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Garlasco, intercettazioni inedite della madre delle gemelle Cappa:”Così ci siete dentro voi”

Le nuove intercettazioni della madre delle gemelle Cappa e di Stefania rimettono in discussione l’orario dell’omicidio di Chiara Poggi, tra paura di sospetti e toni spavaldi.
Credit © screenshot

Nel corso di un’intercettazione telefonica del 12 febbraio 2008, emersa nell’ambito del filone della nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, Maria Rosa Poggi, madre delle gemelle Stefania e Paola Cappa, si confida con la sorella Carla paventando il rischio che l’ipotesi di spostare l’orario della morte della nipote favorisse nuovi sospetti nei confronti delle proprie figlie. Secondo la conversazione, nel caso si stabilisse che Chiara Poggi fosse stata uccisa tra le 9.30 e le 10.00, le sorelle Cappa non avrebbero alibi sufficienti per escludere una presenza in via Pascoli a Garlasco, riaprendo di fatto il dibattito sulle responsabilità familiari.

Il contesto di questa rivelazione affonda le radici nell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia. Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. La Cassazione ha fissato l’orario del delitto tra le 9.12 e le 9.36, ma le nuove indagini della Procura di Pavia hanno riportato in luce piste alternative che coinvolgono indirettamente anche i parenti stretti, pur non avendo mai formalizzato alcuna accusa nei confronti di Maria Rosa Poggi e delle sue figlie.

Nel medesimo periodo, le conversazioni ambientali registrate in caserma tra Stefania Cappa e Alberto Stasi mostrano la stessa ossessione sull’orario della morte. La giovane cugina della vittima ipotizza una rapina avvenuta intorno alle 9.30, senza essere a conoscenza degli atti, ma dimostrando una sicurezza che sorprende gli inquirenti. Le sue parole, captate dagli investigatori, lasciano intendere una memoria selettiva e un tentativo di costruire un’alibi sulla base di una supposizione cronologica piuttosto che di una ricostruzione documentale.

Un’altra intercettazione, sempre di febbraio 2008, vede Stefania Cappa in lacrime al telefono con un’amica: «Guarda Ceci sto proprio di merda… in questi mesi ho tentato di rifarmi un po’ di vita…». Qualche giorno dopo, rivolta a un amico, sbotta con toni sprezzanti: «Ora che mi processano, io sono già espatriata in America e non mi vedi neanche, deficiente!». Il registro familiare oscilla tra la paura di venire travolti dal procedimento e la spavalderia di chi tenta di prendere le distanze dalla vicenda.

I legali delle gemelle Cappa hanno ribadito che né Stefania né Paola sono state formalmente iscritte nel registro degli indagati e che le intercettazioni non costituiscono prove dirette di coinvolgimento. Tuttavia, le conversazioni sulle stampelle e sul tutore ortopedico di Paola, nonché sugli scontrini di Maria Rosa, hanno spinto la Procura di Pavia ad acquisire ulteriori elementi, esplorando ogni dettaglio della mattinata del 13 agosto 2007 per verificare la coerenza degli alibi.

Tra le misure istruttorie già disposte vi è l’incidente probatorio fissato per il 17 giugno, durante il quale saranno ascoltati consulenti tecnici e probabilmente prelevate tracce di Dna non solo alle gemelle Cappa, ma anche ad altri soggetti che frequentarono la villetta di via Pascoli. Le indagini proseguono all’insegna di un’analisi capillare di reperti e conversazioni dell’epoca, in bilico tra nuovi sospetti e la necessità di non travisare il quadro probatorio originario.

Nei prossimi mesi le udienze preliminari faranno luce sul reale valore delle intercettazioni: se da un lato confermano la tensione familiare e il timore di un coinvolgimento, dall’altro non chiariscono in modo univoco l’esistenza di responsabilità penali. La vicenda, che torna ciclicamente sotto i riflettori dopo diciotto anni, mantiene intatto il suo potere di porre domande più che di fornire risposte definitive.

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