Dopo una settimana che vedrà il dominio assoluto dell’anticiclone africano portando temperature eccezionali fino a 40 gradi nelle regioni meridionali, l’Italia si prepara ad affrontare una fase meteorologica di estrema instabilità caratterizzata dal ritorno anticipato di temporali di notevole violenza. Gli esperti meteorologi confermano che il contrasto termico tra le masse d’aria torrida attualmente presenti sulla Penisola e l’arrivo di correnti fresche dall’Europa settentrionale creerà le condizioni ideali per lo sviluppo di fenomeni convettivi particolarmente energici, con il rischio concreto di grandinate devastanti e nubifragi improvvisi.
Il fenomeno che preoccupa maggiormente riguarda la formazione di supercelle temporalesche, sistemi particolarmente organizzati e persistenti caratterizzati da rotazione interna che aumentano significativamente la probabilità di grandinate con chicchi di dimensioni considerevoli. Le aree maggiormente esposte a questo tipo di eventi estremi risultano essere quelle settentrionali, in particolare le zone alpine e prealpine di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove l’effetto orografico favorisce la formazione di celle temporalesche autorigeneranti capaci di scaricare quantità eccezionali di precipitazioni sulla stessa area per ore consecutive.

La correlazione tra il caldo intenso provocato dall’anticiclone africano e lo sviluppo successivo di temporali violenti rappresenta uno degli aspetti più evidenti del cambiamento climatico in atto, dove l’aumento delle temperature medie determina una maggiore evaporazione dell’acqua marina che si trasforma letteralmente in carburante per eventi meteorologici estremi. Questo meccanismo, noto agli esperti come feedback positivo, comporta un incremento delle precipitazioni convettive con serio rischio di grandine di grosse dimensioni e nubifragi localizzati ma devastanti per intensità e durata.
Le previsioni indicano che i primi segnali di instabilità atmosferica potrebbero manifestarsi già nel corso del weekend tra il 14 e il 15 giugno, quando sono attesi temporali piuttosto forti con locali grandinate su alto Piemonte, Valle d’Aosta, alta Lombardia, Trentino-Alto Adige, alto Veneto e Friuli. Questi fenomeni, seppur marginali e isolati inizialmente, potrebbero dare luogo a manifestazioni particolarmente violente caratterizzate da improvvisi nubifragi, chicchi di grandine di dimensioni superiori ai cinque centimetri e intense raffiche di vento con velocità che potrebbero superare i 90 chilometri orari.
La situazione meteorologica presenta elementi di particolare criticità anche per quanto riguarda la prevedibilità dei fenomeni, poiché i temporali di calore che si svilupperanno nel periodo di transizione tra l’anticiclone africano e l’arrivo della goccia fredda risultano difficili da localizzare con precisione assoluta. Gli esperti sottolineano che si tratterà principalmente di fenomeni pomeridiani e serali, quando il riscaldamento diurno avrà aumentato l’instabilità atmosferica creando le condizioni ideali per la formazione di celle temporalesche particolarmente energiche e potenzialmente distruttive.
L’aspetto più preoccupante della situazione meteorologica in evoluzione riguarda la possibilità che si verifichino episodi di downburst, raffiche discendenti improvvise e devastanti che possono raggiungere intensità paragonabili a quelle di piccoli tornado, causando danni significativi a vegetazione, infrastrutture e veicoli. Questi fenomeni, particolarmente insidiosi perché si sviluppano rapidamente e con scarso preavviso, rappresentano una delle manifestazioni più pericolose associate ai temporali violenti che potrebbero caratterizzare la fase di transizione meteorologica attesa per la prossima settimana.

Le regioni del Nord Est e quelle del Centro Sud risulteranno maggiormente esposte al rischio di eventi meteorologici estremi durante questa fase critica. In particolare, le zone alpine e prealpine del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, insieme ai settori tirrenici di Toscana, Lazio, Campania e Calabria, dovranno fare i conti con la possibilità di precipitazioni eccezionalmente intense. I modelli meteorologici suggeriscono che localmente potrebbero cadere quantitativi di pioggia compresi tra 100 e 150 millimetri in pochissimo tempo, equivalenti alle precipitazioni normalmente attese nell’arco di un intero mese.
La situazione richiede particolare attenzione da parte delle autorità competenti e della popolazione, considerando che i contrasti termici previsti tra le masse d’aria calda preesistenti e l’arrivo di correnti fresche in quota potrebbero generare condizioni atmosferiche particolarmente esplosive. Le previsioni indicano che le regioni del Centro-Nord saranno le più esposte inizialmente, ma non si esclude un successivo coinvolgimento anche delle aree meridionali quando la perturbazione atlantica si estenderà verso sud, portando con sé il rischio di eventi meteorologici estremi su un territorio più ampio rispetto alle previsioni iniziali.
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