La drammatica situazione degli incendi boschivi in Canada ha raggiunto una fase critica con l’evacuazione di oltre 19.000 persone dalla provincia del Manitoba, mentre le fiamme continuano a minacciare vaste aree del centro del paese. La crisi, che rappresenta la più grande operazione di evacuazione nella storia recente della regione, si è ulteriormente aggravata con l’ordine di evacuazione obbligatoria emesso per la città di Snow Lake, aggiungendo altri 1.000 sfollati al già impressionante bilancio di emergenza.
La provincia del Manitoba si trova attualmente sotto stato di emergenza dichiarato dal premier Wab Kinew, che ha definito la situazione come “senza precedenti” nella portata e nell’intensità. L’incremento del numero di evacuati da 17.000 a circa 19.000 persone testimonia l’escalation rapida di una crisi che sta mettendo a dura prova le capacità di risposta delle autorità locali e federali. Il bilancio degli sfollati include ora i residenti di Snow Lake, evacuati venerdì a causa di un vasto incendio che minaccia direttamente l’area urbana.
La città di Flin Flon, con i suoi 5.000 abitanti situata al confine tra Manitoba e Saskatchewan, rimane completamente evacuata, con solo vigili del fuoco e personale di supporto presente nell’area. L’incendio che minaccia questa comunità mineraria si è espanso fino a coprire oltre 3.000 chilometri quadrati, un’area più che doppia rispetto a quella di Los Angeles. Le autorità hanno dovuto implementare misure straordinarie per garantire l’evacuazione sicura dei residenti, utilizzando principalmente l’Highway 10 come unica via di fuga verso sud in direzione di Winnipeg.
La situazione nel Manitoba è caratterizzata dalla presenza di 27 incendi attivi, di cui otto classificati come completamente fuori controllo. Secondo il rapporto sugli incendi della provincia, finora quest’anno si sono verificati 111 incendi, un numero significativamente superiore alla media di 91 registrata in questo periodo dell’anno. L’area bruciata ha raggiunto i 513.803 ettari, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati colpiti solo 43.141 ettari, evidenziando la gravità eccezionale della stagione attuale.
La crisi degli incendi si estende oltre i confini del Manitoba, coinvolgendo direttamente la provincia confinante del Saskatchewan, che ha anch’essa dichiarato stato di emergenza. Il premier del Saskatchewan, Scott Moe, ha rivelato un aspetto preoccupante della situazione: molti degli incendi nella sua provincia sono di origine umana, con alcuni appiccati intenzionalmente. Due persone sono state formalmente accusate di aver appiccato incendi, con una delle accuse collegata al rogo nei pressi di La Ronge, che ha costretto 7.000 persone ad abbandonare le proprie abitazioni.
Il Saskatchewan confronta attualmente 24 incendi attivi, con un numero di evacuati stimato tra 10.000 e 15.000 persone. La situazione in questa provincia è stata classificata come “estrema” dal Canadian Interagency Forest Fire Centre, mentre il premier Moe ha sottolineato che la maggior parte degli incendi sono causati dall’attività umana. Nonostante la gravità della situazione, le autorità del Saskatchewan sono riuscite finora a gestire le evacuazioni via terra senza richiedere assistenza militare per il trasporto aereo degli sfollati.
L’impatto degli incendi non si limita al territorio canadese, con il fumo che ha significativamente peggiorato la qualità dell’aria nel Canada orientale e negli Stati Uniti. Le correnti atmosferiche hanno trasportato il fumo fino in Europa, dimostrando la portata globale di questa emergenza ambientale. Negli Stati Uniti, circa 22 milioni di americani sono stati posti sotto avviso per la qualità dell’aria durante il fine settimana, con particolare impatto su Michigan e Wisconsin. I residenti del Minnesota settentrionale sono stati avvertiti che i livelli di fumo potrebbero raggiungere soglie “pericolose per tutti”, mentre il resto dello stato rimane sotto avvertimento per le popolazioni vulnerabili.
Il governo federale canadese ha risposto all’emergenza con l’invio delle Forze Armate Canadesi per assistere nelle operazioni di evacuazione, su richiesta del premier Kinew al primo ministro Mark Carney. L’impiego di aeromobili militari ed elicotteri si è reso necessario per evacuare i residenti delle comunità più remote e difficili da raggiungere, particolarmente nelle zone settentrionali del Manitoba. La situazione della comunità indigena di Pukitawagan è stata descritta come “in rapida evoluzione” dai funzionari provinciali, con oltre 2.000 persone che necessitano ancora di evacuazione.
Le autorità hanno stabilito centri di emergenza temporanei e messo a disposizione camere d’albergo per accogliere gli sfollati. Il premier Kinew ha riferito che circa mille camere d’albergo sono state rese disponibili a Winnipeg, mentre gli evacuati hanno trovato sistemazione presso amici, familiari, alberghi o rifugi collettivi. La Croce Rossa Canadese sta lavorando per stabilire rifugi comunitari aggiuntivi nelle città di Regina, Saskatoon e Prince Albert.
L’aspetto internazionale della risposta all’emergenza include l’arrivo di 125 vigili del fuoco dagli Stati Uniti per supportare gli sforzi di contenimento nel Manitoba. Anche il Quebec e altre province canadesi hanno fornito assistenza, evidenziando la necessità di una risposta coordinata a livello nazionale per affrontare la portata di questa emergenza. Il premier Kinew ha giustificato la decisione di trasferire alcuni evacuati in Ontario, sottolineando che la provincia aveva precedentemente ospitato oltre 1.000 evacuati dall’Ontario durante la precedente fase della stagione degli incendi.
Le previsioni meteorologiche per le prossime settimane non offrono segnali di miglioramento significativo, con l’arrivo di un fronte freddo che, paradossalmente, potrebbe aggravare la situazione. Secondo Danielle Desjardins, meteorologa di Environment and Climate Change Canada, il fronte freddo porterà condizioni ventose che, combinate con il calore persistente e la mancanza di precipitazioni, creano circostanze ideali per la propagazione degli incendi. La combinazione di vento, calore e assenza di piogge rappresenta la formula perfetta per l’espansione incontrollata dei roghi.
La stagione degli incendi del 2023 rimane nella memoria collettiva come una delle peggiori nella storia del Canada, con oltre 42 milioni di acri (17,3 milioni di ettari) consumati dalle fiamme. Gli esperti sottolineano come il cambiamento climatico stia aumentando la probabilità di condizioni meteorologiche che facilitano la propagazione degli incendi boschivi. Il calore estremo e prolungato estrae maggiore umidità dal suolo e dalla vegetazione, creando condizioni di aridità che favoriscono l’innesco e la rapida diffusione delle fiamme.
La crisi attuale evidenzia la crescente vulnerabilità del Canada agli eventi estremi legati al cambiamento climatico, con la stagione degli incendi che si estende tradizionalmente da maggio a settembre. Le autorità canadesi hanno previsto che la stagione degli incendi potrebbe essere “sopra la norma” nel Canada centrale e occidentale durante giugno e luglio, e “ben sopra la media” ad agosto, principalmente a causa della siccità grave o estrema che continua a prevalere in diverse aree del paese.