Una goccia fredda si sta dirigendo verso il cuore del Mediterraneo, pronta a spezzare l’intensa ondata di calore africano che ha caratterizzato i giorni scorsi e a scatenare fenomeni meteorologici di estrema violenza su gran parte del territorio nazionale. Il sistema perturbativo, già responsabile dei primi segnali di instabilità registrati nel weekend al Nord Italia, ha dato sfogo a tutta la sua forza nella giornata di ieri, lunedì 16 giugno, causando forti temporali, grandine anche di grosse dimensione e forti raffiche di vento.
La Protezione Civile ha diramato per martedì 17 giugno, Allerta Meteo GIALLA sull’intero territorio di Marche, Umbria e Molise e su settori di Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata.
Uno degli aspetti più preoccupanti di questa ondata di maltempo riguarda la grandine di medie-grandi dimensioni, con chicchi che potranno raggiungere i 3-4 centimetri di diametro. La grandine si forma all’interno dei cumulonembi attraverso un processo complesso: le forti correnti ascensionali sollevano le gocce d’acqua ad alta quota dove si congelano, crescendo man mano che vengono spinte su e giù all’interno della nuvola dalle correnti di aria in vari cicli. Chicchi di grandine di 3-4 centimetri possono già causare ferite alla testa e danni significativi alle colture agricole, alle automobili e alle strutture. La grandine rappresenta una minaccia particolare per l’agricoltura, potendo danneggiare frutta, verdura e cereali in pochi minuti, con conseguenze rilevanti per la sicurezza alimentare e l’economia del settore primario nelle aree colpite.
I forti temporali potranno generare rafiche di vento impetuose che supereranno i 100 km/h, con particolare intensità durante il passaggio delle celle temporalesche più violente. Queste raffiche estreme possono causare la caduta di alberi, danni alle linee elettriche, problemi alla viabilità e rischi per la sicurezza pubblica. Le raffiche di vento potranno superare i 70 chilometri orari, contribuendo a smuovere rami d’albero e a creare danni alle strutture più deboli. Durante il weekend precedente, nella provincia di Bolzano si è registrato il record annuale di fulmini con oltre 2600 scariche in un solo giorno, mentre i Vigili del Fuoco hanno effettuato più di 50 interventi per rimuovere ostacoli alla circolazione e gestire i danni causati da frane e smottamenti.

Tra martedì 17 e mercoledì 18 giugno, il fronte instabile si sposterà progressivamente verso Sud, interessando Marche, Abruzzo e l’Appennino centro-meridionale. I temporali sono previsti propagarsi fino alle pianure di Toscana, Lazio e Campania, mantenendo il carattere di elevata intensità e i rischi associati a grandinate e nubifragi. Il rischio di fenomeni violenti sarà particolarmente elevato su Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo e sull’Appennino centro-meridionale, con propagazione fino alle pianure di Lazio e Campania.

Mercoledì 18 giugno rappresenterà il culmine dell’instabilità meteorologica, con il Sud Italia che affronterà una giornata particolarmente perturbata caratterizzata da rovesci e temporali diffusi su Campania, Basilicata, Puglia centro-meridionale, Calabria e Sicilia.

Giovedì 19 giugno completerà il passaggio della perturbazione con forti temporali attesi principalmente su Calabria e Sicilia, regioni che chiuderanno il ciclo di maltempo iniziato al Nord nei giorni precedenti. Nelle ore più calde saranno possibili temporali sparsi nelle zone interne della Sicilia, con fenomeni che potranno risultare localmente molto intensi e accumuli pluviometrici superiori ai 40-50 millimetri in breve tempo.

Il passaggio della goccia fredda determinerà un netto calo termico su tutto il territorio nazionale, con temperature destinate a scendere anche di 8-10 gradi Celsius rispetto ai valori registrati durante l’ondata di calore. A titolo esemplificativo, città come Firenze potrebbero non superare i 28°C nella giornata di martedì 17 giugno, dopo aver registrato temperature prossime ai 37 gradi nei giorni precedenti.
Nonostante questa importante interruzione, l’anticiclone africano è destinato a tornare molto presto, già nella seconda parte della settimana, riprendendosi lo spazio perduto. Il ritorno del campo anticiclonico porterà nuovamente bel tempo ovunque e un nuovo aumento delle temperature, configurando un pattern meteorologico caratteristico dell’estate mediterranea con alternanza tra fasi di stabilità anticiclonica e brevi ma intense irruzioni perturbate.
La distribuzione spaziale dei fenomeni si presenterà con caratteristiche a macchia di leopardo, rendendo estremamente difficile prevedere con precisione assoluta le aree specifiche che saranno coinvolte dai fenomeni più intensi. Questa peculiarità è tipica delle situazioni convettive estive, dove la formazione di celle temporalesche dipende da fattori locali molto variabili che influenzano lo sviluppo dei fenomeni su scala ridotta.