Fabrizio Corona torna a scuotere il caso Garlasco con dichiarazioni esplosive che coinvolgono direttamente Marco Poggi, fratello della vittima Chiara. L’ex re dei paparazzi, presentatosi davanti al Tribunale di Pavia durante i cruciali interrogatori del 20 maggio 2025, ha lanciato accuse che potrebbero rivoluzionare completamente la percezione dell’omicidio più discusso degli ultimi diciotto anni.
Corona ha insinuato che la famiglia Poggi sarebbe stata informata da un “supertestimone” dell’innocenza di Alberto Stasi, attualmente condannato in via definitiva per l’omicidio, ma non avrebbe comunicato nulla agli inquirenti. Il motivo di questo silenzio, secondo l’ex fotografo dei vip, potrebbe essere “il coinvolgimento del fratello di Chiara, Marco Poggi”. Dichiarazioni che arrivano nel momento più delicato della nuova inchiesta, quando la Procura di Pavia sta riesaminando l’intero caso alla luce di nuove prove scientifiche e testimonianze.
Le affermazioni di Corona si inseriscono in un quadro investigativo già complesso, dove Andrea Sempio, amico intimo di Marco Poggi, risulta nuovamente indagato per concorso in omicidio. Tre telefonate effettuate da Sempio alla casa dei Poggi nei giorni precedenti l’omicidio del 13 agosto 2007 sono finite nuovamente sotto la lente degli inquirenti. Sempio aveva spiegato agli investigatori di aver chiamato per organizzare una vacanza a Punta Ala con Marco, mai realizzatasi, ma la coincidenza temporale con l’omicidio continua a sollevare interrogativi.
Marco Poggi, oggi trentaseienne e residente a Mestre dove lavora come impiegato, non risulta indagato nella nuova inchiesta. Tuttavia, la Procura di Pavia ha voluto riascoltarlo in contemporanea con gli interrogatori di Stasi e Sempio, organizzando un confronto incrociato per “cristallizzare” le versioni e verificare se le verità degli altri reggano alla prova del confronto. Marco è stato ascoltato a Venezia dalla pm Giuliana Rizza mentre a Pavia, nello stesso orario, si svolgevano gli altri interrogatori.
"Perché è indagato Sempio? Perché il procuratore lo sa che è colpevole. Lo sa perché ha le prove, ma non le può utilizzare." Queste le parole di Fabrizio Corona che è arrivato davanti alla procura di Pavia, dove oggi vengono interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi. pic.twitter.com/JfiXbVuGjj
— Local Team (@localteamit) May 20, 2025
Corona ha dichiarato con fermezza che “la Procura sa perfettamente chi ha ucciso Chiara” e che “non è Stasi”, affermando che “i colpevoli sono più di quattro”. L’ex paparazzo sostiene che il procuratore Mario Napoleone sarebbe in possesso di prove decisive da almeno tre anni, ma non potrebbe utilizzarle perché acquisite attraverso “investigazioni abusive” condotte dalla difesa di Stasi. Queste indagini private avrebbero portato alla scoperta di elementi inequivocabili che però non sarebbero utilizzabili in tribunale per il modo in cui sono stati ottenuti.
Il riferimento al coinvolgimento di Marco Poggi risulta particolarmente delicato considerando la sua posizione nel gruppo di amici che gravitava attorno a Chiara e Alberto Stasi. Le parole sconcertanti di Corona sembrano però non avere alcun fondamento visto che all’epoca dell’omicidio, Marco si trovava in vacanza in Trentino con i genitori, partito il 5 agosto insieme alla famiglia che aveva lasciato Chiara sola in casa. La dinamica dei rapporti all’interno delle comitive giovanili di Garlasco sta emergendo come elemento centrale nella nuova inchiesta, con particolare attenzione alle relazioni tra Marco, Sempio e altri amici del gruppo.
La Procura di Pavia sta infatti riesaminando l’intero tessuto sociale che circondava Chiara Poggi, analizzando le due comitive distinte che frequentava: da una parte Marco Poggi con Sempio, Panzarasa, Biasibetti, Capra e Freddi, appassionati di videogame, dall’altra le gemelle Cappa e i loro amici, più orientati verso feste e discoteche. Chiara sembrava non essere particolarmente in sintonia con il secondo gruppo, preferendo ambienti più tranquilli e dedicandosi agli studi universitari.
Corona ha anche fatto riferimento al ritrovamento di tre armi nel canale di Tromello, tra cui una mazzetta da muratore che potrebbe essere compatibile con le ferite della vittima. Particolarmente significativo è il fatto che una mazzetta sia sparita alla fine di luglio 2007 dalla sede della Croce Garlaschese, associazione di volontariato frequentata da Stefania Cappa, una delle gemelle cugine di Chiara. La coincidenza temporale con l’omicidio e i collegamenti tra i vari protagonisti stanno assumendo contorni sempre più definiti nell’inchiesta.
Le nuove analisi scientifiche hanno rivelato la presenza di tracce di DNA sotto le unghie di Chiara Poggi riconducibili ad Andrea Sempio, oltre a un’impronta del palmo nota come “traccia 33” che secondo le tecnologie attuali presenterebbe “addirittura 15 punti caratteristici” attributabili all’amico di Marco. Tuttavia, emerge una contraddizione pesantissima: i Ris di Parma, dopo aver valorizzato la traccia con i reagenti, avevano scritto nelle loro relazioni che quell’impronta non era utile per effettuare confronti validi in ambito forense.
Corona ha annunciato che “entro l’estate scatteranno numerosi arresti, coinvolgendo anche membri delle forze dell’ordine e alcuni carabinieri”. La sua sicurezza deriva dalla convinzione che il procuratore Napoleone, definito “il Batman della situazione”, si muova solo davanti a elementi solidi e che le ricerche nel canale di Tromello abbiano effettivamente portato al ritrovamento di ciò che gli inquirenti cercavano. L’ex fotografo dei vip ha ribadito che il suo interesse per il caso non deriva da ricerca di visibilità ma dalla convinzione che Alberto Stasi sia vittima di un errore giudiziario.
La famiglia Poggi mantiene la linea della colpevolezza di Stasi, anche se Corona suggerisce motivazioni economiche dietro questa posizione. Alberto Stasi ha infatti risarcito la famiglia con 850mila euro contratti attraverso debiti personali, e secondo Corona “se Stasi non è il colpevole la famiglia Poggi glieli deve restituire euro per euro”. La questione assume contorni ancora più complessi considerando che le dichiarazioni di Corona coinvolgono direttamente Marco Poggi, mettendo in discussione non solo l’innocenza di Stasi ma anche l’eventuale ruolo di chi finora era considerato semplicemente il fratello della vittima.