L’Università Magna Graecia di Catanzaro ha inaugurato oggi, lunedì 27 ottobre alle ore 15, il primo spazio di culto islamico all’interno di un ateneo italiano. La cerimonia, che si è tenuta presso il Policlinico universitario di Germaneto, ha acceso un aspro dibattito politico che ha travalicato i confini regionali, con la Lega Nord che ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
Lo spazio dedicato alla preghiera, realizzato all’interno dell’Edificio delle Bioscienze al livello zero del Corpo D del Preclinico, nasce da una convenzione stipulata tra l’università e l’Associazione musulmana di Catanzaro Dar Assalam Odv, sodalizio di volontariato regolarmente iscritto al Registro Nazionale del Terzo Settore. L’accordo è stato siglato nei mesi scorsi dal rettore dell’ateneo, il professor Giovanni Cuda, e dal presidente dell’associazione Antonio Carioti, e prevede che l’imam possa celebrare le due preghiere collettive in occasione delle festività islamiche, la festa di fine Ramadan e la festa del Sacrificio, oltre al sermone del venerdì e alle cinque preghiere quotidiane.
Il rettore Cuda ha difeso l’iniziativa sottolineando come la comunità universitaria ospiti numerose persone di religione islamica e come questo spazio rappresenti un segnale concreto di inclusione e attenzione verso le esigenze degli studenti e della popolazione universitaria, favorendo al contempo il dialogo interreligioso. L’associazione Dar Assalam ha espresso profonda gratitudine per quello che ha definito un gesto di grande umanità e sensibilità, che consente a studenti, professionisti, degenti e familiari di fede musulmana di avere un luogo, concesso in comodato d’uso gratuito, dove pregare e trovare conforto.
Antonio Carioti, che in passato ha frequentato la struttura clinica come paziente prima della conversione all’islam e aveva utilizzato la cappella cristiana già presente, ha evidenziato l’importanza di poter oggi pregare secondo il proprio credo, definendo l’iniziativa un segno di crescita e inclusione che rende orgogliosi di far parte di una realtà così all’avanguardia. L’Università Magna Graecia diventa così il primo ateneo in Italia a dotarsi di un’area di culto specificamente dedicata alla fede musulmana e il quarto a fornire spazi per confessioni diverse da quella cristiana.
Ma l’inaugurazione ha scatenato violente reazioni politiche. Rossano Sasso, capogruppo della Lega nella Commissione Cultura, Scienza, Università e Istruzione della Camera dei Deputati, ha definito l’evento il primo caso eclatante in Italia e un pericoloso ulteriore passo verso l’islamizzazione della società. Sasso ha contestato le motivazioni di opportunità addotte per giustificare l’iniziativa, secondo cui lo spazio attrarrebbe ulteriori studenti di fede musulmana, sostenendo che l’università anziché migliorare l’offerta formativa e offrire maggiori servizi agli studenti italiani destina metri quadrati al sermone del venerdì dell’imam e alle sue cinque preghiere quotidiane.
Il deputato leghista ha espresso particolare preoccupazione per quello che considera un paradosso relativo alla condizione delle studentesse, chiedendosi se potranno frequentare le lezioni insieme ai colleghi maschi ma saranno segregate in spazi appositi se vorranno pregare nella moschea. Sasso ha definito inaccettabile cedere l’identità nazionale anche in un ambiente che considera sacro come un ateneo, simbolo della libertà, dello sviluppo e della ricerca, per dare spazio a una religione che secondo lui contrasta con i principi italiani, riferendosi al fatto che l’islam non ha stipulato accordi con lo Stato e sostenendo che considera la donna un essere inferiore.
Il parlamentare ha annunciato che depositerà immediatamente a nome della Lega un’interrogazione parlamentare al ministro Bernini, concludendo la sua dichiarazione con un’affermazione netta secondo cui questa non sarebbe integrazione ma sottomissione. All’inaugurazione, secondo quanto annunciato dall’ateneo, sono state invitate le istituzioni locali e regionali, i rappresentanti dell’Associazione musulmana di Catanzaro Dar Assalam Odv con il proprio imam, e delegazioni di altre associazioni musulmane calabresi con cui l’associazione catanzarese collabora da tempo.
L’iniziativa dell’Università Magna Graecia si inserisce in un panorama nazionale dove altre realtà accademiche hanno già sperimentato forme diverse di apertura alla diversità religiosa. L’Università di Parma nel 2017 ha inaugurato una sala di preghiera per studenti musulmani, diventando il primo ateneo dell’Emilia Romagna a rispondere a questa esigenza, mentre l’Università di Firenze ha aperto nel 2024 una stanza del silenzio, uno spazio neutro senza simboli religiosi dedicato al raccoglimento, alla preghiera e alla meditazione per persone di tutte le fedi e culture.
Tuttavia il caso di Catanzaro si distingue per essere il primo spazio esplicitamente dedicato al culto islamico con la presenza regolare di un imam e la possibilità di celebrare le funzioni religiose complete, compreso il sermone del venerdì. La realizzazione dell’area è stata curata dall’ingegnere Rosario Punturiero dell’ateneo catanzarese, con il contributo di Roberta Meloni che ha creduto fortemente nel progetto fin dall’inizio. L’associazione Dar Assalam Odv opera da anni sul territorio catanzarese fornendo assistenza spirituale ai fedeli di culto islamico in diversi ambiti, compreso quello ospedaliero, attraverso imam e guide religiose che ne fanno parte.
Il dibattito sull’apertura di luoghi di preghiera islamici nelle istituzioni pubbliche non è nuovo nel panorama italiano. Nel 2024 l’Università di Torino fu al centro di polemiche quando durante l’occupazione di Palazzo Nuovo da parte di manifestanti pro Palestina fu organizzata una preghiera islamica guidata da Brahim Baya, responsabile del centro culturale Taiba, episodio che portò la ministra Bernini a telefonare al rettore esprimendo piena condanna dell’accaduto e ribadendo il carattere di laicità dell’istituzione universitaria. In quel caso il questore di Torino arrivò a diffidare Baya dal ripetere l’operazione negli spazi dell’ateneo.
La differenza sostanziale rispetto al caso torinese risiede nel fatto che a Catanzaro lo spazio di culto nasce da un accordo ufficiale tra l’università e un’associazione riconosciuta, inserendosi in un percorso di dialogo interreligioso che il rettore Cuda ha voluto promuovere come elemento caratterizzante dell’identità dell’ateneo calabrese. La polemica sollevata dalla Lega riporta comunque al centro del dibattito pubblico la questione della laicità delle istituzioni universitarie e del rapporto tra spazi pubblici e pratiche religiose, in un momento storico in cui la presenza di comunità musulmane nel tessuto sociale italiano è sempre più significativa e le richieste di luoghi di culto si moltiplicano sul territorio nazionale.
Resta ora da vedere quale sarà la risposta del ministro Bernini all’interrogazione parlamentare annunciata dalla Lega e se l’iniziativa dell’Università Magna Graecia farà da apripista per altri atenei italiani o se invece la polemica politica porterà a un ripensamento delle politiche di inclusione religiosa negli spazi accademici pubblici. La questione tocca temi sensibili come il principio di laicità dello Stato, il diritto alla libertà religiosa garantito dalla Costituzione, il ruolo delle università come luoghi di dialogo e confronto tra diverse culture e sensibilità, e più in generale il modello di integrazione che la società italiana intende perseguire nei confronti delle comunità musulmane presenti sul territorio. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
