Eurovision 2025, Michelle Hunziker omaggia l’Italia ma la Rai manda la pubblicità

Durante l’Eurovision 2025 la Rai interrompe con la pubblicità l’esibizione di Michelle Hunziker. Un’ennesima figuraccia che si aggiunge ai problemi cronici: commentatori inadeguati, 4K non nativo e nessuna opzione per una visione integrale senza commenti.

La recente finale dell’Eurovision Song Contest 2025, svoltasi alla St. Jakobshalle di Basilea e vinta dall’austriaco JJ con la sua potente “Wasted Love”, è stata ancora una volta teatro di una gestione televisiva italiana che conferma l’inadeguatezza della Rai nell’affrontare eventi di portata internazionale di questa rilevanza. Durante la serata di sabato 17 maggio, mentre la co-conduttrice Michelle Hunziker si apprestava ad interpretare il celebre brano “Nel blu dipinto di blu” in quello che doveva essere un momento di omaggio alla tradizione musicale italiana, la rete ammiraglia ha deciso di mandare in onda una serie di spot pubblicitari, interrompendo bruscamente la performance e privando gli spettatori di un momento significativo dell’evento.

Questo episodio, che ha suscitato immediate reazioni negative sui social network e ha generato un’ondata di meme satirici, non rappresenta un incidente isolato ma si colloca in un contesto di problematiche strutturali che caratterizzano da anni la trasmissione dell’Eurovision da parte della televisione pubblica italiana. Le modalità di gestione dell’evento, dalla qualità tecnica delle immagini fino alla scelta dei commentatori, continuano a suscitare perplessità tra gli appassionati della manifestazione canora, che chiedono con insistenza una revisione generale dell’approccio editoriale adottato dal servizio pubblico radiotelevisivo.

L’interruzione pubblicitaria che ha oscurato la Hunziker

L’episodio avvenuto durante l’esibizione della Hunziker rappresenta emblematicamente la distanza tra le aspettative del pubblico e le scelte editoriali della Rai. La conduttrice italo-svizzera, selezionata come presentatrice proprio in virtù della sua doppia nazionalità che la rendeva perfetta per un’edizione ospitata in Svizzera, stava eseguendo uno dei brani più rappresentativi della tradizione musicale italiana quando improvvisamente la regia italiana ha ritenuto opportuno inserire una serie di messaggi promozionali, suscitando sconcerto tra milioni di telespettatori. La performance, che si svolgeva nella prestigiosa cornice della St. Jakobshalle di Basilea ed era seguita integralmente da spettatori di tutto il mondo, per il pubblico italiano è stata sostituita da una sequenza di spot commerciali che ha interrotto bruscamente la continuità narrativa dell’evento.

Quella che i responsabili della programmazione potrebbero considerare una semplice decisione di palinsesto si è trasformata in un caso mediatico che ha rapidamente fatto il giro del web, sollevando interrogativi sulla reale considerazione che la televisione pubblica riserva a eventi di portata internazionale che coinvolgono milioni di spettatori. La scelta di interrompere proprio un momento di celebrazione della cultura musicale italiana appare particolarmente infelice e denota una gestione editoriale che sembra non comprendere l’importanza simbolica di determinati momenti all’interno di manifestazioni di questo calibro.

I commentatori: tra critiche e inadeguatezza

Non meno problematica appare la questione relativa ai commentatori scelti per accompagnare la diretta dell’evento. La coppia formata da Gabriele Corsi e BigMama ha suscitato reazioni contrastanti tra il pubblico, con numerose critiche emerse sui social network che hanno messo in discussione la pertinenza e la qualità dei loro interventi durante la trasmissione della kermesse. In particolare, i commenti di BigMama sono stati oggetto di aspre critiche da parte degli utenti, alcuni dei quali hanno utilizzato espressioni decisamente forti per manifestare la propria disapprovazione. Un utente ha scritto che “ogni volta che parla mi sanguinano le orecchie”, mentre altri hanno esplicitamente chiesto che venga esclusa dalle prossime dirette, accusandola di mancare di approfondimento e preparazione musicale.

Il problema dei commentatori rappresenta una criticità ricorrente nelle trasmissioni italiane dell’Eurovision, come testimoniato dalle polemiche che hanno investito in passato anche altri volti noti come Cristiano Malgioglio. Durante l’edizione del 2022, il cantautore e personaggio televisivo era stato oggetto di numerose critiche per i suoi commenti considerati “fuori luogo” e per i frequenti riferimenti alla propria vita privata, elementi che secondo molti telespettatori distoglievano l’attenzione dall’evento principale. Anche nell’edizione 2025, la presenza di problemi tecnici relativi al microfono di Gabriele Corsi, la cui voce risultava distorta al punto che un utente sui social ha ironicamente commentato che sembrava fosse “finito in fondo a una piscina”, non ha fatto che accentuare la sensazione di approssimazione nella gestione dell’evento.

La qualità delle immagini: un 4K che non è tale

Altro aspetto fortemente criticato dagli appassionati riguarda la qualità delle immagini trasmesse. Nonostante la Rai abbia annunciato la disponibilità della trasmissione in 4K su Rai 4K (canale 210 di TivùSat o canale 101 del Digitale Terrestre), la realtà si è rivelata ben diversa dalle aspettative. Come già accaduto in passato, non si è trattato di immagini native in 4K, ma di un semplice upscaling che non sfrutta pienamente le potenzialità di questa tecnologia. Una situazione che appare anacronistica considerando che già nel 2022 veniva sottolineata l’inadeguatezza della Rai nel produrre eventi live in Ultra HD di propria realizzazione, con un upscaling che, seppur migliorativo rispetto allo standard, non raggiunge assolutamente la qualità che ci si aspetterebbe da una trasmissione moderna di questo tipo.

La questione assume contorni ancora più critici se si considera che l’Eurovision rappresenta uno degli eventi televisivi tecnicamente più all’avanguardia a livello mondiale, con produzioni che puntano all’eccellenza visiva e sonora. In questo contesto, la scelta di non investire adeguatamente per garantire una trasmissione di alta qualità appare come un’occasione persa per allineare la televisione pubblica italiana agli standard internazionali. Gli sforzi promozionali per incentivare la diffusione del 4K, come la campagna “4K per tutti” di tivùsat, sembrano così contrastare con la realtà di una produzione che non riesce a sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia disponibile.

Le richieste inascoltate: trasmissione integrale e senza commenti

La combinazione di questi problemi tecnici e di conduzione ha portato a un incremento delle richieste da parte degli appassionati dell’Eurovision per una revisione completa delle modalità di trasmissione dell’evento in Italia. Molti utenti chiedono con insistenza che la Rai metta a disposizione una versione integrale dell’evento, priva di commenti e in alta definizione, che permetta di godere appieno dell’esperienza audiovisiva così come concepita dagli organizzatori. Sebbene teoricamente sia possibile seguire l’evento in lingua originale sia su RaiPlay che sul canale YouTube dell’Eurovision Song Contest, queste alternative non sembrano sufficienti a placare le critiche verso la gestione della trasmissione principale.

La frustrazione degli spettatori appare ulteriormente accentuata dalla constatazione che le edizioni dell’Eurovision trasmesse dalla Rai non sono più presenti su RaiPlay, privando così gli appassionati della possibilità di rivedere le performance anche dopo la conclusione dell’evento. Una situazione che contrasta nettamente con quella di altri paesi europei, dove le emittenti nazionali garantiscono un’ampia disponibilità dei contenuti relativi alla manifestazione anche nei giorni e nelle settimane successive alla sua conclusione.

La persistente inadeguatezza della Rai nel gestire la trasmissione dell’Eurovision Song Contest, confermata dall’incidente durante l’esibizione di Michelle Hunziker, appare come il sintomo di un approccio editoriale che non riesce a cogliere pienamente l’importanza e le peculiarità di un evento che rappresenta molto più di una semplice competizione musicale. Nonostante il buon risultato ottenuto dal rappresentante italiano Lucio Corsi, classificatosi al quinto posto con il brano “Volevo essere un duro”, l’esperienza televisiva offerta al pubblico italiano continua a presentare lacune significative che rischiano di compromettere la fruizione di uno degli eventi più seguiti a livello europeo.

Mentre il dibattito sulla natura politica o artistica delle votazioni all’Eurovision continua ad animare gli appassionati, come sottolineato dal Direttore Generale di San Marino RTV Roberto Sergio quando ha ricordato che “la gara era tra cantanti e non tra Stati o tra televisioni”, appare sempre più evidente la necessità di un ripensamento complessivo delle modalità di trasmissione dell’evento in Italia, che tenga conto delle legittime aspettative di un pubblico sempre più esigente e consapevole degli standard qualitativi internazionali.