Un fronte comune di 25 Paesi europei si mobilita contro le pratiche anticoncorrenziali della piattaforma olandese, con l’obiettivo di recuperare le commissioni versate negli ultimi vent’anni e ristabilire l’equilibrio competitivo nel mercato dell’ospitalità.
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha pronunciato il 19 settembre 2024 una sentenza destinata a segnare un punto di svolta nelle relazioni tra gli operatori dell’ospitalità e le piattaforme digitali di prenotazione. La decisione ha stabilito definitivamente l’illegittimità delle clausole di parità tariffaria imposte da Booking.com, riconoscendo che tali pratiche violavano sistematicamente il diritto della concorrenza comunitario. Questa pronuncia rappresenta il culmine di un lungo percorso giuridico che ha visto contrapporsi da una parte la più importante piattaforma europea di prenotazioni online e dall’altra gli operatori del settore turistico-ricettivo, supportati dalle rispettive associazioni di categoria.
Le clausole di parità tariffaria, tecnicamente denominate “parity rate”, costituivano un meccanismo attraverso il quale Booking.com impediva agli albergatori di praticare tariffe più vantaggiose o di offrire condizioni migliori attraverso i propri canali diretti. Questo sistema, operativo per oltre due decenni, ha generato secondo gli esperti del settore una distorsione sistematica del mercato, con conseguenze negative sia per gli operatori economici sia, indirettamente, per i consumatori finali.
Federalberghi, la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo italiano, ha annunciato la propria adesione a un’azione legale collettiva di portata continentale, promossa insieme a HOTREC, l’associazione europea dell’ospitalità, e alle organizzazioni nazionali degli albergatori di 25 Paesi membri. L’iniziativa, coordinata dalla fondazione Hotel Claims Alliance, sarà presentata dinanzi ai tribunali dei Paesi Bassi, sede legale della multinazionale olandese.
Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, ha sottolineato come questa rappresenti “un’opportunità per gli albergatori italiani per difendere i propri diritti, recuperare le perdite e sostenere un mercato online più equo”. L’azione legale si propone di ottenere il recupero di una parte significativa delle commissioni versate alla piattaforma nel periodo compreso tra il 2004 e il 2024, oltre agli interessi maturati nel corso degli anni.
Il coordinamento internazionale dell’iniziativa evidenzia la natura transnazionale del problema e la necessità di una risposta comune da parte degli operatori europei. L’adesione comprende le associazioni alberghiere di Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia e Portogallo.
Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia, ha evidenziato come le strategie commerciali di Booking.com abbiano penalizzato gli operatori del settore per un arco temporale particolarmente esteso. “Per oltre vent’anni queste clausole hanno messo gli hotel italiani in una posizione di svantaggio competitivo, ostacolando la concorrenza tra piattaforme online, gonfiando le commissioni e limitando la possibilità per gli albergatori di offrire tariffe più vantaggiose o maggiore disponibilità sui propri siti”.
Le commissioni praticate dalla piattaforma raggiungono percentuali comprese tra il 15 e il 20 per cento del prezzo lordo, IVA inclusa, rappresentando un costo significativo per le strutture ricettive. Giovanni Lonardelli, presidente degli albergatori di Bardolino, ha evidenziato come questo meccanismo ricada anche sui clienti abituali: “Ci capita di dover pagare una percentuale anche per chi ci conosce da anni. E questo rende difficile offrire un trattamento personalizzato o scontato”.
L’impossibilità di praticare tariffe differenziate attraverso i canali diretti ha compromesso gravemente l’autonomia commerciale degli operatori, limitando le vendite dirette e riducendo la capacità di fidelizzazione della clientela. Ivan De Beni, rappresentante di Federalberghi Garda Veneto, ha spiegato come “Booking non è più quello che era all’inizio”, trasformandosi da semplice strumento di intermediazione in una piattaforma dominante capace di imporre comportamenti specifici agli albergatori.
L’analisi delle dinamiche competitive evidenzia come Booking.com sia progressivamente evoluta da facilitatore di incontro tra domanda e offerta a soggetto dominante nel mercato europeo delle prenotazioni online. Questa trasformazione ha comportato una graduale erosione dell’autonomia decisionale degli operatori del settore, costretti ad accettare condizioni contrattuali sempre più stringenti per mantenere la visibilità sui canali digitali.
La dipendenza dalla piattaforma è diventata tale che nessun albergatore può oggi rinunciare completamente alla presenza su Booking.com, nonostante i costi elevati e le limitazioni imposte. Questa situazione ha generato un paradosso per il quale gli operatori si trovano costretti a utilizzare un canale di distribuzione che limita significativamente la loro libertà commerciale.
Il cambiamento delle dinamiche di mercato ha inoltre influenzato le abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso l’utilizzo delle piattaforme digitali per la ricerca e la prenotazione di servizi di ospitalità. Questa tendenza ha ulteriormente rafforzato la posizione dominante di Booking.com, creando un circolo vizioso difficile da interrompere senza interventi normativi specifici.
La caduta dell’obbligo di mantenere la parità tariffaria apre nuove possibilità per gli operatori del settore, che possono ora proporre prezzi inferiori attraverso i propri canali diretti. Questa libertà rappresenta un’opportunità significativa per ristabilire un rapporto più equilibrato tra le piattaforme digitali e le strutture ricettive, incentivando la prenotazione diretta e riducendo la dipendenza dai grandi intermediari.
Il termine ultimo per l’adesione all’azione legale collettiva è fissato al 31 luglio 2025, e gli organizzatori incoraggiano tutti gli alberghi italiani a partecipare attraverso la registrazione sul sito dedicato. L’esito di questa iniziativa potrebbe rappresentare un precedente importante per il riequilibrio delle relazioni commerciali nel settore dell’ospitalità digitale, con potenziali ripercussioni positive sull’intero comparto turistico europeo.