Garlasco, la mamma di Chiara Poggi: “Basta fango, l’ha uccisa Alberto. Si vuole tirare in ballo mio figlio Marco e le mie nipoti”

Rita Preda denuncia la campagna diffamatoria contro la figlia Chiara e difende il figlio Marco e le nipoti Cappa dagli attacchi mediatici, ribadendo la colpevolezza di Alberto Stasi.
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Rita Preda, madre di Chiara Poggi, ha rotto il silenzio con dichiarazioni durissime contro quella che definisce una “campagna diffamatoria assillante” che da settimane sta colpendo la memoria della figlia, uccisa diciotto anni fa a Garlasco. La donna, accompagnata dal marito Giuseppe Poggi, si è presentata spontaneamente davanti ai giornalisti che stazionano da giorni davanti alla sua abitazione di via Pascoli per denunciare pubblicamente gli attacchi mediatici che stanno investendo non solo la memoria di Chiara, ma l’intera famiglia.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un servizio della trasmissione Le Iene andato in onda martedì sera, nel quale veniva ipotizzata una presunta relazione sentimentale di Chiara con un uomo adulto di Garlasco, utilizzando dichiarazioni di una persona oggi deceduta che già all’epoca erano state ritenute completamente false dalle autorità inquirenti. Rita Preda non ha nascosto la propria indignazione di fronte a quelle che considera “enormi sciocchezze spacciate per verità”, ribadendo con fermezza che la figlia era “una ragazza pulita, semplice” che “non aveva segreti, non aveva amanti, non aveva due telefoni”.

La madre di Chiara ha espresso particolare amarezza per il fatto che questi attacchi colpiscano una persona che “non può difendersi”, sottolineando come sia “vergognoso e squallido” continuare a fare illazioni su una vittima di omicidio. Durante l’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera, Rita Preda ha manifestato tutta la propria stanchezza: “Sono così stanca di ascoltare e leggere di segreti, di gialli, di intrecci assurdi, di amanti, di falsità. Le giuro che non ne possiamo proprio più”. La donna ha inoltre precisato di aver rivisto se stessa in televisione e di aver notato “una donna sfinita, con mille rughe, dopo diciotto anni di una sofferenza indicibile”.

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Uno degli aspetti che più ha colpito Rita Preda è stata la diffusione di voci relative al presunto “mistero della borsetta” di Chiara, che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche sarebbe stata rubata in circostanze misteriose. La madre ha voluto chiarire definitivamente la questione, spiegando che “la borsetta è sempre stata qui” e che il cosiddetto mistero è frutto di una ricostruzione completamente errata. Rita Preda ha raccontato che circa un mese dopo l’omicidio i carabinieri le consegnarono la borsa nera di Chiara con i suoi effetti personali, e che successivamente durante un furto in casa della nonna furono portati via alcuni oggetti ma la borsetta rimase lì, per poi essere trasferita nella sua abitazione. Anche la famosa “borsetta bianca” fotografata è stata ritrovata nell’armadio di Chiara, smontando così un altro presunto “giallo” del caso.

La famiglia Poggi non si limita a difendere la memoria di Chiara, ma estende la propria protezione agli altri membri del nucleo familiare che in questi giorni sono finiti nel mirino delle speculazioni mediatiche. Rita Preda ha espresso particolare preoccupazione per gli attacchi rivolti al figlio Marco, fratello di Chiara, del quale “c’è chi vede con sospetto perfino il silenzio”. La madre ha difeso la scelta del figlio di non rilasciare dichiarazioni pubbliche, sottolineando che non dovrebbe essere obbligato a dire qualcosa per forza e che si tratta semplicemente di gossip privo di fondamento.

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Altrettanto ferma è stata la difesa delle nipoti Stefania e Paola Cappa, le gemelle che Rita Preda considera vittime di “attacchi continui, esagerati, ingiusti e gratuiti”. La donna ha manifestato grande dispiacere per il fatto che anche le nipoti siano finite nel vortice delle speculazioni mediatiche, ribadendo che si tratta di persone innocenti che non meritano di essere coinvolte in questa vicenda. Questi attacchi verso i familiari rappresentano per Rita Preda una ulteriore fonte di sofferenza, che si aggiunge al dolore per la perdita della figlia e per gli anni di processo che hanno segnato profondamente la famiglia.

Nonostante la riapertura delle indagini che vede ora indagato Andrea Sempio, amico del fratello Marco, Rita Preda ha ribadito con assoluta convinzione la propria posizione sulla colpevolezza di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione. “Noi siamo certi che la verità sia stata scritta con la sentenza di condanna di Alberto Stasi. Lui ha ucciso Chiara, è tutto provato”, ha dichiarato senza esitazioni, aggiungendo che se le autorità vogliono “indagare, approfondire, facciano pure” ma che per la famiglia la verità processuale rimane quella stabilita dalla Corte di Cassazione nel 2015.

La posizione ferma di Rita Preda trova il sostegno degli avvocati della famiglia, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che hanno denunciato pubblicamente quella che definiscono “una campagna diffamatoria assillante” da parte di organi di informazione e social media. I legali hanno annunciato che la famiglia si riserva “ogni opportuna azione giudiziaria” per difendere la dignità e l’onore di Chiara, auspicando che anche le autorità competenti intervengano per porre fine a quelle che considerano “condotte illecite reiterate nel tempo”.

Il caso ha assunto nuove dimensioni mediatiche anche a causa del coinvolgimento di figure controverse come Fabrizio Corona, che nei propri servizi ha contribuito ad alimentare le speculazioni sui presunti segreti di Chiara. Rita Preda ha manifestato particolare irritazione per il fatto che si sia arrivati a parlare di telefoni nascosti e relazioni clandestine, sostenendo che la vita di sua figlia era già stata completamente scandagliata durante i processi senza che emergesse alcun elemento di questo tipo. “È diventato tutto troppo”, ha commentato amaramente, riferendosi alla trasformazione del caso in una sorta di spettacolo mediatico che ha perso di vista la vera natura della vicenda.

La madre di Chiara ha concluso il proprio sfogo con un appello diretto a tutti coloro che continuano a diffondere “falsità, cattiverie e insinuazioni” sulla figlia: “Vergognatevi. Farò di tutto per difendere la sua memoria dal vostro fango”. Queste parole rappresentano il culmine di una battaglia che Rita Preda e la sua famiglia stanno conducendo non solo per ottenere giustizia per Chiara, ma anche per preservare la dignità di una vittima che rischia di essere travolta da speculazioni mediatiche prive di ogni fondamento. La vicenda evidenzia come, a diciotto anni dal delitto, il caso Garlasco continui a generare un interesse mediatico che spesso travalica i confini del rispetto dovuto alle vittime e alle loro famiglie.