Non buttare l’acqua di cottura della pasta, ecco come trasformarla in un Cocktail! -VIDEO-

L’acqua di cottura della pasta conquista i bar internazionali trasformandosi da “scarto” culinario in ingrediente protagonista di cocktail innovativi come il Dirty Pasta Water Martini, tendenza virale sui social che divide esperti tra innovazione e moda passeggera.
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Una tendenza rivoluzionaria sta conquistando il mondo della mixology internazionale, trasformando quello che da sempre consideriamo un semplice “scarto” di cucina in protagonista assoluto dei cocktail più raffinati. L’acqua di cottura della pasta, tradizionalmente definita “oro liquido” per la sua capacità di legare e amalgamare i sughi, ha trovato una nuova vita dietro i banconi dei bar più innovativi, diventando virale sui social network e dividendo l’opinione di bartender ed esperti di tutto il mondo.

Il fenomeno ha preso piede principalmente su TikTok, dove migliaia di utenti hanno iniziato a sperimentare combinazioni apparentemente bizzarre ma sorprendentemente efficaci. La creatività degli appassionati di mixology non conosce limiti: c’è chi ha provato il “Pasta Water Negroni”, combinando vermouth e acqua di cottura, e chi ha addirittura creato cubetti di ghiaccio utilizzando questo ingrediente “segreto” per aggiungere una nota salina e cremosa ai propri drink estivi.

Il merito di aver elevato questa tendenza a un livello di sofisticazione gastronomica va riconosciuto principalmente a Cinzia Ferro, una delle figure più importanti della mixology italiana e rinomata barlady proprietaria dell’Estremadura Cafè a Verbania, sul Lago Maggiore. L’esperta barista lombarda è stata tra le promotrici dell’utilizzo dell’acqua di cottura della pasta, riuscendo a unire creatività con una tecnica impeccabile, capace di innovare pur mantenendo il rispetto per l’equilibrio dei sapori.

Il Dirty Pasta Water Martini, dall’America all’Italia

Il cocktail che ha fatto da apripista a questa rivoluzione è il “Dirty Pasta Water Martini”, una rivisitazione del classico Dirty Martini in cui l’acqua di cottura della pasta sostituisce completamente la salamoia delle olive. La ricetta, resa popolare dal ristorante italiano Fiorella di Philadelphia guidato da Marc Vetri, ha ricevuto recensioni positive per la sua capacità di offrire un gusto umami unico e sorprendente.

La preparazione di questo cocktail richiede una tecnica precisa ma relativamente semplice. Dopo aver bollito la pasta e lasciato raffreddare l’acqua di cottura, si procede mescolando in uno shaker con ghiaccio gin o vodka, l’acqua di pasta raffreddata e, talvolta, un tocco di salamoia di olive per accentuare la nota salina. Il cocktail viene poi agitato vigorosamente per circa trenta secondi e filtrato due volte: prima attraverso un normale colino, poi attraverso un setaccio a maglia fine per rimuovere eventuali residui di pasta.

Secondo gli esperti che hanno testato la ricetta, l’ingrediente “segreto” aggiunge note saline distintive al drink, creando una texture setosa e una viscosità particolare senza dolcezza eccessiva. Un recensore di The Kitchn, dopo aver messo alla prova la ricetta del ristorante, ha dichiarato che è diventato il suo “nuovo cocktail preferito”, ammettendo di non essersi aspettato molto ma di essere rimasto piacevolmente sorpreso dal risultato.

Le basi scientifiche del successo

Il successo di questa tendenza non è casuale ma si basa su solide fondamenta scientifiche legate alla composizione dell’acqua di cottura della pasta. Durante il processo di bollitura, l’acqua si arricchisce dell’amido rilasciato dalla pasta stessa, diventando un agente addensante naturale ideale per salse cremose e, per estensione, per cocktail dalla texture particolare. L’amido e il sale presenti nell’acqua di cottura agiscono come condimento naturale, oltre a essere un eccellente legante e addensante.

Come spiega Cinzia Ferro, l’acqua di cottura della pasta o del riso può, se ben dosata, diventare ingrediente per ottimi cocktail essendo ricca di amido e sali minerali, capace di regalare texture alla miscela nonché un tocco di sapidità che oltre a piacere a molti palati può equilibrare le componenti dolci o accompagnare quelle acide. Questo principio non è del tutto nuovo nel mondo della mixology: già da tempo l’acqua di cottura dei legumi, nota come “acqua faba”, viene utilizzata in miscelazione per donare morbidezza e struttura ai cocktail.

Varianti creative e sperimentazioni

La community di TikTok non si è fermata al solo Martini, spingendo la sperimentazione verso territori inesplorati. Alcuni utenti hanno creato il “Pasta Water Negroni”, combinando gin, vermouth e acqua di pasta per creare un cocktail dal sapore complesso e innovativo, mentre altri hanno persino realizzato cubetti di ghiaccio con acqua di pasta per aggiungere una nota salina e cremosa ai loro drink estivi, magari guarniti con una foglia di basilico e un pizzico di peperoncino tritato.

Queste sperimentazioni dimostrano come l’utilizzo dell’acqua di pasta nei cocktail rappresenti un esempio affascinante di come ingredienti semplici possano essere reinterpretati in chiave moderna. La tendenza si inserisce in un movimento più ampio di sostenibilità e riduzione degli sprechi, trasformando quello che tradizionalmente veniva considerato un rifiuto in una risorsa preziosa per la creatività culinaria e mixologica.

Nonostante possa sembrare una novità assoluta, l’idea di utilizzare liquidi “sporchi” o arricchiti nei cocktail ha radici storiche profonde. Il classico Dirty Martini, che utilizza la salamoia delle olive, risale ai primi del Novecento per mano del barman John O’Connor, che decise di aumentare l’impatto della componente sapida e umami dell’oliva aggiungendo al drink una parte di salamoia delle olive stesse. Questo “twist on classic” si affermò durante la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, che adorava questo cocktail tanto da offrirlo anche a Stalin durante la conferenza di Jalta.

In ambito culinario tradizionale, l’utilizzo dell’acqua di cottura non è mai stato considerato uno spreco. Le nonne di generazioni passate la utilizzavano come base per minestre, vellutate o zuppe, la impiegavano in salutari cotture al vapore, la aggiungevano all’impasto di pane, pizza e focacce, o la utilizzavano per ammollare legumi secchi come lenticchie, ceci, fagioli e piselli.

Come spesso accade con le tendenze virali, le opinioni sul fenomeno dei cocktail all’acqua di pasta risultano profondamente divise. Mentre alcuni apprezzano l’originalità e il richiamo alle radici culinarie italiane, altri criticano l’idea come un’esagerazione o una moda passeggera destinata a scomparire rapidamente. I commenti sui social media oscillano tra l’entusiasmo di chi scopre nuove possibilità creative e il disgusto di chi considera bizzarra l’idea di bere acqua “sporca” di pasta.

@drinkswithdanica Would you try this Pasta Water Martini?! 🤭 Let me explain! I was making pasta for lunch last month, and while straining my noods I couldn’t help but wonder – “would this martini?” And that was the inspiration behind this salty gal. All I have to say is don’t knock it ‘til you try it! If you like savory, briny, dirty drinks… you’ll probably dig this 🤌🏼 Recipe: 2.5 oz vodka 1/2 oz dry vermouth 1/2 – 1 oz pasta water, reserved – depening on how salty you want it! Step one: SALT YOUR PASTA WATER!!! Prepare pasta according to directions on box, reserving some of the salted pasta water before straining. Cheers! #martini #salty #pasta #italian #dirtymartini #cocktails #savory ♬ original sound – Drinks with Danica

Tuttavia, il crescente interesse verso la sostenibilità e la riduzione degli sprechi alimentari potrebbe garantire a questa tendenza una longevità superiore rispetto ad altre mode passeggere. L’acqua di cottura della pasta, da sempre considerata “oro liquido” in cucina per la sua capacità di legare i sughi, trova ora una nuova vita nei bicchieri da cocktail, dimostrando che la creatività non ha limiti quando si tratta di reinterpretare tradizioni consolidate. Che si tratti di una moda effimera o dell’inizio di una nuova corrente nella mixology contemporanea, una cosa rimane certa: l’innovazione nel mondo dei cocktail continua a sorprendere, trasformando elementi quotidiani in protagonisti inaspettati dell’alta miscelazione.