L’uragano Melissa ha raggiunto la categoria 5 sulla scala Saffir-Simpson nella mattinata di lunedì 27 ottobre, dirigendosi verso la Giamaica con venti sostenuti di 254 chilometri orari e una pressione centrale di 917 millibar, configurandosi come uno degli eventi meteorologici più estremi mai registrati nel Mar dei Caraibi. Il Centro Nazionale Uragani degli Stati Uniti ha confermato che il sistema ciclonico rappresenta la tempesta più potente mai osservata sull’isola giamaicana, superando per intensità anche il devastante uragano Gilbert del 1988, che colpì il paese con venti di 210 chilometri orari.
Il centro dell’uragano si trovava alle prime ore di lunedì a circa 130 miglia a sud-sudovest di Kingston, muovendosi verso ovest a una velocità estremamente ridotta di appena cinque chilometri orari. Proprio questa lentezza nel movimento costituisce uno degli aspetti più preoccupanti del fenomeno, poiché prolunga esponenzialmente l’esposizione delle aree colpite a condizioni meteorologiche estreme. Le autorità meteorologiche statunitensi hanno emesso avvisi per inondazioni catastrofiche e numerose frane, con accumuli di pioggia previsti fino a un metro nelle zone orientali della Giamaica.
La traiettoria dell’uragano Melissa prevede l’arrivo sulla costa meridionale giamaicana nella notte tra lunedì e martedì, con mareggiate che potrebbero raggiungere i quattro metri di altezza lungo il litorale orientale e meridionale dell’isola. Dopo aver attraversato la Giamaica, il sistema ciclonico dovrebbe spostarsi verso Cuba orientale nella notte di martedì, per poi dirigersi verso le Bahamas sudorientali mercoledì. Il National Hurricane Center ha sottolineato che anche se dovesse verificarsi un leggero indebolimento prima dell’impatto con la terraferma, la differenza negli effetti complessivi sarebbe minima.
Le autorità giamaicane hanno dichiarato l’intera isola area minacciata ai sensi del Disaster Risk Management Act, attivando tutti i protocolli di emergenza nazionali. Il primo ministro Andrew Holness ha ordinato evacuazioni obbligatorie in diverse comunità costiere vulnerabili, inclusi quartieri della capitale Kingston e zone di Port Royal. Oltre 650 centri di evacuazione sono stati attivati su tutto il territorio nazionale, con migliaia di pacchetti alimentari già predisposti per la distribuzione immediata. Gli aeroporti internazionali Norman Manley di Kingston e Sangster di Montego Bay hanno sospeso tutte le operazioni di volo.
Evan Thompson, direttore generale del Servizio Meteorologico della Giamaica, ha dichiarato durante un briefing ufficiale che nessuna area del paese potrà sfuggire alla furia dell’uragano. Le previsioni indicano precipitazioni cumulate superiori ai 700 millimetri nell’arco di quattro giorni nella parte occidentale dell’isola, con punte fino a mille millimetri in 48 ore secondo alcuni modelli meteorologici. Le regioni montuose centrali sono particolarmente a rischio per frane diffuse e smottamenti, dato che il terreno risulta già saturo dalle piogge preliminari iniziate nei giorni scorsi.
Il ministro del governo locale Desmond McKenzie ha avvertito durante una conferenza stampa che molte comunità potrebbero non sopravvivere alle inondazioni previste, sottolineando che Kingston si trova a un’altitudine estremamente bassa e che nessun quartiere della capitale risulta immune dal rischio di allagamenti. Il governo ha inoltre invocato misure straordinarie contro la speculazione sui prezzi, vietando aumenti su beni essenziali come cibo, acqua, forniture mediche e materiali da costruzione, con sanzioni fino a un milione di dollari giamaicani per i trasgressori.
L’uragano Melissa ha subito una fase di intensificazione rapida estrema nel corso del fine settimana, passando da tempesta tropicale a uragano di categoria 3 in appena dodici ore tra sabato mattina e sabato sera, per poi raggiungere la categoria 4 domenica mattina. Secondo i dati del Centro Nazionale Uragani, la velocità del vento è aumentata di oltre 70 miglia orarie in 24 ore, un incremento che rientra nella definizione tecnica di intensificazione rapida estrema. Le temperature superficiali del Mar dei Caraibi si attestano attualmente sui 30 gradi centigradi, con anomalie positive di circa due gradi rispetto alla media storica.
Il climatologo italiano Giulio Betti, meteorologo presso l’Istituto di Bioeconomia del CNR e il Consorzio LaMMA, ha dichiarato in un’intervista che l’uragano Melissa rappresenta un sistema di straordinaria potenza, probabilmente uno dei più forti mai osservati in assoluto nella regione. Lo scienziato ha sottolineato che si tratta dell’uragano più intenso mai registrato in Giamaica nel mese di ottobre, un dato che assume particolare rilevanza considerando che la stagione degli uragani atlantici si avvia tradizionalmente verso la conclusione in questo periodo dell’anno.
Secondo l’analisi di Betti, colpisce in particolare la rapidità con cui il sistema si è intensificato, evoluzione che risulta sempre più frequente negli ultimi anni. Le cause di questo fenomeno sono riconducibili alle temperature delle acque del Golfo del Messico e dell’Atlantico tropicale, costantemente superiori alla media. Un mare così caldo fornisce una quantità enorme di energia al sistema ciclonico, favorendo un’accelerazione della sua intensificazione, fenomeno che il climatologo definisce inequivocabilmente collegato al cambiamento climatico.
L’esperto ha spiegato che le raffiche di vento hanno già raggiunto i 230-240 chilometri orari, ma con il passaggio a categoria 5 potrebbero superare i 250 chilometri orari. Anche le precipitazioni previste risultano eccezionali dal punto di vista quantitativo. L’atmosfera, resa più calda dal riscaldamento globale, contiene oggi una quantità significativamente maggiore di vapore acqueo rispetto al passato. Quando questo vapore condensa in fenomeni estremi come Melissa, produce quantità di pioggia insostenibili per i territori colpiti, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.
L’organizzazione Climate Central, che monitora il legame tra cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi, ha pubblicato un’analisi specifica sull’uragano Melissa. Secondo i loro calcoli, le temperature oceaniche lungo il percorso della tempesta sono risultate da 600 a 700 volte più probabili a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Le acque insolitamente calde, con temperature medie superiori di 1,4 gradi centigradi rispetto alla norma, si prevede abbiano rafforzato la velocità massima del vento di circa 9 miglia orarie, contribuendo all’evoluzione fino a categoria 5 e aumentando i potenziali danni fino al 50 per cento.
L’uragano Melissa ha già causato almeno quattro vittime confermate prima ancora di raggiungere la Giamaica. Tre persone sono morte ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana, dove una quinta persona risulta tuttora dispersa. Le forti piogge hanno provocato inondazioni improvvise e frane diffuse in entrambi i paesi, danneggiando quasi 200 abitazioni nella sola Repubblica Dominicana. I sistemi di approvvigionamento idrico sono stati messi fuori uso, lasciando oltre mezzo milione di persone senza accesso ai servizi essenziali. Alberi, semafori e cartelli stradali sono stati abbattuti, mentre più di due dozzine di comunità risultano isolate dalle acque alluvionali.
L’UNICEF ha lanciato l’allarme per almeno 1,6 milioni di bambini attualmente a rischio nei paesi caraibici interessati dal passaggio dell’uragano. Roberto Benes, direttore regionale dell’organizzazione per l’America Latina e i Caraibi, ha sottolineato che tutti gli sforzi per prepararsi all’arrivo dell’uragano risultano fondamentali per mitigare i danni e la perdita di vite umane nelle comunità più vulnerabili. Le piccole isole caraibiche affrontano una vulnerabilità particolare agli eventi climatici estremi, nonostante contribuiscano in modo minimo alle emissioni globali di gas serra.
Le agenzie delle Nazioni Unite e i partner umanitari hanno preposizionato forniture salvavita in tutta la regione, inclusi materiali igienici, purificatori d’acqua, kit medici e trasferimenti di denaro contante per supportare le famiglie vulnerabili. Ad Haiti sono state predisposte 450 tonnellate di cibo e sono stati forniti trasferimenti di denaro a 9.500 famiglie nel sud del paese. Circa 3.400 kit igienici, articoli non alimentari e rifugi per 44.000 famiglie, insieme a kit medici per 11.000 persone, sono stati posizionati strategicamente. In Giamaica, la Croce Rossa e le autorità locali si sono mobilitate preparando rifugi di emergenza e accumulando articoli di soccorso per circa 165.000 persone nelle parrocchie ad alto rischio.
La stagione degli uragani atlantici del 2025 si conferma una delle più intense mai registrate. Melissa diventa il terzo uragano di categoria 5 dell’anno, dopo Erin e Humberto, eguagliando un record che era stato stabilito solo nel 2005, anno ricordato per l’attività ciclonica devastante che incluse gli uragani Katrina, Rita e Wilma. Quest’anno quattro uragani su cinque formatisi nell’Atlantico hanno raggiunto almeno la categoria 4, una percentuale mai osservata in precedenza nella storia delle rilevazioni meteorologiche. Il dato assume particolare significato considerando che la stagione ha avuto un inizio tardivo, con il primo sistema nominato che si è formato solo il 23 giugno.
Gli scienziati avvertono da tempo che il cambiamento climatico provocato dal riscaldamento globale sta determinando un aumento sia dell’intensità che della frequenza degli eventi meteorologici estremi. Le temperature superficiali degli oceani hanno raggiunto livelli record nel 2025, fornendo quantità eccezionali di energia ai sistemi ciclonici tropicali. La tendenza al rallentamento nella velocità di movimento degli uragani, fenomeno osservato con Melissa, comporta inoltre che questi sistemi possono scaricare quantità maggiori di precipitazioni sulle stesse aree per periodi prolungati, amplificando drammaticamente il rischio di inondazioni catastrofiche.
Cuba ha emesso avvisi di uragano per le province orientali di Granma, Santiago de Cuba, Guantanamo e Holguin, mentre un avviso di tempesta tropicale è in vigore per Las Tunas. Le previsioni indicano accumuli fino a 51 centimetri di pioggia per alcune zone di Cuba, accompagnati da significative mareggiate lungo la costa. Le autorità della Difesa Civile cubana hanno esortato la popolazione a rinforzare i tetti, proteggere le abitazioni e rimanere informata attraverso i bollettini ufficiali. Le Bahamas sudorientali e le isole Turks e Caicos sono state messe in allerta per possibili condizioni di tempesta tropicale o uragano all’inizio della prossima settimana.
L’impatto economico dell’uragano Melissa si preannuncia devastante per i paesi caraibici colpiti. Le stime preliminari parlano di centinaia di milioni di dollari di danni alle infrastrutture, con interruzioni prolungate dei servizi di energia elettrica e comunicazione. Il settore agricolo, fondamentale per le economie locali, rischia perdite ingenti con la distruzione di colture a lungo termine. Le nazioni caraibiche, già gravate da livelli elevati di debito pubblico, potrebbero diventare ancora più dipendenti dalle importazioni agricole, esponendosi ulteriormente all’inflazione internazionale sui prodotti alimentari.
La comunità internazionale ha iniziato a mobilitarsi per fornire supporto alle popolazioni colpite. Diverse organizzazioni non governative hanno attivato team di risposta alle emergenze, preparandosi a intervenire non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno. L’esperienza accumulata con precedenti uragani devastanti come Matthew nel 2016 e Gilbert nel 1988 fornisce indicazioni preziose per coordinare gli sforzi di soccorso e recupero. Gli esperti sottolineano tuttavia che l’intensità senza precedenti di Melissa richiederà uno sforzo umanitario di portata straordinaria per supportare la ricostruzione delle comunità colpite.
Le autorità giamaicane hanno chiesto ai cittadini di completare immediatamente tutte le misure di sicurezza, seguire rigorosamente le indicazioni ufficiali ed evitare qualsiasi spostamento non essenziale. Il primo ministro Holness ha dichiarato che il governo sta attivando tutti gli strumenti legali disponibili per muovere rapidamente le risorse, salvaguardare i servizi critici e proteggere le persone più vulnerabili. La natura non può essere fermata, ma affrontandola insieme con preparazione e coordinamento è possibile mitigare le conseguenze più gravi di eventi meteorologici estremi come l’uragano Melissa. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
