L’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR ha reso noti i dati climatici relativi al mese di giugno 2025, confermando che si è trattato di un mese particolarmente caldo che si posiziona al secondo posto nella serie storica italiana iniziata nel 1800, pur rimanendo lontano dal record assoluto stabilito nel giugno 2003.
Secondo i dati ufficiali forniti dal CNR, giugno 2025 ha registrato un’anomalia termica di +3°C rispetto alla media climatologica del periodo 1991-2020, un valore significativo che tuttavia si mantiene distante dai +3,44°C registrati nel giugno 2003, mese che detiene tuttora il primato assoluto per il primo mese dell’estate meteorologica. La differenza tra i due episodi di caldo estremo ammonta a circa mezzo grado centigrado, una distanza che in termini climatologici rappresenta uno scarto considerevole.
Il posizionamento di giugno 2025 nella graduatoria storica ha determinato una riorganizzazione del podio dei mesi di giugno più caldi mai registrati in Italia. Il mese appena concluso ha infatti superato giugno 2022, che con la sua anomalia di +2,88°C occupava precedentemente la seconda posizione e ora scivola al terzo posto. Lo scarto tra il 2025 e il 2022 è di appena un decimo di grado, evidenziando quanto ravvicinati siano questi episodi di caldo estremo nell’era del riscaldamento climatico.
L’analisi dei dati climatici degli ultimi anni rivela un quadro di significativa variabilità nelle temperature del mese di giugno. Mentre il 2025 e il 2022 hanno fatto registrare anomalie termiche molto elevate, gli anni intermedi hanno mostrato valori decisamente più contenuti. Giugno 2024 ha chiuso con un’anomalia di +0,92°C rispetto alle medie stagionali, classificandosi al nono posto della serie storica, mentre giugno 2023 ha registrato un’anomalia ancora più modesta di +0,63°C, posizionandosi all’undicesimo posto.
Particolarmente interessante risulta il confronto con il 2020, quando giugno aveva fatto registrare temperature inferiori alle medie climatologiche, con un’anomalia negativa che aveva caratterizzato il mese come decisamente fresco rispetto agli standard del periodo. Questo episodio di cinque anni fa rappresenta una delle ultime manifestazioni di condizioni termiche sotto la media per il primo mese estivo, evidenziando come negli ultimi decenni la tendenza al riscaldamento si sia consolidata.
Le temperature eccezionalmente elevate di giugno 2025 hanno interessato l’intero territorio nazionale con intensità differenti a seconda delle aree geografiche. Le regioni centrali hanno sperimentato le anomalie più marcate, con città come Firenze che hanno toccato punte di 38,4°C e previsioni che indicavano il superamento dei 40°C nelle zone interne. La Toscana si è confermata tra le regioni più esposte al caldo intenso, con valori termici superiori di 8°C rispetto alle medie dell’ultimo trentennio e oltre 10°C rispetto agli anni Ottanta.
Il fenomeno del caldo estremo di giugno 2025 è stato determinato da una configurazione atmosferica caratterizzata dalla presenza di un robusto anticiclone subtropicale che si è esteso alternativamente sull’Europa centro-settentrionale e sul Mediterraneo. Questa struttura meteorologica ha creato condizioni di stabilità atmosferica con cieli sereni, venti deboli e moti discendenti che hanno favorito la compressione e il riscaldamento degli strati bassi dell’atmosfera.

Gli esperti meteorologi sottolineano come questo episodio di caldo si inserisca in un contesto climatico più ampio di riscaldamento del bacino mediterraneo. I dati del servizio Copernicus Marine Service hanno evidenziato che la temperatura del Mediterraneo ha superato di 5°C la media climatologica di inizio giugno, un valore mai osservato in precedenza che ha contribuito ad amplificare l’intensità e la persistenza dell’ondata di calore.
L’impatto del caldo estremo si è manifestato anche attraverso un aumento significativo delle cosiddette notti tropicali, quelle in cui la temperatura minima non scende sotto i 20°C. Questo fenomeno ha interessato particolarmente le aree urbane e la Pianura Padana, dove l’effetto isola di calore ha amplificato ulteriormente le temperature notturne, causando disagio alla popolazione e aumentando il consumo energetico per il raffreddamento.
La persistenza delle condizioni di caldo anomalo ha determinato conseguenze significative per diversi settori, dall’agricoltura alla gestione delle risorse idriche. Le colture hanno subito stress termico prolungato, mentre la domanda di acqua per irrigazione ha registrato incrementi notevoli. Il settore energetico ha dovuto far fronte a picchi di domanda per il condizionamento, mentre le autorità sanitarie hanno attivato i protocolli di allerta per le ondate di calore in numerose città italiane.
Nonostante l’intensità del fenomeno, gli esperti evidenziano come il confronto continuo con il record del 2003 possa generare una percezione distorta della realtà climatica attuale. L’assuefazione climatica, termine utilizzato dai ricercatori per descrivere l’abitudine a considerare normali temperature che fino a pochi decenni fa sarebbero state considerate eccezionali, rappresenta un rischio per la corretta valutazione dei cambiamenti in corso.
L’analisi dei dati storici rivela come la frequenza di episodi di caldo estremo sia aumentata significativamente negli ultimi decenni. Se nei primi anni della serie storica le temperature medie di giugno raramente superavano i 22°C, negli ultimi vent’anni la media si è attestata intorno ai 23°C, con una tendenza all’incremento che appare consolidata e progressiva.
Le proiezioni climatiche per i prossimi mesi indicano che l’estate 2025 potrebbe continuare su livelli termici elevati, anche se non necessariamente da record. Gli esperti sottolineano che la configurazione atmosferica responsabile del caldo di giugno potrebbe ripresentarsi nel corso della stagione estiva, con possibili nuovi episodi di temperature anomale che potrebbero interessare il territorio nazionale.
Giugno 2025 si inserisce nella galleria dei mesi più caldi della storia climatica italiana, confermando la tendenza al riscaldamento che caratterizza l’era attuale e ponendo nuovi interrogativi sulla gestione degli impatti del cambiamento climatico. Mentre il record del 2003 rimane imbattuto, la crescente frequenza di episodi di caldo estremo rappresenta una sfida che richiede strategie di adattamento sempre più efficaci per proteggere la popolazione e gli ecosistemi dagli effetti delle temperature anomale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!