La vicenda del delitto di Garlasco torna prepotentemente alla ribalta con nuove testimonianze inedite che potrebbero ribaltare la narrativa processuale consolidata negli anni. Il caso che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, è ora oggetto di nuove indagini che vedono coinvolto Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Una serie di dichiarazioni emerse in queste ore potrebbe gettare nuova luce su uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi vent’anni, con sviluppi significativi che stanno emergendo da più fronti investigativi.
Il racconto del “supertestimone”
Figura centrale delle nuove indagini è un uomo identificato con il nome fittizio di “Carlo”, il cui racconto integrale verrà trasmesso questa sera nel corso della puntata de “Le Iene”. Il testimone ha rivelato agli inviati Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese di aver incontrato, poco dopo l’omicidio, una donna di Tromello che abitava nei pressi della casa della nonna materna delle gemelle Cappa, cugine di Chiara Poggi. Questa donna gli avrebbe riferito di aver visto Stefania Cappa in uno stato di evidente agitazione mentre entrava nella vecchia abitazione con un borsone particolarmente pesante.
“Stefania era nel panico, con un borsone”, ha dichiarato il testimone, aggiungendo che la donna gli aveva anche riferito di aver sentito il rumore di qualcosa gettato in un fosso. Carlo ha precisato che le gemelle Cappa non erano mai state viste in quella casa prima di allora, circostanza che aveva reso l’episodio particolarmente sospetto agli occhi della testimone primaria, oggi non più in vita come molte delle persone anziane che avrebbero assistito alla scena.
Il testimone ha anche chiarito di non aver mai parlato di un “alare da camino”, smentendo alcune ricostruzioni apparse sulla stampa, e ha spiegato di aver conservato tutte le informazioni raccolte in una serie di taccuini personali per non dimenticare dettagli potenzialmente cruciali. Sul perché questa testimonianza emerga solo ora, a distanza di quasi due decenni dall’omicidio, Carlo ha affermato che all’epoca “non c’era stata volontà di ascoltare”.
Le dichiarazioni della madre di Andrea Sempio
Altro elemento dirompente nella vicenda sono le dichiarazioni rilasciate dalla madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, che nei giorni scorsi si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante un interrogatorio formale. La donna avrebbe contattato la trasmissione “Le Iene” prima che l’indagine sul figlio diventasse pubblica, per difenderlo dai sospetti che stavano emergendo.
Nelle conversazioni con l’inviato Alessandro De Giuseppe, la Ferrari ha mosso pesanti accuse nei confronti dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, sostenendo che avrebbe passato documentazione riservata della procura all’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio. “Non so se glieli ha dati a pagamento o gratis”, avrebbe dichiarato la donna riguardo agli atti dell’indagine che sarebbero stati consegnati a Lovati.
Queste rivelazioni sollevano interrogativi inquietanti su quanto avvenuto nel 2017, quando le prime indagini su Sempio furono archiviate in tempi sorprendentemente rapidi dopo soli due mesi dall’avvio del procedimento. Le intercettazioni dell’epoca mostravano che l’indagato sembrava essere molto informato sulle mosse degli inquirenti già prima del suo interrogatorio del 10 febbraio 2017.
Il presunto litigio tra Chiara e la cugina
La madre di Sempio ha inoltre rivelato l’esistenza di una testimone che avrebbe assistito, il giorno prima dell’omicidio, a un litigio particolarmente acceso tra Chiara Poggi e una delle cugine. Questa persona, ha affermato la Ferrari, non avrebbe mai riferito l’episodio né ai carabinieri né ad altri. La circostanza, se confermata, potrebbe rappresentare un elemento di notevole interesse investigativo per comprendere meglio il contesto relazionale in cui è maturato il delitto.
Nelle stesse conversazioni con “Le Iene”, la madre di Sempio ha anche affermato che in paese “in pochi credono davvero che Alberto sia l’assassino”, suggerendo l’esistenza di una verità condivisa localmente ma mai emersa pienamente nelle indagini ufficiali.
I messaggi vocali di Paola Cappa
Ad aggiungere ulteriore complessità al quadro investigativo ci sono i messaggi vocali di Paola Cappa, sorella di Stefania e cugina della vittima. Nei giorni scorsi era circolata la notizia che Paola avrebbe inviato un messaggio con scritto: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Il destinatario di questi messaggi, Francesco Chiesa Soprani, ex amico di Paola, ha consegnato alla trasmissione “Le Iene” centinaia di comunicazioni scambiate con lei, molte delle quali riguardanti l’omicidio.
Sebbene nel materiale fornito non compaia mai esplicitamente la frase sull'”incastro” di Stasi, tra i vocali inviati dalla ragazza è presente una dichiarazione particolarmente inquietante: “Guarda, non ho mai aperto bocca, però arriverà il giorno che la apro. Voglio essere pagata fior di milioni, però dirò tutto, tutto, tutto, tutto”. Un’affermazione che solleva interrogativi sulla possibilità che la giovane sia in possesso di informazioni rilevanti mai condivise con gli inquirenti.
Gli sviluppi investigativi recenti
Nella giornata di oggi, 20 maggio 2025, si è verificato un evento significativo nell’ambito delle indagini: Alberto Stasi è stato interrogato come testimone assistito dalla Procura di Pavia. L’uomo, condannato in via definitiva per l’omicidio, ha risposto alle domande degli inquirenti, come confermato dal suo legale Antonio De Rensis, che ha dichiarato: “Alberto Stasi ha risposto ma non posso entrare nel merito. Abbiamo sempre più fiducia nei pm e negli uomini e le donne dei carabinieri”.
Contestualmente, è stato ascoltato come persona informata sui fatti anche Marco Poggi, fratello della vittima, presso la caserma dei carabinieri di Venezia. Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi, non si è invece presentato all’interrogatorio per un vizio formale nella convocazione.
Particolarmente rilevante è la notizia, riportata dal Tg1 in un servizio esclusivo, del ritrovamento di un’impronta compatibile con quella di Andrea Sempio sul muro delle scale che portano in taverna, vicino al luogo dove fu rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Si tratterebbe, secondo quanto emerso, di un’impronta del palmo di una mano che potrebbe collocare Sempio sulla scena del crimine.
Le indicazioni fornite dal “supertestimone” hanno inoltre portato al ritrovamento, in un canale a Tromello, di tre oggetti potenzialmente compatibili con l’arma del delitto: un attizzatoio, una mazzetta da muratore e la testa di un’ascia. Reperti ora al vaglio degli inquirenti che potrebbero fornire elementi decisivi per la risoluzione del caso.