Dopo un ottobre contraddistinto da un’alternanza tra fasi anticicloniche miti e brevi episodi di instabilità, lo scenario meteorologico sull’Italia è destinato a cambiare in maniera netta e duratura. A partire da giovedì 30 ottobre, infatti, si attiverà un’intensa fase perturbata a matrice atlantica, destinata a coinvolgere soprattutto le regioni settentrionali e parte di quelle centrali, in particolare il versante tirrenico. L’evoluzione è ormai ben delineata dai principali modelli numerici: una saccatura di origine nord-atlantica affonderà verso la Penisola Iberica, determinando la formazione di un’ampia area depressionaria sul Mediterraneo centro-occidentale.
Da questa configurazione sinottica deriveranno una serie di fronti perturbati che, sospinti da vivaci correnti sudoccidentali, raggiungeranno l’Italia già nella giornata di giovedì, portando le prime precipitazioni diffuse al Nord e su Toscana, Lazio e Umbria. Le dinamiche atmosferiche associate a questo tipo di pattern — classicamente autunnale — comportano un netto gradiente barico orizzontale, il che si traduce in ventilazione sostenuta, localmente anche forte, da Libeccio e Scirocco, con conseguenti mareggiate sui litorali esposti.
L’instabilità non sarà transitoria: l’analisi delle proiezioni a medio termine indica una persistenza del flusso perturbato almeno fino al 5-6 novembre, con successive possibili recrudescenze nella seconda decade del mese. Tuttavia, non tutte le regioni saranno interessate allo stesso modo. Le aree più esposte ai flussi sudoccidentali — Liguria, alta Toscana, Piemonte occidentale, Lombardia prealpina — vedranno accumuli pluviometrici rilevanti, anche oltre i 100-150 mm in alcuni casi, con rischio di criticità idrogeologiche nei bacini più sensibili. Le regioni adriatiche e meridionali, in particolare Puglia, Basilicata orientale, Calabria ionica e Sicilia, resteranno in ombra pluviometrica, risentendo solo marginalmente degli effetti del maltempo.
Questa forte disomogeneità nella distribuzione delle precipitazioni acuisce un problema già noto agli osservatori climatici: la cronica assenza di piogge significative in ampie zone del Sud Italia. La fase perturbata, pur incisiva e persistente al Nord, rischia di non portare sollievo alle aree meridionali in deficit idrico, dove i valori di pioggia accumulata restano ben al di sotto della media stagionale. Un paradosso climatico che si traduce in una “Italia a due velocità”, non solo sul piano termico — con il Sud che continuerà a registrare temperature massime anche superiori ai 24-25°C — ma soprattutto su quello pluviometrico.
Il quadro termico complessivo si manterrà dunque fortemente contrastato: al Centro-Nord, laddove la nuvolosità e le precipitazioni saranno più insistenti, le temperature massime si attesteranno spesso sotto i 15°C, in linea o anche al di sotto delle medie climatiche di riferimento. Al Sud, invece, la persistenza di condizioni anticicloniche e la risalita di masse d’aria subtropicali manterranno un contesto più mite, con scarti positivi anche di 3-4°C rispetto alla norma.
In sintesi, la svolta atlantica prevista dal 30 ottobre segnerà un cambio di passo deciso sul fronte meteorologico italiano. Si apre una fase instabile, dinamica, a tratti perturbata, che interesserà principalmente il Nord e il Centro tirrenico, lasciando tuttavia ancora in attesa le regioni meridionali. Un autunno, dunque, solo a metà: efficace nel portare piogge dove non servono, troppo avaro laddove sarebbero invece necessarie.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
