matrice afro-mediterranea che tra poche ore darà vita a condizioni meteorologiche estreme su ampie porzioni del territorio nazionale. La sequenza di eventi che ha portato a questa nuova ondata di instabilità si inserisce in un contesto barico privo di un’alta pressione consolidata, lasciando spazio a incursioni perturbate sia dal Nord Europa sia dal Nord Africa, con effetti che si manifestano in modo differenziato tra le varie regioni.
Il peggioramento delle condizioni atmosferiche si è reso evidente già nella giornata di mercoledì 14 maggio, quando le prime precipitazioni hanno interessato la Sardegna, in particolare i settori meridionali, preludio a un quadro destinato a peggiorare rapidamente. Il sistema ciclonico, formatosi tra Algeria e Tunisia, ha iniziato a risalire verso il bacino centrale del Mediterraneo, acquisendo energia grazie alle elevate temperature superficiali e ai flussi d’aria instabili, per poi impattare in modo diretto sulle regioni meridionali italiane.
Le giornate di giovedì 15 maggio e venerdì 16 maggio, rappresentano il momento di massima criticità: la Sicilia e la Calabria ionica risultano le aree più esposte, con precipitazioni abbondanti, temporali persistenti e rischio elevato di nubifragi. Le proiezioni modellistiche indicano la possibilità di accumuli pluviometrici localmente superiori ai 200 millimetri nell’arco di 48 ore, fenomeno che, per il mese di maggio, assume carattere eccezionale e può determinare allagamenti, frane e alluvioni lampo nelle zone a rischio idrogeologico. L’allerta arancione, diramata dalla Protezione Civile per rischio idrogeologico e temporali, coinvolge ampie porzioni della Sicilia, tra cui i settori sud-orientali, nord-orientali e le isole minori, mentre la Calabria ionica e la Basilicata sono sottoposte a vigilanza per fenomeni di criticità ordinaria e localizzata.

La struttura depressionaria, muovendosi verso nord, estende l’instabilità anche alla Campania, alla Basilicata e alla Puglia, dove si registrano rovesci e temporali di forte intensità, accompagnati da venti tempestosi che, lungo i litorali ionici, possono superare i 100 km/h e generare mareggiate con onde alte fino a quattro metri. Sulla Sardegna meridionale, già colpita nelle prime fasi della perturbazione, si osserva una tendenza a un parziale miglioramento, ma non si escludono ulteriori piogge sparse.
Il fronte perturbato non risparmia neppure il Centro Italia, con fenomeni che, tra la tarda serata e la notte, coinvolgono il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, in particolare lungo le aree interne e costiere. In queste regioni, la Protezione Civile ha attivato l’allerta gialla per rischio temporali e idrogeologico, evidenziando la possibilità di criticità localizzate soprattutto nei bacini montani e collinari. L’Umbria e le aree appenniniche centrali risultano anch’esse interessate da precipitazioni a carattere sparso, con tendenza a un peggioramento nelle ore centrali della giornata.
Parallelamente, una seconda dinamica atmosferica si sviluppa sulle regioni settentrionali, dove l’ingresso di un impulso d’aria fredda proveniente dalla Scandinavia determina un peggioramento deciso a partire dal Nord-Est. Tra la sera di giovedì e la notte successiva, temporali localmente intensi, accompagnati da grandinate e forti raffiche di vento, investono il Triveneto, l’Emilia Romagna, il Piemonte e la Lombardia, con particolare attenzione alle aree alpine e prealpine, dove il rischio di fenomeni violenti risulta elevato. La sovrapposizione di due sistemi perturbati, uno di matrice mediterranea e l’altro di origine baltica, crea un quadro meteorologico particolarmente articolato, con rischi differenziati ma diffusi su gran parte del Paese.

Le autorità raccomandano la massima prudenza, soprattutto nelle aree già individuate come a rischio idrogeologico. I venti di tempesta e le precipitazioni torrenziali possono causare danni alle infrastrutture, interruzioni nei collegamenti marittimi e problemi alla viabilità costiera, mentre nelle zone interne il rischio di smottamenti e frane rimane elevato. La Protezione Civile monitora costantemente l’evoluzione della situazione, pronta ad aggiornare i livelli di allerta in base all’intensità e alla localizzazione dei fenomeni.
Secondo le ultime proiezioni, il ciclone mediterraneo inizierà ad allontanarsi dall’Italia a partire dalla serata di venerdì 16 maggio, lasciando tuttavia una scia di instabilità residua che potrà manifestarsi con temporali pomeridiani e serali, soprattutto nelle zone interne del Centro e del Nord. Il ritorno a condizioni più stabili e soleggiate è atteso solo nel corso del fine settimana, con temperature in graduale rialzo ma ancora leggermente inferiori alle medie stagionali in molte regioni. Resta comunque alta l’attenzione per eventuali nuovi impulsi perturbati, dato il perdurare di una situazione barica instabile sul Mediterraneo centrale.